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Uscite discografiche Maggio 2012 (2° parte): recensioni

Recensioni di nuovi album di Japandroids, Sigur Ros, Garbage, Gossip, Amor Fou, Slash e tanti altri…

pubblicato 25 Maggio 2012 aggiornato 30 Agosto 2020 15:45


Japandroids – Celebration Rock : attesissimo secondo album per i Japandroids dopo un debutto non perfetto ma sicuramente degno di nota. “Celebration Rock” è la celebrazione del rock contemporaneo, quel rock che va a giocare con noise e punk in egual misura ma che pur sempre rock rimane. Con gli ultimi album di Cloud Nothings e The Men forma un trio che se tutto va per il verso giusto, verrà ricordato anche tra qualche anno. (z.) Voto: 7+

Sigur Rós – Valtari : il ritorno discografico (e non) dei Sigur Rós era uno degli eventi più attesi dell’anno. Dopo l’ultimo disco (ormai risalente a cinque anni fa) dalle tinte maggiormente “gioise”, sfociate poi nel disco solista di Jonsi (live valeva il doppio che su disco), la band islandese pubblica “Valtari”. Le atmofere tornano quelle ambientali, lente e suggestive che li hanno resi uno dei gruppi più importanti degli ultimi quindici anni, ma in più occasioni la cosa sembra leggermente forzata e alla fine solo un paio di brani riescono a far realmente venire la pelle d’oca. Gran bei landscape, ma manca la magia… forse. (z.) Voto: 7-

Garbage – Not Your Kind of People : non si esce vivi dagli anni ’90… come Skunk Anansie e Cranberries anche i Garbage tornano dopo un periodo di inattività (fortunatamente niente disco solista per la Manson) con un disco vuoto, senza spessore che sembra fatto solo per accontentare i fan meno esigenti e per ricevere quel minimo di rotazione radiofonica in grado di garantire la sopravvivenza. (z.) Voto: 5+

Marco Guazzone & The Stag – L’Atlante dei Pensieri : il problema è che bisogna accontentarsi ed attaccarsi a dischi come questo per trovare qualcosa di decente nel “nuovo” panorama mainstream italiano. L’esempio Sanremese è lampante, in mezzo alla discarica, anche un fiore anonimo fa un figurone. “L’Atlante dei Pensieri” è un lavoro ben fatto, realizzato e prodotto abilmente, tra piano ballads, cantautorato, citazionismo international/pop rock FM fin troppo evidente (Muse su tutti) e quel tocco di eccentricità glam che non guasta. (z.) Voto: 6

Amor Fou – Cento Giorni Da Oggi : consegnato alla memoria il buon “I Moralisti”, tornano gli Amor Fou con “Cento Giorni Da Oggi”. Nell’ultimo biennio sono state band come I Cani ad aver fatto tendenza (e il disco-tributo agli 883 è il risultato finale), gli AF hanno capito la lezione e si sono buttati su territori indie-pop-elettronico di facile ascolto. Funziona molto bene il singolo “Alì”, altrove invece sembra tutto molto forzato con testi che fanno venire il sorriso sulle labbra (la psichedelia della conclusiva “Tigri”, ma non solo) da quanto sono targettizzati su un pubblico molto giovane. Rimandi alla scena romana (Gazzè, Tiromancino), punk-ita (“Radiante”), al dream-pop trapiantato U2 (“Vero”) e Audio2 (“I Volantini di Scientology”). Dischetto piacevole… l’estate sta arrivando. (z.) Voto: 6,5

Squarepusher – Ufabulum : colui che nel periodo d’oro (seconda metà dei ’90) veniva considerato un piccolo Aphex Twin (cioè un genio assoluto), torna dopo anni di episodi artistici fini a se stessi e di poco valore, con un disco che invece lo riporta in parte nella scena drill & bass e in parte si aggiorna andando a spulciare qua e là alcune tendenze moderne. Non ci impressoniamo, ma va bene così. (z.) Voto: 6/7

Silversun Pickups – Neck of the Woods : da quando pubblicarono l’esordio “Carnavas” i Silversun Pickups sono stati un punto di riferimento per quel rock melodico ma alternativo, orecchiabile ma non per forza stupido, di successo ma non modaiolo… una sorta di Smashing Pumpkins con (meno talento) trasportati negli anni zero. Nel terzo disco “Neck of the Woods” perdono parte dell’energia che aveva caratterizzato i primi due lavori a favore di alcune architetture elettroniche che non convincono in tutte le occasioni. Ottima produzione. (z.) Voto: 6

The Cribs – In the Belly of the Brazen Bull : finita la sbornia Johnny Marr, i mirror kissers The Cribs continuano a rimanere uno dei pochi supertisti della scenda brit-indie di metà anni ’00. Senza mai eccellere, in ogni disco riescono comunque ad inserire un paio di spuntii interessanti. Qui si torna nei ’90, via ammodernamenti di scuola Yuck. Piacevole. (z.) Voto: 6,5

Lower Dens – Nootropics : Brains è un pezzone senza se e senza ma e anche per questo, dopo l’ottimo debutto “Twin-Hand Movement” di due anni fa, le aspettative per il sophomore “Nootropics” erano altissime (roba da top10 di fine anno). Aspettative ripagate solo in parte, gli alti e bassi (tra kraut, indie, dream e sperimentazione applicata al pop) non consentono al pur molto buono “Nootropics” di puntare veramente in alto. (z.) Voto: 7

2:54 – 2:54 : discreto debutto di questa band guidata dalle sorelle Colette e Hannah Thurlow. Siamo in zona post-punk revival via Warpaint, ma il risultato complessivo nel suo smussare minimalismi alla XX, giocare con l’oscurità e distorsioni e nelle doti vocali (a tratti Bjork non è lontana), dà l’impressione che ci siano ancora tanti margini di miglioramento. (z.) Voto: 6+

Citizens! – Here We Are : il ricambio indie-uk è continuo… ultimi in ordine temporale questi Citizens!. Specialità della casa? Indie pop-rock impostato sul canale glam (c’è Alex Kapranos dei Franz Ferdinand alla produzione)… una sorta di FF meno chitarrosi… roba innocua e piacevole al punto giusto. Vediamo quanto durano. (z.) Voto: 6,5

Cold Specks – I Predict A Graceful Expulsion: la giovane giramondo Al Spx/Cold Specks debutta con un gran bel disco, legato sicuramente al passato senza però puzzare di vecchio e avere l’aspetto obsoleto di altri lavori vintage-soul. Folk, soul, southern-gospel-spiritual e passaggi pop da Adele. Produce Rob Ellis (PJ Harvey, Anna Calvi). La risposta femminile a Michael Kiwanuka. (z.) Voto: 7

Gossip – A Joyful Noise : dopo anni di gavetta, il buon Standing In The Way Of Control e il boom di Music For Men, Beth Ditto e compagni tornano con un disco che rappresenta il passaggio definitivo in zona mainstream pop. Pop anni ’80 per la precisione, Madonna, Abba e Cyndi Lauper dietro l’angolo. A tratti gradevole, ma troppo prevedibile e furbo. (z.) Voto: 5/6

Zambri – House of Baasa : debutto lungo per le sorelle Cristi Jo e Jessica Zambri dalla rigogliosa scena newyorkese. L’art-pop al femminile venato di elettronica, synth e immaginario vagamente sinistro è ormai roba abusata e inflazionata… loro funzionano comunque bene, a tratti. (z.) Voto: 6+

Lone – Galaxy Garden : recentemente visto qui in Italia per il post James Blake-dj set, Lone mette sulla piazza il suo disco fino ad ora probabilmente più chiacchierato. Idee IDM nelle quali trovano posto tentazioni wonky, footwork e i fluo dell’era rave. Presenzia anche Machinedrum uno dei pesi massimi della scena elettronica contemporanea. (z.) Voto: 6,5

Sébastien Tellier – My God Is Blue : eccentrico ed eccessivo Sébastien Tellier lo è sempre stato, qui il francese pappone si abbandona all’esoterismo kitsch cromatizzato blu. Alcuni colpi di classe e sporadiche cadute di stile per un disco che andando a scavare nei dettagli sorprende non poco e se si rimane più in superficie regala comunque ottimi vibes. (z.) Voto: 6/7

King Charles – LoveBlood : look assurdo e terribilmente eighties (mi ricorda qualcuno che in questo momento mi sfugge), a conti fatti produce un debutto orecchiabile di indie pop che piacerà sicuramente a chi ha amato la svolta pop di Noah & The Whale, ma anche i tocchi glam-pop di Mika e le cose afro dei Vampire Weekend (la titletrack). Ci sono pure i Mumford… per non farsi mancare nulla(z.) Voto: 6,5

Zulu Winter – Language: scena londinese (come i Citizens! vedi sopra) in continuo fermento per nuove band di belle speranze. Gli Zulu Winter ruotano attorno alla spigolosa figura di Will Daunt e propongono un indie pop-rock che guarda sia ad alcune cose più ricercate (Foals, Mew) sia alla dimensione stadio (Temper Trap, Kings of Leon… Coldplay). Una via di mezzo che alla prima prova convince. (z.) Voto: 6/7

Public Image Ltd. – This Is PIL : John Lydon… l’importanza storico-musicle dei PIL non è tanto inferiore a quella dei Sex Pistols. All’epoca in molti storsero il naso ma le idee artistiche (spesso lontane-opposte da quelle sei SP) di Lydon e soci influenzano ancora oggi decine di band (dischi come “Metal Box” sono dei must-have assoluti). Una realtà che comunque appartiene al passato (e i nuovi membri arrivano dallo stesso periodo/scena) e “This Is PIL” nonostante un paio di brani interessanti (“Deeper Water”), non sposta nulla nella loro carriera… come spesso succede nelle reunion di questo tipo. (z.) Voto: 5,5

The Parlotones – Journey Through the Shadows : sudafricani come i Seether ma meno fortunati a livello internazionale. “Journey Through the Shadows” è un onesto lavoro rock-pop FM senza troppe pretese e fortunatamente evita di cadere nella mediocrità più assoluta (anche se ci sono un paio di brani da facepalm…). (z.) Voto: 6-

Claudia Is On The Sofa – Love Hunters : America? Giammai… siamo in Italia. Dietro al progetto si nasconde Claudia Ferretti che qui punta in alto… ovvero punta ad essere la Cat Power (a proposito, Chan… torna) del belpaese, con quel che ne consegue, ovvero grande, grandissimo gusto ma anche il classico fardello del “già sentito”. (z.) Voto: 6/7

MeWithoutYou – Ten Stories: la band di Philadelphia si riprende alla grande dopo il contraddittorio “It’s All Crazy! It’s All False! It’s All a Dream! It’s Alright”, revivalismo anni ’90 (scena indie e emo) di grande spessore. Disco sicuramente fuori contesto nel 2k12, ma valido sotto quasi tutti gli aspetti. (z.) Voto: 7-

DiMartino – Sarebbe bello Non Lasciarsi Mai, Ma Abbandonarsi ogni Tanto è Utile: il progetto DiMartino (Antonio Di Martino e compagni) cresce e matura molto in fretta. Fotografia di questo passo in avanti è questo “Sarebbe bello…”. Pop cantautorale che guarda ai grandi nomi del passato ma che non sfigura neanche in mezzo ai pesi massimi contemporanei (e non sono pochi… poi si dice che mancano i cantautori…). (z.) Voto: 7-

Slash – Apocalyptic Love : negli ultimi 20 anni, Slash ha provato in tutti modi a rimanere sulla cresta dell’onda, prima con i Slash’s Snakepit e Velvet Revolver e poi, messo insieme un bel gruppo di superstar patinate, con il mediocre disco solista di un paio di anni fa. Fortunatamente non ritenta nuovamente la fortuna e si affida completamente alla voce di Myles Kennedy. Slash è bravo ed è risaputo e lo stesso si può dire di Myles… ma non sempre l’unione fa la forza. Di certo meno plasticoso e costruito (e volendo più interessante) di “Slash” ma certi riffoni, assoli e doti canore hanno smesso di sorprendere da tempo. (z.) Voto: 5/6

Saint Etienne – Words And Music : tra i nomi storici dell’Uk-pop anni ’90 (quello che giocava con l’elettronica e con la club music) i Saint Etienne tornano alla ribalta dopo anni di confusione. La qualità c’è e va a passeggio con un certo tipo di revival del quale sembrano voler essere i portavoci. (z.) Voto: 7-

Summer Heart – About a Feeling : con un po’ di ritardo rispetto al boom della scena, dalla Svezia arriva il progetto Summer Heart di David Alexander. Chillwave più chill che mai, svacco totale per l’estate che sta arrivando. (z.) Voto: 6+

Damon Albarn – Dee : sempre più a ruota libera, l’ex-Blur esce con un disco solista dal sapore tendente al folk. Scelta maniacale degli strumenti utilizzati. (z.) Voto: 6

Great Lake Swimmers – New Wild Everywhere : probabilmente un piccolo passo falso per la band canadese di Tony Dekker, ma a conti fatti i loro dischi finiscono sempre per affascinare. (z.) Voto: 6+

Torche – Harmonicraft : mentre Miami è preda della tamarraggine della peggior specie, i Torche macinano stoner/sludge rock tosto senza compromessi ma anche molto diretto e accessibile. (z.) Voto: 6/7

Last Days Of 1984 – Wake Up To The Waves : l’esistenza di un disco come “Wake Up To The Waves” è l’ennesimo segnale di quanto gli Animal Collective (per non cadere tra i dinosauri e citare i Beach Boys…) abbiano dato alla musica contemporanea. (z.) Voto: 6,5

Hot Water Music – Exister : tra i pesi massimi dell’emo della seconda metà degli anni ’90 tornano a otto anni di distanza dal loro ultimo album. “Exister” difficilmente conquisterà nuovi fan ma probabilmente non scontenterà neanche i vecchi. (z.) Voto: 6+

B.O.B. – Strange Clouds : forse leggermente meglio del fortunato debutto di due anni fa, ma siamo sempre in zona “rap che non fa bene al rap”. (z.) Voto: 5-

Patrick Watson – Adventures in Your Own Backyard : qui non c’è una nuova “To Build a Home” (il brano dei Cinematic Orchestra), ma la calligrafia di Patrick non si discute. (z.) Voto: 6+

PS I Love You – Death Dreams : secondo disco per il duo canadese che conferma quanto di buono presente nel debutto, lo esaspera senza però compiere il grande salto. (z.) Voto: 6,5

Here We Go Magic – A Different Ship : produce Nigel Godrich il terzo disco dei Here We Go Magic, probabilmente il loro più completo. (z.) Voto: 6/7

The Heartbreaks – Funtimes : Spensieratezza (indie) pop-rock made in England. Nulla di nuovo, nulla di veramente interessante, ma almeno 3 o 4 canzoni da Summer 2012 OST. (z.) Voto: 6+

Neon Trees – Picture Show : usciti dall’anonimato grazie a Glee, i Neon Trees pubblicano un secondo album di mediocre pop-rock da classifica senza idee. (z.) Voto: 5

Actress – R.I.P.: bel lavoro di electronica a basso impulso, minimalismo e atmosfera. (z.) Voto: 7-

Whourkr – 4247 Snare Drums : secondo disco per il side project di Igorrr: violenza pura implosa in electro-breakcore drillata, scandita aritmicamente tra chitarre metal e rutti growl. (z.) Voto: 6,5

Ramona Falls – Prophet: secondo album per il side project di Brent Knopf dei Menomena… inferiore al primo e probabilmente “just for fans”… con tutta la musica che c’è in giro. (z.) Voto: 6

Maps and Atlases – Beware and Be Grateful : si dice che live siano veramente bravi, su disco… anche ma nel complesso non riescono a lasciare traccia. (z.) Voto: 6+

Tenacious D – Rize Of The Fenix : il parody rock dei Tenacious D (il loro debutto di undici anni fa era puro spasso) è diventata parodia di se stesso. Qualche momento di ilarità e poco più. (z.) Voto: 5+

Father John Misty – Fear Fun: ero scettico verso questo esordio a nome Father John Misty di J. Tillman (appena uscito dai Fleet Foxes) ed invece non è niente male. (z.) Voto: 7-

Adam Lambert – Trespassing : per saperci fare ci sa fare, ma perchè alla sua età (30) realizza musica per teenager? La ri è facile… (z.) Voto: 5-

Carrie Underwood – Blown Away: il contenuto non è ridicolo quanto la copertina… ma quasi. (z.) Voto: 4,5

The Enemy – Streets In The Sky : continua la discesa dei The Enemy: anonimo, vuoto, sterotipato… ma soprattutto inutile. Gli anni zero sono finiti…(z.) Voto: 4/5

Accept – Stalingrad : se cercate un disco di metal classico uscito quest’anno difficilmente troverete di meglio. (z.) Voto: 6,5

Simian Mobile Disco – Unpatterns : il loro periodo d’oro è ormai passato ma se continuano a sfornare dischi decenti come “Unpatterns” possono andare avanti per anni…(z.) Voto: 6+

Santana – Shape Shifter : bruttume. (z.) Voto: 4,5

Joey Ramone – …Ya Know? : per soli fan-collezionisti. (z.) Voto: 5-

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LEGENDA 2012
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia 5 stars1
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile 4 stars
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo 3 stelle
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota 2 stelle
4: album completamente inutile 1 stella
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

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Maggio 2012 – 1° Parte
Aprile 2012 – 2° Parte
Aprile 2012 – 1° Parte
Marzo 2012 – 2° Parte
Marzo 2012 – 1° Parte
Febbraio 2012 – 2° Parte
Febbraio 2012 – 1° Parte
Gennaio 2012 – 2° Parte
Gennaio 2012 – 1° Parte
Migliori Album Internazionali 2011
Migliori Album Italiani 2011
Migliori Album Internazionali 2010
Migliori Album Italiani 2010
Migliori Album Internazionali 2009
Migliori Album Italiani 2009

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