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Uscite discografiche Ottobre 2011: recensioni (3° parte)

Recensioni nuovi album di Coldplay, Tom Waits, Noel Gallagher, Lou Reed & Metallica, Real Estate, Justice e tanti altri…

pubblicato 21 Ottobre 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 18:59


Coldplay – Mylo Xyloto : senza girarci troppo attorno, tra i gruppi usciti negli anni zero, i Coldplay sono quelli che hanno avuto il maggior successo. Fecero innamorare (quasi) tutti con l’ottimo debutto “Parachutes” e conquistarono definitivamente la massa con il buon “A Rush of Blood to the Head”… poi arrivò “X&Y” e qualcuno iniziò a storcere il naso. Ci pensò “Viva la Vida or Death and All His Friends” a far rialzare le quotazioni. Un pop-rock il loro che dai suoni scarni post-brit dei primi tempi, si è con gli anni evoluto (snaturato?) diventando sempre più pomposo e charts-friendly. Un’evoluzione chiara e marcata che dona a “Mylo Xyloto” caratteristiche per certi versi uniche. Idealmente si riparte da “Viva la Vida” e dai suoni che hanno ulteriormente ampliato il bacino di utenza, estremizzando però il tutto e andando così a delineare un leit motiv ben preciso: synth, maggiore predisposizioni per ritmi up-tempo (che sembrano essere fatti apposta per essere remixati in versione truzza), linee melodiche che inseguono il “motivetto” strumentale con il pilota automatico e cori da stadio a non finire (che, diciamocelo, sono insopportabili). Escludendo la riuscita “Charlie Brown”, nelle rare occasioni in cui si esce da questi schemi, l’ombra degli U2 fa nuovamente capolino (“Major Minus”). Aggiungiamoci un’immagine totalmente reinventata (colori ovunque) e tutto torna… i Coldplay hanno fatto il primo grande passo falso della loro carriera. (z.) Voto: 5,5

Tom Waits – Bad As Me : Tom Waits è una garanzia: in quasi 40 anni di carriera non ha praticamente mai fallito e per contare i suoi album-capolavoro non bastano le dita di una mano… ma in pochi probabilmente si sarebbero aspettati nel 2011 un disco di questo livello. Vero, nulla di veramente nuovo per il buon vecchio Tom, ma la qualità di scrittura e un interpretazione intensa come poche altre volte, rendono “Bad As Me” un lavoro di pregevole fattura. Che siano drunked-boogie (“Get Lost”), atmosfere noir-jazz/blues da film di David Lynch (“Talking at the Same Time”, “Kiss Me”), momenti marziali (“Hell Broke Luce”) o semplicemente buone “canzoni di una volta” stravolte dal marciume vocale di Tom (“Back In The Crowd”, “New Year’s Eve”), “Bad As Me” è quanto di meglio si possa chiedere a musica che non sia necessariamente “innovativa”.(z.) Voto: 7/8

Lou Reed & Metallica – Lulu : Lou Reed e Metallica insieme?? Il rischio era chiaro fin da subito… unire due mondi (che non hanno certo bisogno di presentazioni) così opposti è una cosa riesce una volta su cento. Le impressioni negative sul brano apripista “The View” erano giuste… purtroppo tutto “Lulu” è un disastro. Viene proprio difficile capire se siano davvero convinti di questo lavoro o se si stiano solamente divertendo alle nostre spalle… quasi 90 minuti di musica in cui, escludendo alcuni passaggi più riflessivi (la conclusiva e interminabile “Junior Dad”), si assiste inermi all’unione di riff thrash (i ‘tallica sono bravi a trovare micro varianti di quanto già proposto in passato) e spoken word di Lou Reed alternato alle solite melodie di James Hetfield. L’idea di base poteva essere anche interessante (anche se non troppo distante da certe cose di marchio Henry Rollins), ma è il risultato finale che non lascia scampi. Anche a livello di produzione, i volumi sembrano essere messi senza ritegno, così come i “tempi” e gli incastri vocali. Oggi “Lulu” suona come un grande “epic fail” ma chissà se tra 20 anni, per qualche oscuro motivo, verrà rivalutato… (z.) Voto: 3/4

Noel Gallagher – Noel Gallagher’s High Flying Birds : nonostante la fine degli Oasis sembra impossibile riuscire a liberarsi dei fratelli Gallagher. Pochi mesi fa Liam e i suoi Beady Eye hanno debuttato con il passabile “Different Gear, Still Speeding”, ora è il turno di Noel. Dei due “progetti”, per molti fan degli Oasis, era questo il più atteso perchè Noel è sempre stato la mente dietro la band e… si sente. Non aveva senso aspettarsi qualcosa di diverso o di innovativo da Noel, ma un naturale continuo di quanto fatto nelle ultime uscite con gli Oasis e così è stato. Ma le canzoni? Le canzoni fortunatamente si mantengono su livelli più che discreti lungo tutta la durata del disco (forse rivedibile “AKA…What a Life!”, l’unico brano non puramente Oasis), con alcuni picchi degni di nota (“AKA….Broken Arrow”, “If I Had a Gun” e “Everybody’s On The Run”). Leggermente meglio dei Beady Eye. (z.) Voto: 6,5

My Brightest Diamond – All Things Will Unwind : terzo album per Shara Worden in arte My Brightest Diamond. Mancava dalle scene dal 2008 quando pubblicò il buon “A Thousand Shark’s Teeth”. In “All Things Will Unwind” il discorso si fa ancora più articolato (si fa accompagnare dalla yMusic Ensemble, in cui figura anche DM Stith): pop da camera figlio di un immagionario retrò, caratterizzato da un’interpretazione vocale di narua teatrale (a tratti cabarettistica e operistica) sicuramente degna di nota. Qualche riserbo sulla scrittura a volte fin troppo sopra le righe e poco naturale, ma non sono pochi gli episodi da incorniciare (“Everything is in Line” ad esempio). (z.) Voto: 7-

Real Estate – Days : l’essenza del nuovo album dei Real Estate è tutta rinchiusa nella copertina: logo con caratteri vintage e una foto che sotto ad un cielo grigio-celeste, ritrae una schiera di casette a confinare quella che è forse una spiaggia desolata, forse smantellata dopo un’estate soleggiata. Anni (“Wonder Years”), o meglio, giorni (“Days”) che furono, tra spensieratezza (“Easy”) e malinconia. Un passo avanti rispetto all’esordio che rafforza il loro modo di intendere l’indie pop (con qualche goccia di psichedelia e jangle pop) e che li inserisce automaticamente tra i “pochi fortunati” in grado di non fallire la seconda prova (vero Justice? Vedi sotto…). (z.) Voto: 7+

Justice – Audio, Video, Disco: c’erano quasi riusciti. Erano veramente molto vicini a ripetere quanto fatto dai Daft Punk dieci anni prima: album di debutto (““) di grandissimo impatto, uscito nel settimo anno del decennio, a cui hanno fatto seguito quattro anni di pausa prima di tornare con il secondo lavoro. Se i Daft Punk colpirono nel segno anche con “Discovery”, non si può dire lo stesso dei Justice e del loro “Audio, Video, Disco”, un lavoro che si priva dei punti di forza dell’esordio (singoloni e slap bass belli tosti) e che punta invece verso territori curiosi ma poco affidabili: sempre di dance music dall’attitudine rock si tratta, ma qui prendono sopravvento pericolose tentazioni ’70 e prog che sfociano addirittura nell’AOR digitale in “Newlands”. Un mezzo pasticcio. (z.) Voto: 6-

Jane’s Addiction – The Great Escape Artist : qualche anno fa i Jane’s Addiction venivano citati di continuo tra i gruppi fondamentali di fine anni ’80/inizio anni ’90. Giustamente, perchè album come “Nothing’s Shocking” e “Ritual de lo Habitual” mantengono ancora oggi il fascino di quella California d’annata e dannata. Tra problemi interni e progetti paralleli, nel 2003 Perry Farrel e compagni tornarono dopo anni di pausa con il discusso “Strays” (oh, a me piaceva…)… otto anni dopo, con una difficile gestazione (ricambio continuo di bassisti), ci riprovano con “The Great Escape Artist”. Meno “patinato” del precedente, gioca con reminescenze hard in apertura (riff puro marchio J.A. in “Undergroud”, “Words Right Out of My Mouth”), deviazioni U2 (“Twisted Tales” e “Ultimate Reason”) e tessiture psichedeliche (“Splash A Little Water On It” è forse la migliore del lotto) per un lavoro che complessivamente risulta essere meno prevedibile di quanto ci saremmo aspettati ma decisamente fuori tempo massimo. (z.) Voto: 6

S.C.U.M. – Again Into Eyes : a vederli sembrano giovani poser impegnati ad imitare pose e look anni ’80 (Ian McCulloch e Nick Cave su tutti) ad ascoltarli potrebbero sembrare gli Horrors considerato il loro saper unire post-punk dalle tinte scure e schizzi di shoegaze (no, Chapel Club e A Place To Bury Strangers lo fanno in modo diverso). Ancora un po’ immaturi, dimostrano comunque di aver imparato bene la lezione e di avere già dalla loro carature melodiche da potenziali hit (“Whitechapel”) e ambizioni più elevate (l’ottima “Paris”). A proposito di Horrors, ai tempi dell’esordio poser diedi (con il senno di poi, giustamente) il beneficio del dubbio, perchè non fare lo stesso con gli S.C.U.M? (z.) Voto: 7-

Rustie – Glass Swords e Martyn – Ghost People : la faccio breve, se amate i suoni digitali e non disdegnate chi vi fa “muovere il culo”, questi due album sono altamente consigliati. Due album quasi opposti come direzione, il primo (Rustie) guarda al futuro con un originale mix di elettronica e hip hop etichettato come “wonky” (o altrove aquacrunk), il secondo (Martyn) invece guarda al passato (house, techno). Il punto di incontro tra questi due album è forse rappresentato da Zomby, del quale abbiamo già parlato. (z.) Voto: 7

Walls – Coracle : Ad un solo anno di distanza dall’omonimo debutto (finito nella Top50 Made in Italy di fine 2010) torna il progetto di Alessio Natalizia e Sam Willis: Walls. Prolifico come pochi (ricordiamo i Disco Drive, Banjo Or Freakout e entro breve Esperanza), Alessio con il suo compagno di avventura pubblica (per la Kompakt) “Coracle”, un disco idealmente e stilisticamente diverso dal predecessore: pur mantenendo il marchio di fabbrica, trovano maggiore spazio influenze kraut, ben amalgamate con ritmi quasi techno (soprattutto nella prima parte del disco) e atmosfere più sognanti vicine all’ambient. (z.) Voto: 6/7

Veronica Falls – Veronica Falls : buon debutto di C86 e retro-fuzz, in questo concentrato di dream-twee pop a due voci. Spicca “Misery”, nella quale ricordano una sorta di ripuliti My Bloody Valentine fine anni ’80. (z.) Voto: 7-

Gem Club – Breakers : l’esordio di piccoli Perfume Genius (z.) Voto: 6,5

Iced Earth – Dystopia Voto: 6 (z.)
Aqua – Megalomania Voto: 4,5 (z.)
Venus In Furs – Siamo Pur Sempre Animali Voto: 6,5 (z.)
Still Corners – Creatures of An Hour Voto: 7- (z.)
Yann Tiersen – Skyline Voto: 6+ (z.)

—- Colonna sonora consigliata—-
Cliff Martinez – Drive : che per chi non lo sapesse, era quel soggetto dietro alle pelli nel primo album dei Red Hot Chili Peppers.

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LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia 5 stars1
7: album di ottimo livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile 4 stars
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo 3 stelle
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota 2 stelle
4: album completamente inutile 1 stella
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

—— Precedenti ——
Ottobre 2011 – 2° Parte
Ottobre 2011 – 1° Parte
Settembre 2011
Agosto 2011
Luglio 2011 – 2° Parte
Luglio 2011 – 1° Parte
I Migliori Album del 2011 (Primo Semestre)
Giugno 2011 – 2° Parte
Giugno 2011 – 1° Parte
Maggio 2011 – 2° Parte
Maggio 2011 – 1° Parte
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Aprile 2011 – 2° Parte
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