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Uscite discografiche Novembre 2012 (2° parte): recensioni

Green Day – ¡Dos! : secondo album della trilogia, approccio leggermente diverso a livello strumentale con maggiori tentazioni vintage rispetto ad “Uno” e richiami al progetto parallelo Foxboro Hot Tubs. Il nulla è sempre più vicino e la mancanza di ispirazione è evidente come in poche altre occasioni all’interno della discografia moderna. No comment su

pubblicato 18 Novembre 2012 aggiornato 30 Agosto 2020 12:49


Green Day – ¡Dos! : secondo album della trilogia, approccio leggermente diverso a livello strumentale con maggiori tentazioni vintage rispetto ad “Uno” e richiami al progetto parallelo Foxboro Hot Tubs. Il nulla è sempre più vicino e la mancanza di ispirazione è evidente come in poche altre occasioni all’interno della discografia moderna. No comment su “Nightlife”. Voto: 4

Robbie Williams – Take the Crown : la carriera di Robbie Williams (il quale, va ricordato, a letteralmente dominato a livello europeo nella prima metà degli anni zero) è stata inevitabilmente ridimensionata dal flop di “Rudebox” in poi. Oggi a 38 anni (solo??!), nonostante il titolo del disco, non può ambire a tornare ai livelli di un tempo ma può riprendersi qualche rivincita, come fa in “Take the Crown”, mediocre disco diviso tra ridicolo happy-pop (Candy, Shit On The Radio), influenze PSB e pop-rock inglese tendente alla ballad. (z.) Voto: 5+

Aerosmith – Music From Another Dimension! : sono passati undici anno dall’ultimo vero album di inediti della band di Stevn Tyler & co (il dimenticabile “Just Push Play”). Non so chi sentisse la loro mancanza, ma un album come “Music From Another Dimension!” delude anche il fan più sordo. Tra tamarrock e insipide ballate meglio metterci una pietra sopra. (z.) Voto: 4+

Christina Aguilera – Lotus : Christina Aguilera ha sempre rappresentato come pochi altri il classico emblema del talento (vocale in questo caso) sprecato. Un talento spesso offuscato da meri calcoli di mercato. E’ stato così ai tempi della fallimentare rincorsa a Lady Gaga di “Bionic” ed è così in “Lotus”, a tratti imbarazzante tentativo di tornare al grande successo. (z.) Voto: 3+

Deftones – Koi No Yokan : Il ritorno del 2010 (“Diamond Eyes”) era già stato di ottimo livello, ma i Deftones degli 2012 dimostrano una solidità artistica veramente fuori dal comune. Si diceva che con “Koi No Yokan” sarebbero tornati ai livelli del grandissimo “White Pony”… beh forse era un’affermazione un po’ esagerata (in quel disco c’era una più alta concentrazione pezzi da novanta), ma la coesione di “Koi No Yokan” merita solamente rispetto. (z.) Voto: 7+

Soundgarden – King Animal : altro comeback di quelli, almeno sulla carta, grossi. Dopo sedici anni di Audioslave, dischi solisti (uno in particolare imbarazzante) e altri progetti, i Soundgarden tornano con un nuovo disco in studio. Onesto e ben suonato è comunque un disco di puro mestiere con ispirazioni compositive piuttosto annebbiate (Non-state Actor e By Crooked Steps sono comunque interessanti). Un po’ come l’album del ritorno degli Alice In Chains con DuVall alla voce, anche “King Animal” è un discreto lavoro che non migliora di una virgola la storia della band. (z.) Voto: 6+

Lana Del Rey – Paradise EP : otto brani extra presenti nella deluxe edition di “Born To Die”, poco di più che variazioni sul tema già proposto sull’album, con in aggiunta un paio di intuizioni interessanti. Meno presenti i giochini pseudo-hiphop. (z.) Voto: 6+

Egyptian Hip Hop – Good Don’t Sleep : nell’album di debutto della band di Manchester va sottolineata la capacità di creare un suono decisamente personale (art-prog pop nascosto da suggestioni psichedeliche) ma anche un livello di scrittura ancora un po’ troppo acerbo, embrionale. Se migliorano sotto questo aspetto faranno grandi cose. (z.) Voto: 7-

Starred – Prison To Prison EP : EP d’esordio di un duo di Brooklyn di buone promesse. Alla voce l’ex compagna di Christopher Owens (ex Girls) e al suo aiuto Matthew Koshak. Rarefazioni narcotiche al cospetto di un folk meditativo quanto dannato. Interessanti. Voto: 7

Tall Ships – Everything Touching: bel dischetto che si muove tra post-rock, math e melodia. Da scoprire piano piano. (z.) Voto: 7

Crystal Castles – (III): terzo disco per Alice Glass e Ethan Kath che cerca di evolvere (un po’ di Grimes e un po di witch house distorta) il CC sound, riuscendoci discretamente. (z.) Voto: 6,5

Emeralds – Just to Feel Anything : era molto atteso il ritorno degli Emeralds dopo il buon riscontro ottenuto con il precednete “Does It Look Like I’m Here?”. Purtroppo gli americani invece di sviluppare ulteriormente la loro formula si sono buttati verso una direzione che non gli rende giustizia: elettronica cinematica, anni ’80. (z.) Voto: 6

Lindstrøm – Smalhans : eccolo qui il genio della space disco. Se non lo conoscete potete partire anche da qui: ottimo lavoro, denso elogio all’electro, al groove e al ritmo ’80s. Decisamente tutt’altra cosa rispetto all’altro album fatto uscire quest’anno (“Six Cups of Rebel”, vedi sotto). (z.) Voto: 7
Lindstrøm – Six Cups of Rebel : uscito ad inizio anno e grande passo falso per il norvegese. (z.) Voto: 6-

Cody ChesnuTT – Landing on a Hundred : dieci anni fa debuttava con il monumentale “The Headphone Masterpiece”, poi fino ad oggi nessun album. Il ritorno lo festeggia con “Landing on a Hundred” disco solido che va a toccare diversi angoli della black music. Ancorato fin troppo al passato, ma nell’insieme è di ottima fattura. (z.) Voto: 7-

Colour Haze – She Said : attivi da quasi vent’anni i tedeschi Colour Haze continuano ad essere un punto di riferimento per gli amanti della psichedelia rock virata stoner. (z.) Voto: 7-

Lukid – Lonely at the Top: piuttosto in forma il londinese Luke Blair tra glitch-hop, funk, slowdisco, soul, ritmi, looped-house. Se vuol però lasciare una traccia importante all’interno dello sconfinato territorio elettronico è ancora lontano dall’obiettivo. (z.) Voto: 6,5

Nina Kraviz – Nina Kraviz : bell’esordio (in realtà è fuori da qualche mese) per la nuova diva della deep house. (z.) Voto: 7-

Photek – KU:PALM : dopo un DJ-Kicks di livello, Photek propone uno sbiaditissimo “KU:PALM”. Rupert che combini?? (z.) Voto: 6+

Il Triangolo – Tutte le canzoni : classico gruppo indie pop all’italiana destinato a dividere gli addetti. Qui l’ispirazione arriva dagli anni ’60 e in parte dai Baustelle. (z.) Voto: 6/7

Brian Eno – Lux : un disco ambiente dal re dell’ambient nel 2012 non può generare troppo interesse o lasciare traccia. Poco male, “Lux” è comunque un buon lavoro. (z.) Voto: 7-

Rachel Sermanni – Under Mountains : brava è brava, ma il suo cantautorato folk fa fatica ad uscire dall’anonimato. (z.) Voto: 6

Gypsy and The Cat – The Late Blue : nel secondo album i due australiani, si buttano sul di un pop vagamente psichedelico (produce Dave Fridmann…). Brani mediamente piacevoli (MGMT e Foster The People non lontani in un paio d’occasioni) e tutto sommato apprezzabili. (z.) Voto: 6,5

LEGENDA 2012
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia 5 stars1
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile 4 stars
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo 3 stelle
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota 2 stelle
4: album completamente inutile 1 stella
3: neanche Justin Bieber, difficile trovare di peggio.
2: non c’è limite al peggio
1: …

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