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Uscite discografiche Giugno 2012 (1° parte): recensioni

Recensioni di nuovi album di Cesare Cremonini, Friends, The Tallest Man on Earth, Neil Young, Alt J, Soulsavers, El-P e tanti altri…

pubblicato 8 Giugno 2012 aggiornato 30 Agosto 2020 15:27


Cesare Cremonini – La teoria Dei Colori : che Cesare Cremonini sapesse scrivere canzoni pop lo si era capito ( anche se sotto strati adolescenziali) già dai tempi dei spesso derisi Lunapop. Poi la carriera solista, meno fortunata ma sempre baciata da un buon successo sia radiofonico che di vendite. Una carriera in crescita: a piccoli passi Cesare è maturato fino a quello che è oggi, ovvero uno dei migliori (e maggiormente credibili) esponenti del mainstream italiano e questo “La teoria dei Colori” ne è la conferma. Suo album più completo? Forse, sicuramente è quello più bilanciato: mancano forse le vette intraviste negli ultimi anni, ma fortunantamente mancano anche i pezzi che fanno cadere le braccia. (z.) Voto: 6,5

Friends – Manifest! : arrivano da Brooklyn e si vede: hipsterie e cultura urban-stradiola votata all’eccesso e ai party. Dopo mesi di hype basato sui singoli (“I’m His Girl” l’avevo inserita tra i migliori singoli del 2011) arriva finalmente il momento dell’album di debutto. Attese confermate quasi al 100%, stile oggi unico nel panorama internazionale e singoli componenti ben riconoscibili, quasi macchiettistici, guidati dalla figura di Samantha Urbani (dal vivo vi garantisco che fa paura). Funk, post-disco di scuola NY late’70s, wave, psichedelia accennata e tanta buona pop music…. bianco e nero si uniscono è danno vita ad un mare di colori. Divertente e non stupido… non capita spesso. (z.) Voto: 7

The Tallest Man on Earth – There’s No Leaving Now: per uno come Kristian Matsson (in arte The Tallest Man on Earth) il terzo disco rappresenta la consacrazione definitiva, coltivata in precedenza con due dischi di altrettanto valore: “Shallow Grave” e “The Wild Hunt”. Nulla di terribilmente nuovo per lui in “There’s No Leaving Now”, ma la scrittura è, se possibile, ancora migliorata e brani come “1904” o la titletrack lo testimoniano. il Dylan dei nostri gironi?? In un certo senso sì.(z.) Voto: 7

Alt-J – An Awesome Wave : gli Alt-J (o anche ∆) esordiscono con un disco di quelli grossi. Il gruppo di Leeds non ha paura di nessuno e apparentemente non pare far parte di nessun movimento o revival che sia. C’è posto per il folk dei Fleet Foxes trasformato dai territori art-pop dei Wild Beasts. Elettronica a fare collante (folk-step?) e prendetemi per pazzo, ma tanta tanta melodia (e qualche metrica d’ammiccamento popsoul) ipoteticamente vendibile. (z.) Voto: 7

Neil Young & Crazy Horse – Americana : con una carriera lunga e cross-generazionale come la sua, trovare idee nuove è un’impresa. Meglio buttarsi sul passato… un passato lontano e altrui. Rivisitazione di composizioni folk tradizionali nello stile tipico di Neil e dei suoi ritrovati Crazy Horse. Tra melodie sbilenche e sporcizia sonora, suona esattamente come era lecito aspettarsi… nulla più, nulla meno. (z.) Voto: 6

EL-P – Cancer 4 Cure : torna il white rapper di Brooklyn dopo qualche anno lontano dalle scene. Rispetto ai primi tempi forse ha perso un po’ di coraggio, ma “Cancer 4 Cure” suona bene dall’inizio alla fine e non mancano le intuizioni degne del suo nome. (z.) Voto: 7

Soulsavers – The Light the Dead See : piuttosto coccolati qui in Italia, i Soulsavers escono con “The Light the Dead See” dopo i due ottimi (veramente ottimi…) “It’s Not How Far You Fall, It’s the Way You Land” e “Broken”. Mark Lanegan non c’è più, ma al suo posto c’è mister Dave Gahan. Rimane quel sapore gospel-soul ritrattato da slow beat e una certa evocatività di fondo. Si fa ascoltare bene “The Light the Dead See” (un paio di pezzi, come “I Can’t Stay”, sono vere perle), ma nel complesso non convince quanto i predecessori. (z.) Voto: 6,5

Killer Mike – R.A.P. Music : ci voleva l’aiuto di El-P (vedi sopra) per far uscire dall’underground il non più giovanissimo Kille Mike (varie collaborazioni, ma anche dischi dimenticabili)?? Probabilmente sì. Non siamo di fronte a un artista rivoluzionario (come può esserlo Dalek o i Death Grips solo per dire due nomi) in ambito hip hop, ma non è da tutti realizzare un disco così compatto. (z.) Voto: 7

Edward Sharpe & The Magnetic Zeros – Here : apparizioni televisive, telefilm e spot pubblicitari e quella “Home” fischiettata un po’ da tutti. Contraddizioni tra lustrini e mentalità hippie addosso al personaggio Alex Ebert. Il collettivo torna con un disco genuino, meno anni ’60s del precedente e maggiormente legato alle radici della musica americana. Suggestivo a tratti. (z.) Voto: 7-

Scissor Sisters – Magic Hour : esplosi tra gli appassionati nel 2004 e solamente due anni più tra il pubblico passivo grazie alla super-hit “I Don’t Feel Like Dancin'”, riecco gli Scissor Sisters dopo il meno fortunato “Night Work” di due anni fa. Il loro tempo sembra ormai passato, ma almeno qui portano qualche novità (ruffiana, certo) al loro sound… che aveva stufato non poco… (z.) Voto: 5/6

Regina Spektor – What We Saw From the Cheap Seats : torna Regina dopo tre anni di assenza, e l’ultima volta (“Far”) non è che avesse impressionato. Com’è “What We Saw From the Cheap Seats”? Un brutto album? No. Il suo migliore album? No. Un album importante per la musica del 2012? Neanche. E’ solo la conferma del bel talento di Regina, forse in passato leggermente sopravvalutato. (z.) Voto: 6,5

The Walkmen – Heaven : The Walkmen… avendoli visti debuttare, mi fa un po’ impressione e mi fa sentire decisamente vecchio il fatto che questo “Heaven” sia già il loro sesto album in carriera. Una carriera caratterizzata dalla svolta vintage di qualche anno e che fino ad ora hanno portato avanti a spada tratta. Hamilton Leithauser (vocalmente è un po’ il Rod Stewart del nuovo millennio, ma se vi ricorda anche Chris Martin non è un problema) continua a disegnare le sue melodie da elegante ubriaco. Non sorprendono, lavorano di fino. (z.) Voto: 6/7

The Pond – The Pond : da non confondersi con i Pond (sì… siamo arrivati a questo punto…), il progetto The Pond nasce attorno alla quasi quarantenne Kathryn Williams. L’omonimo debutto non nasconde nulla e mette tutto in tavola: la cifra stilistica è chiara e ben definita: folk+pop e influenze trip hop. Manca un po’ di spessore e intuizioni, per il resto poco da dire.(z.) Voto: 6/7

Ultravox – Brilliant : questo ritorno dopo più di 25 anni degli storici Ultravox non funziona. Non funziona perchè se volevano sfruttare il revival dovevano uscire almeno cinque anni fa, perchè il disco (nome a parte) è privo di spunti d’interesse e perchè va persino a giocare con un moderno FM pop-rock generalista che stona non poco con quello che li ha resi celebri. (z.) Voto: 5+

The Hives – Lex Hives : cinque anni dal poco memorabile ” The Black and White Album” tornano gli svedesi simbolo del garage rock revival anni zero. In “Lex Hives” cercano, fallendo, di trovare la magia dei bei tempi… è un continuo rincorrersi di riff già sentiti, soluzioni prevedibili e un’energia che per quanto ancora di discreto livello, per forza di cose non può essere la stessa di qualche anno fa. Potrebbero andare avanti per tanto tempo a fare dischi come “Lex Hives” ma il pubblico ai loro concerti esploderà per le vecchie hit, diventati ormai classici. (z.) Voto: 5/6

John Mayer – Born and Raised : improvviso invecchiamento o cosa non è dato saperlo, fatto sta che “Born and Raised” suona dimesso, intimo e pieno di sentimenti. Fortunatamente lasciate un po’ da parte alcune facili tentazioni pop, John sembra quasi ridimensionare il tiro, come è giusto che sia dato che, come già dimostrato anche in passato, fa fatica a tradurre il proprio talento chitarristico in musica di altrettanto valore. (z.) Voto: 6

The Temper Trap – The Temper Trap : dopo un discreto debutto uscito forte alla lunga grazie ad alcuni ottimi singoli (“Sweet Disposition” su tutti), riecco gli australiani The Temper Trap. Il peso di dover bissare (anche se non è che ci fossero poi tantissimi occhi puntati su questo sophomore album…) quanto fatto in precedenza deve aver un po’ disorientato Dougy Mandagi e soci: l’omonimo album è un disco strano, pop nelle intenzioni e poco pop nel risultato, idee sparse e poca coesione. Difficilmente aumenterà le quotazioni della band… (z.) Voto: 6-

I Like Trains – The Shallows: concept sul rapporto macchina-uomo. Cyber futurismo raccontato dai sempre meno post-rockers (“Reykjavik” esclusa) I Like Trains. Scorrono scorie wave, post-punk e indie rock, per nulla malvagio… soprattutto se si è fan di certe sonorità. (z.) Voto: 6,5

Maxïmo Park – The National Health : dopo il boom dell’esordio (uno dei must have del brit indie-rock di metà anni zero) i Maxïmo Park non ne hanno praticamente più azzeccata una. La discesa sembra essersi affievolita, ma è dura tornare ai vertici con album come “The National Health”. (z.) Voto: 6-

Guillemots – Hello Land! : “Red” fu uno dei più grandi disastri musicali (rispetto a quanto fatto vedere con il debutto) dello scorso decennio. Con “Walk the River” si erano ripresi decentemente… ed invece tocca porre nuovamente una pietra sopra al progetto Guillemots: “Hello Land!” non è malvagio, ma è proprio uno di quei dischi anonimi, di cui nessuno sente particolare mancanza. (z.) Voto: 5,5

Yppah – Eighty One : il ponte naturale tra ritmiche trip hop e le atmosfere dreamgaze… ancora da concretizzare pienamente. (z.) Voto: 6.5

Gaggle – From The Mouth Of The Cave : tentativo di femminismo freak-arty da parte di 23 coriste weird. Le idee ci sono ma sono un po’ troppo nascoste sotto ad una coltre random. (z.) Voto: 6+

Metric – Synthetica: piattume… (z.) Voto: 5/6

Reptar – Body Faucet: buono per l’estate e per chi ha nostalgia dei Vampire Weekend. (z.) Voto: 6

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LEGENDA 2012
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia 5 stars1
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile 4 stars
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo 3 stelle
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota 2 stelle
4: album completamente inutile 1 stella
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

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Maggio 2012 – 2° Parte
Maggio 2012 – 1° Parte
Aprile 2012 – 2° Parte
Aprile 2012 – 1° Parte
Marzo 2012 – 2° Parte
Marzo 2012 – 1° Parte
Febbraio 2012 – 2° Parte
Febbraio 2012 – 1° Parte
Gennaio 2012 – 2° Parte
Gennaio 2012 – 1° Parte
Migliori Album Internazionali 2011
Migliori Album Italiani 2011
Migliori Album Internazionali 2010
Migliori Album Italiani 2010
Migliori Album Internazionali 2009
Migliori Album Italiani 2009

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