Home Recensioni musicali Uscite discografiche Ottobre 2010: recensioni (2° parte)

Uscite discografiche Ottobre 2010: recensioni (2° parte)

Emma Marrone – A Me Piace Così : il discorso è simile a quello fatto per Alessandra Amoroso… non serve a nulla essere intonati (i computer poi fanno miracoli) o essere in grado di trasmettere (?), in poche parole non conta come canti, ma cosa canti. Probabilmente quindi non è neanche colpa di Emma se

pubblicato 29 Ottobre 2010 aggiornato 30 Agosto 2020 23:43


Emma Marrone – A Me Piace Così : il discorso è simile a quello fatto per Alessandra Amoroso… non serve a nulla essere intonati (i computer poi fanno miracoli) o essere in grado di trasmettere (?), in poche parole non conta come canti, ma cosa canti. Probabilmente quindi non è neanche colpa di Emma se “A Me Piace Così” è un disco vuoto e dal lato musicale nullo. Non c’è nulla di caratteristico, sono tutti brani che potrebbero finire in un qualsiasi altro disco di sdolcinato pop melodico all’italiana. Ovviamente se prodotti di questo tipo continuano a vendere c’è poco da fare… (z.) Voto: 4

Shakira – Sale el Sol: visto gli scarsi risultati iniziali, “She Wolf” aveva fatto sperare che Shakira abbandonasse finalmente le tentazioni trash da due soldi degli ultimi tempi. Poi purtroppo è arrivato il singolo “Waka Waka” a cancellare ogni minima speranza. Sfruttando l’onda del momento arriva questo album in cui, supportata da una sfilza di produttori e di guest (pessimo Pitbull, un po’ meglio Dizzee Rascal), attraversa nel modo più scontato le varie facce del pop latino. Ovviamente non poteva mancare “Waka Waka”, inserita addirittura in due nuove versioni, a confermare (non che fosse il caso..) l’aspetto meramente commerciale dell’intero lavoro. (z.) Voto: 4,5

Kno – Death Is Silent : debutto solista sulla lunga distanza per Kno, già famoso per gli ottimi lavori con i CunninLynguists. “Death Is Silent” è fra le cose migliori che il mondo hip hop ha regalato in questo 2010. Non aspettatevi nulla di innovativo o sperimentale, ma “semplicemente” un disco super godibile con caratteristiche ben precise: flow diretto e cadenzato, clamorosi beat da movimento cranico automatico (fra DJ Shadow e The Roots) e chorus di matrice soul terribilmente catchy. Gran bel disco. (z.) Voto: 7+

Die Antwoord – $ : Dopo aver spopolato in rete con il pezzo “Enter the Ninja“, per il progetto sudafricano Die Antwoord è arrivato il momento dell’album di debutto. Chiariamo subito: non sono da prendere troppo sul serio, sono grotteschi, trash e si prestano bene alla condivisione sui social network. Musicalmente poi non sono altro che un misto di hip-Pop, electro-rave e alcune cose dal sapore dance anni ’90. Disco che preso per quel che è può risultare anche piacevole… almeno, se li ricorderemo fra dieci anni, lo faremo con il sorriso sulle labbra. (z.) Voto: 5

Good Charlotte – Cardiology : sono passati ormai dieci anni dal loro debutto… era il periodo degli stereotipi da “high-school americana” e della seconda ondata del pop-punk da classifica. Nel 2002 “The Young and the Hopeless”, l’album della svolta, seguito da “The Chronicles of Life and Death” (che conteneva il loro brano più famoso qui da noi, la terribile “I Just Wanna Live”) e da “Good Morning Revival”, forse il loro lavoro più interessante (e questo la dice lunga…). “Cardiology” è un nuovo passo indietro: invecchiando il gruppo ha perso buona parte dell’energia e della freschezza di un tempo, senza però mostrare segni di maturità. (z.) Voto: 4

Zeus! – Zeus! : ottima sorpresa questo progetto ideato da Luca Cavina (Calibro 35) e Paolo Mongardi (Jennifer Gentle, Il Genio). Rimane la passione per gli inseguimenti strumentali, opportunamente estremizzati da contaminazioni grind, noise, e math-prog. A tratti un po’ fine a se stesso, ma il più delle volte decisamente trascinante. Un metronomo impazzito. (z.) Voto: 6/7

Taylor Swift – Speak Now : in USA il country, specialmente quello più vicino ai territori pop, non è mai uscito dalle zone alte delle classifiche grazie ai vari Garth Brooks, Billy Ray Cyrus, Shania Twain, Dixie Chicks, Rascal Flatts ecc. Sfruttando l’onda lunga del successo di Carrie Underwood, Taylor Swift si è subito imposta, vendendo milioni e milioni di dischi. Scritto interamente da lei (caso piuttosto raro per una cantante dai connotati ancora molto teen-oriented), “Speak Now” ha tutte le carte in regola per ripetere nuovamente il successo dei due dischi precedenti. Pop-Country da classifica, che suonerebbe molto più credibile se non fosse presente la solita patina di plastica che ricopre questi prodotti. Magari in futuro… (z.) Voto: 5

Pooh – Dove Comincia il Sole : che sapessero suonare lo si era capito già quasi 40 anni fa, ai tempi del loro periodo migliore, quello più progressive (che ha dato alla luca anche qualche disco degno di nota). In questo senso, si sarebbe potuto fare a meno di buona parte degli album successivi a quel periodo, dato che oltre alle indiscutibili doti tecniche, c’era poco altro. “Dove Comincia il Sole” è, per certi versi, invece un disco importante all’interno della loro carriera, sia per l’assenza di D’Orazio, sia perchè suona decisamente più “libero” rispetto alle ultime prove. (z.) Voto: 5,5

Kylesa – Spiral Shadow : probabilmente l’apice del movimento “sludge metal” lo si è avuto qualche anno fa, con almeno cinque o sei gruppi in grado di scrivere pagine importanti della musica dello scorso decennio (chi più vicino a sonorità stoner/doom, chi più vicino al post-rock). I Kylesa appartengono alla scena della Georgia (USA), proprio come Mastodon e Baroness, con i quali condividono alcuni aspetti non solo musicali. “Spiral Shadow” è sicuramente un buon disco, ma soffre un po’ la competizione con il precedente “Static Tensions” (uscito solo l’anno scorso) e l’impressione che questo sound abbia ormai iniziato la fase calante. (z.) Voto: 7

Intronaut – Valley of Smoke : a grandi linee vale lo stesso discorso fatto qui sopra per il nuovo album dei Kylesa (anche se gli Intronaut hanno caratteristiche maggiormente prog/post). “Valley of Smoke” preso da parte è un gran bel disco, ma chi conosce bene il genere e le sue peculiarità troverà sicuramente alcuni passaggi abbastanza prevedibili e scontati. (z.) Voto: 7

(hed) p.e. – Truth Rising : come vola il tempo… è passato un decennio da quando si pogava a ritmo di “Killing Time” o si cantava a squarciagola il chorus di “Bartender“. Crossover che in parte si distaccava dal sound dei colleghi, complice un’ attitudine influenzata dai clichè tipici da gang sud californiana e da un rap-rock moltro stradaiolo. Li avevamo lasciati su quei territori e, dopo una serie di dischi trascurabili, li ritroviamo sempre lì, imperterriti, senza un minimo segno di evoluzione (basta il singolo “No Rest For The Wicked” per dimostrarlo). Se poi infarciscono il tutto con inutili intermezzi… (z.) Voto: 5

Paul Smith – Margins : Bloc Party, The Killers e Maxïmo Park, tre nomi che circa cinque anni fa sembravano promettere grandissime cose grazie a dei debutti veramente riusciti. Cinque anni dopo troviamo i leader dei tre gruppi tentare la strada solista. Kele e Brandon hanno fallito, confermando il calo creativo già ben visibile nei rispettivi gruppi… Paul Smith (Maxïmo Park) fa lo stesso. Margins è un disco che regala pochissime soddisfazioni, tanto che probabilmente gli stessi fan del gruppo inglese faticheranno a trovarci qualcosa di interessante. (z.) Voto: 5

All That Remains – …For We Are Many : fra i principali esponenti della scena che a metà dello scorso decennio ha mercificato il metalcore, dopo un disco disastroso (“Overcome”), tornano i bostoniani All That Remains. “…For We Are Many” mostra sicuramente segni di ripresa rispetto all’album di due anni fa, ma allo stesso tempo ci mostra un gruppo decisamente fuori tempo massimo e fin troppo fermo su certe sonorità. (z.) Voto: 5/6

Sully Erna – Avalon : il fatto che il debutto solista di un leader di una band sia decisamente più interessante degli ultimi lavori proposti con il gruppo è un caso abbastanza raro. “Avalon”, il primo album di Sully Erna, cantante dei Godsmack, si distacca dal mix Alice In Chains/Metallica tipico della band di Boston e partendo dalle atmosfere della loro “Serenity”, tira fuori un lavoro che ha il sapore di una redenzione… avvolgente, raffinato, tribale e decisamente suggestivo. (z.) Voto: 6,5

Avey Tare – Down There Voto: 6,5 (z.)
Darkstar – North Voto: 7 (z.)
Warpaint – The Fool Voto: 7 (z.)
Guster – Easy Wonderful Voto: 6- (z.)
København Store – Low Voto: 6/7 (z.)
The Phantom Band – The Wants Voto: 6,5 (z.)
The Secret – Solve et Coagula Voto: 6/7 (z.)
Tu Fawning – Hearts on Hold Voto: 6/7 (z.)
Robert Wyatt, Atzmon & Stephen – For the Ghosts Within Voto: 6/7 (z.)
Magnetic Man – Magnetic Man Voto: 6 (z.)
Amiina – Puzzle Voto: 6,5 (z.)
The Orb & David Gilmour – Metallic Spheres Voto: 6,5 (z.)
Aloe Blacc – Good Things Voto: 6,5 (z.)
Folkabbestia – Girano le Pale Voto: 6 (z.)
Milva – Non Conosco Nessun Patrizio Voto: 6 (z.)
The Bees – Every Step’s a Yes Voto: 6+ (z.)
Dilaila – Ellepi Voto: 6,5 (z.)
Diamond Rings – Special Affections Voto: 6 (z.)
Mambassa – LP Voto: 6 (z.)

LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di ottimo livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

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