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Uscite discografiche Marzo 2012 (2° parte): recensioni

Recensioni nuovi album di Madonna, The Men, The Shins, Iori’s Eyes, Andrew Bird, Michael Kiwanuka, VCMG, Estelle e tanti altri

pubblicato 23 Marzo 2012 aggiornato 30 Agosto 2020 16:34


Madonna – MDNA : ormai sono tanti anni che Madonna insegue furbamente le mode per tenersi stretta la fastidiosa etichetta “regina del pop”. A volte l’ha fatto nel modo giusto (ottimo in “Ray Of Light”, buono in “Confessions on a Dance Floor”) altre volte invece è andata completamente fuori giri (“American Life” e soprattutto “Hard Candy”). Dopo quattro anni all’insegna prima del trash-electropop (Lady Gaga, Katy Perry) e poi della rinascita della melodia (Adele, Lana) quale moda seguire? Troppo difficile scegliere, meglio allora buttarsi a capofitto nella realizzazione di un disco che ha lo scopo principale di “piacere ai fan”, mettendoci dentro un po’ tutto quello che Madonna rappresenta. Per fare ciò ha chiamato a rapporto alcuni produttori in grado di coprire lo spettro di sonorità che il suo pubblico attendeva. Così si nota chiaramente il dislivello qualitativo tra i pezzi firmati William Orbit (nessuno veramente interessante, ma comunque dignitosi) e gli stupidi motivetti dance, a volte semplicemente ridicoli in relazione ai dati anagrafici, usciti dalle mani di Benny Benassi Martin e Martin Solveig. (z.) Voto: 5+

The Men – Open Your Heart : qualcuno dice che il rock è morto… smettiamola di dire fesserie, grazie. Basta buttare lo sguardo fuori dalle charts (anche se Foo Figthers e Black Keys lo scorso anno hanno difeso con onore il “genere” anche nelle zone alte delle classifiche) per trovare continuamente risposte positive. I newyorkesi The Men sono uno dei nomi di punta, di quelli da seguire con molta attenzione perchè oggi scrivono ottimi dischi (il rock è la base, ma vivono di abrasioni noise e sferzate post-hc… con qualche sorpresa semi-acustica), ma in un futuro possono davvero diventare grandi… un futuro che è tutto da scrivere: andranno alla ricerca del singolo che li possa fare esplodere? Continueranno su questo stile rischiando di rimanere un po’ fermi? Sorprenderanno ancora? Per il momento non è importante, considerando la bontà di “Open Your Heart”. Tra loro e Cloud Nothings gli amanti delle chitarre distorte non possono di certo lamentarsi. (z.) Voto: 7

Iori’s Eyes – Double Soul : dopo anni di gavetta e un paio di EP ecco finalmente il debutto dei milanesi Iori’s Eyes. Un debutto che fa le cose in grande perchè non solo segna un cambiamento nella direzione sonora del duo, ma fissa anche coordinate innovative, almeno per il panorama musicale italiano. La lezione di James Blake è di grande importanza (minimalismo soul e giochi di pause), l’impatto visivo (e certi fraseggi vicini al trip hop, “Bubblegum”) dei These New Puritans anche. Riferimenti internazionali quindi, ma il sound che sono riusciti a tirare fuori risulta personale già dopo poche note (merito anche del particolare timbro vocale). Da tenere d’occhio. (z.) Voto: 7

The Shins – Port of Morrow : il ritorno degli Shins era uno dei dischi più attesi dell’anno. Un nome, una garanzia di qualità indie pop capace in passato di scrivere alcune delle più belle canzoni dello scorso decennio (“New Slang” su tutte). “Simple Song”, il convincente singolo anticipatore dell’album, era il modo perfetto per riportare subito in alto il loro nome. Poi però fai partire “Port of Morrow” e il primo ascolto è disastroso: piattezza, banalità… noia. Con le successive sedute si scoprono tutti i dettagli (e non sono pochi) ma niente, il disco stenta parecchio a decollare. Sonorità sdolcinate (“It’s Only Life”, “40 Mark Strasse”), velleità soft-rock (“Fall of ’82”). Non si salva tanto oltre “Simple Song”: la morbida psichedelia della titletrack, la ballad da accendino “For a Fool” e la melodia di “No Way Down” e di alcuni passaggi di “The Rifle’s Spiral”. (z.) Voto: 6,5

Andrew Bird – Break It Yourself : ultimamente non mancano di certo i buoni cantautori e la folk music di qualità, ma l’assenza prolungata dalle scene di Andrew Bird iniziava a farsi sentire (“Noble Beast” risaliva al 2009). “Break It Yourself” è questo: non vuole aggiungere troppe cose alla proposta che lo ha reso famoso tra contaminazioni e il personale utilizzo del violino. Disco senza troppi picchi (“Danse Carib” e “Eyeoneye” però lo sono) ma che riesce a ricreare l’atmosfera bucolica/rilassante perfetta per la stagione primaverile. In “Lusitania” presenzia St.Vincent. (z.) Voto: 7

VCMG – Ssss : dietro al nome VCMG si nascondono Vince Clarke e Marting Gore, tornati insieme dopo tre decenni, ovvero dai tempi degli esordi di quei Depeche Mode che i due avevano contribuito a fondare. Un progetto di cui si parla ormai da mesi (anteprime, l’EP Spock…) ma che sono oggi si trasforma nella pubblicazione di un disco vero e proprio. Si chiama “Ssss” ed è un tuffo nella techno music più classica: cassa dritta, influneze tedesche e grande esperienza. Operazione retromaniaca che funziona solo a tratti. (z.) Voto: 6,5

Estelle – All of Me : Estelle mi è sempre stata simpatica, ha sempre avuto l’aria della furbetta consapevole dei propri limiti, tramutati in una sorta di “non prendiamoci troppo sul serio”. Esplosa globalmente grazie al featuring con Kanye West nel remix della contagiosa “American Boy” torna con un disco che difficilmente riuscirà a portarla nuovamente su quei livelli di popolarità. Pop venato di r&b ben calibrato e ben studiato senza però colpi d’effetto in grado di farle fare lo step successivo verso le grandi (e non intendo le trash-diva delle charts). Una via di mezzo, comunque dignitosa. (z.) Voto: 6

Nite Jewel – One Second of Love: abbandonare una scena può essere coraggioso o semplicemente una mossa studiata a tavolino. l’evoluzione di Ramona Gonzalez sembra appartenere alla seconda opzione: con una copertina che la ritrae a metà tra Skrillex, Davey Havok e Lady Gaga mora, “One Second of Love” lascia al passato il glo-fi/chillwave (probabilmente capendo che si è trattato di un fenomeno di un paio di stagioni) e abbraccia un synth-pop (c’è persino un po’ di Madonna anni ’80…) dai colori r&b che non la rende goffa e poco incisiva. Si salva la arty “This Story” e poco altro. (z.) Voto: 6-

Now,Now -Threads: giovani, molto giovani e look a metà tra l’hipster e l’emo. Certo, il look può trarre in inganno, ma non in questo caso. La musica contenuta in questo album di debutto è un misto di indie pop-rock e parentesi emo-electroacoustic di derivazione anni zero. La mano-guida di Chris Walla (Death Cab for Cutie) si sente, ma i Now,Now sembrano comunque sapere bene dove colpire. Per ora l’età influisce ancora troppo, soprattutto sul lato vocale (Cacie Dalager sembra una liceale…). Aspettiamo una veloce maturazione. (z.) Voto: 6

Michael Kiwanuka – Home Again : album di debutto atteso da mesi, dopo incoraggianti EP e l’inclusione all’interno della lista BBC per il 2012… insomma l’inglese Michael Kiwanuka sembrava avere tutte le carte in regola per diventare l’Aloe Blacc di quest’anno. Soul music, vecchia soul music, dall’approccio retrò legatissimo al periodo d’oro del genere (Otis Redding su tutti). Il giovane Michael (non ha neanche 25 anni) sembra già un rodato soul man, contemplando periodi più riflessivi ed aperture maggiormente bluesy. Si passa da Marvin Gaye fino ad alcune cose di Ben Harper in “Home Again”, un disco ben prodotto, intelligente e probabilmente anche onesto, ma già dalla prossima prova Kiwanuka dovrà guardare al futuro per non rimanere intrappolato in tutti i clichè del passato. (z.) Voto: 6,5

Breton – Other People’s Problems : da tempo nome di culto conosciuto soprattutto tra gli addetti ai lavori e nella zona londinese dove i Breton hanno dato vita ad un vero e proprio collettivo artistico-multimediale (realizzano anche videoclip). “Other People’s Problems” è l’album di debutto che arriva dopo tre EP usciti negli ultimi due anni. Ascoltare i Breton significa fare un tuffo nel periodo 2005-2007, quando la variante dance del post-punk revival (Klaxons, Foals ecc..) dominava la scena indie. Loro ci aggiungono personalità, ricerca sonora e parecchio contenuto arty. Manca ancora solo qualcosa in fase di scrittura. Bel debutto. (z.) Voto: 7

The Jezabels – Prisoner (2011) : dall’Australia come Gotye, ma contrariamente a lui, questi li avevo proprio persi. Male! I The Jezabels, nonostante l’approccio indie avrebbero le carte in regola per entrare immediatamente (è il debutto) nel contemporaneo olimpo pop rock: produzione impeccabile, impianto rock (gli U2 non sono lontanissimi) niente male, voce femminile (Hayley Mary) che copre bene lo spettro richiamando all’appello alcune icone anni ’80 e canzoni sicuramente non innovative, ma onestamente piacevoli.(z.) Voto: 7-

Valerio Scanu – Così Diverso: il ventunenne Valerio Scanu in poco più di tre anni di carriera discografica può vantare un’EP e quattro album, ultimo dei quali questo “Così Diverso”. Il brutto è che potrebbe andare avanti così, pubblicando di continuo album musicalmente vuoti quanto melensi, fino al 2050… (z.) Voto: 4

One Direction – Up All Night : ecco state pur svegli tutta la notte, poi però andate a dormire… per sempre. (z.) Voto: 4
Julia Holter – Ekstasis : (anche se ad un primo ascolto può sembrare) non è il classico album di art-pop al femminile, ma qualcosa in più. (z.) Voto: 7
Soulfly – Enslaved : ottavo album per la band post-Sepultura di Max Cavalera. I tempi sono decisamente cambiati… loro no, ma sono in forma come poche altre forme nella loro discontinua carriera. (z.) Voto: 6,5
Alex Winston – King Con: esordio senza grossi spunti per l’alt-pop della cantante americana (z.) Voto: 6,5
Big K.R.I.T. – 4eva N a Day : ancora mixtape, ancora gratis, ancora qualità per il rapper del Mississippi. (z.) Voto: 7
Holidays – Young Love : gradevole hip-indie pop rock italiano al passo con i tempi (zona The Drums). (z.) Voto: 6,5
Gang Colours – The Keychain Collection : debutto per Will Ozanne/Gang Colours, per ora un wannabe-James Blake senza le canzoni. (z.) Voto: 6+
Expensive Looks – Dark Matters : dignitoso debutto in chiave chillwave/elettronicadelia, nulla di più(z.) Voto: 6
Saluti Da Saturno – Valdazze : tornano i Saluti Da Saturno di Mirco Mariani tra cantautorato, suggestioni appenniniche e tradizione italiana. (z.) Voto: 6,5
Zammuto – Zammuto: ottima ecletico-elettronica per il debutto dell’ex The Books (z.) Voto: 7-
Bowerbirds – The Clearing: folk e americana malinconia con qualche picco. (z.) Voto: 6/7
Paul Weller – Sonik Kicks: non si disprezza l’ennesimo disco di Weller, ma siamo lontani dalle sue opere migliori (z.) Voto: 6+
Giardini Di Mirò – Good Luck : bel disco, ma manca un po’ dell’effetto sorpresa. (z.) Voto: 6,5
Nobraino – Disco d’Oro : buon lavoro, tra cantautorato e folk rock all’italiana.(z.) Voto: 6,5
The Chap – We Are Nobody : non sono e probabilmente non saranno mai nessuno, ma se cercate qualcosa di fresco e senza troppe pretese, potrebbe fare a caso vostro. (z.) Voto: 6+
OFWGKTA – OF Tape Vol. 2 : assolutamente incontinenti, anche a costo di farla ogni tanto fuori dal vaso. (z.) Voto: 6-
Ceremony – Zoo : quarto album tra luci e ombre per la punk rock band californiana (z.) Voto: 6
Tanlines – Mixed Emotions : debutto in sordina per il duo di brooklyn. (z.) Voto: 5,5
Chiddy Bang – Breakfast : debutto mediocre per il duo rap di Philadelphia. (z.) Voto: 5/6

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LEGENDA 2012
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia 5 stars1
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile 4 stars
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo 3 stelle
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota 2 stelle
4: album completamente inutile 1 stella
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

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Febbraio 2012 – 2° Parte
Febbraio 2012 – 1° Parte
Gennaio 2012 – 2° Parte
Gennaio 2012 – 1° Parte
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