Home Recensioni musicali Uscite discografiche Giugno 2011: recensioni (2° parte)

Uscite discografiche Giugno 2011: recensioni (2° parte)

Uscite discografiche Giugno 2011 : Fucked Up, Beyoncé, WU LYF, Kaiser Chiefs, Brunori SAS e altri

pubblicato 14 Giugno 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 20:57


Fucked Up – David Comes To Life : sono già passati cinque anni dal debutto dei Fucked Up, cinque anni in cui ci hanno regalato due album molto importanti (per il punk contemporaneo) e decine di live senza freni, trascinati da quell’animale da palco che risponde al nome di Pink Eyes (o Father Damian, scegliete voi). Alla terza prova hanno deciso di puntare in alto, aggiornando il concetto di concept/punk-opera (che Dio benedica gli Hüsker Dü sempre e comunque…) attraverso quattro “act” (per un totale di quasi 80 minuti) che narrano la storia, tutta british, di David. Sono proprio i testi (e il microuniverso che riescono a creare) il valore aggiunto di un disco che musicalmente rimane abbastanza fedele al sound tipico dei Fucked Up, pur concedendosi una maggiore predisposizione alle melodie rock-oriented. (z.) Voto: 7

Beyoncé – 4 : a dieci anni esatti dal tormentone “Survivor” con le Destiny’s Child e a otto dall’esordio solista (“Dangerously in Love”), arriva il quarto album di Beyoncé… intitolato semplicemente “4”. Va dato atto alla Knowles di non avere mai inseguito in modo esasperato le mode e di essere sempre andata avanti per la propria strada (comunque furba e piena di successi). Nessun compromesso con il trash-dance/pop anche in “4”, dove, invece di puntare (ormai con la mira automatica) sull’incrocio fra pop e r&b, si è preferito proporre brani o prettamente pop (troppe noiose ballads/”wannabe new Halo”) o brani prettamente black (collaborazioni importanti non del tutto riuscite). Cosa dovremmo aspettarci in futuro? Una rapida involuzione in zona Celine Dion o una decisa sterzata verso l’r&b/soul più sincero? Forse qualche idea potrebbe dargliela la sorellina Solange(z.) Voto: 5-

WU LYF – Go Tell Fire to the Mountain : attitudine lo-fi/DIY, non-immagine, pop, post-hc (Fugazi), noise, post-rock, indie (Modest Mouse/Titus Andronicus/KOL), Tom Waits, anthem da stadio e tante altre cose… quando è così difficile riuscire a definire o etichettare la musica contenuta in un disco è sempre un buon segno. Manchester ci è riuscita di nuovo… i WU LYF si presentano con un debutto destinato a far parlare molto di sè… e a dividere, perchè quando si è davanti ad una proposta così unica e per certi versi inedita è sempre difficile capire se si tratti di genialità in grado di influenzare generazioni future di musicisti o di qualcosa destinato ad essere dimenticato entro breve. Per il momento due sono le certezze: i WU LYF già oggi sono riconoscibili dopo 2 secondi e possono ancora crescere molto sul lato compositivo, perchè all’interno di “Go Tell Fire to the Mountain” c’è forse più forma che sostanza. (z.) Voto: 6/7

Kaiser Chiefs – The Future Medieval : per tutti i gli stereotipati vasco-rocker da stadio italiani i Kaiser Chiefs sono “quelli di Ruby Ruby Ruby”, ma per chi ha seguito un minimo la scena musicale nell’ultimo decennio, sono soprattutto quelli di “Employment”, debutto bomba che li ha fatti esplodere (c’era chi parlava di nuovi Blur…) nel 2005. Tornano dopo tre anni dal dimenticabile “Off With Their Heads” e lo fanno cercando di sorprendere, sia a livello di marketing (le tracce sono 20, ma c’è la possibilità di sceglierne dieci a prezzo speciale), sia a livello musicale, dove ritrovano in più episodi l’esuberanza degli esordi, ampliando il raggio d’azione (si va fino agli anni ’70) e concedendosi qualche gradita libertà in più (“Coming Up For Air” e “Starts With Nothing”). Per una band che sembrava destinata all’oblio, “The Future Medieval” rappresenta una temporanea ancora di salvezza… poi ovvio, nessuno si aspetterà mai un capolavoro dai Kaiser Chiefs… (z.) Voto: 6,5

Brunori SAS – Vol.2 – Poveri Cristi: dopo aver scatenato tanto clamore con l’album d’esordio (“Vol.1”), vincitore del Premio Ciampi, il rischio era quello di fare la fine di Le Luci Delle Centrale Elettrica o The Niro, che per certi versi hanno fallito la seconda prova, con due album-clone dei rispettivi debutti. Dario Brunori con “Vol.2 – Poveri Cristi” invece, pur mantenendo ben salde le proprie caratteristiche da Gaetano del nuovo millennio, evita bene di ripercorre la stessa strada, allargando i propri confini con alcune influenze più ricercate. E poi ci sono loro, le canzoni, ognuna con la propria storia da raccontare e con le proprie melodie (immediate più che mai). Brunori SAS (come Dente del resto, presente in “Il Suo Sorriso”) rispolvera il cantautorato pop made in Italy, portandolo ai nostri giorni con grande dignità artistica. (z.) Voto: 6/7

Sepultura – Kairos e Morbid Angel – Illud Divinum Insanus : messi insieme perchè qui c’è ben poco da dire… “Kairos” e “Illud Divinum Insanus” sono lavori che rischiano solamente di mettere in cattiva luce ciò che di grande hanno fatto queste due band per il metal (e non solo) a cavallo fra anni ’80 e ’90. La caricatura di sé stessi… e se per i Sepultura non è di certo una novità, dato che non ne azzeccano una da più di un decennio, per i Morbid Angel (che si divertono, loro, a pasticciare con l’industrial) non rappresenta altro che il fallimento di questa “reunion” (è tornato David Vincent alla voce). Pensare di appendere gli strumenti al chiodo (alla borchia…) non sarebbe una cattiva idea…(z.) Voto: 5- e (z.) Voto: 4+

Gomez – Whatever’s on Your Mind: sul finire degli anni ’90, i Gomez erano una delle più importanti “nuove band” inglesi. Dischi di ottima fattura con il loro inconfondibile e variegato pop rock a due voci, quelle di Ian Ball (brit-oriented) e Ben Ottewell (USA-oriented). Partiti con il botto in patria, il loro successo (anche grazie a qualche telefilm) si è con il tempo spostato negli USA con gli ultimi due album: “How We Operate” e il deludente “A New Tide”. Si presentano al nuovo decennio con “Whatever’s on Your Mind”, che non si può certo etichettare come brutto disco, ma purtroppo il tutto suona un po’ troppo anonimo e privo di spunti/idee che non abbiano già proposto in passato. Potevano entrare fra i “grandi”… si sono un po’ persi per strada… peccato. (z.) Voto: 6+

Sondre Lerche – Sondre Lerche : Sondre Lerche è un personaggio raro…a soli 28 anni, zitto zitto è già arrivato al sesto album… la cosa bella è che, senza riuscire mai ad alzare polveroni incredibili, ogni volta che esce un suo disco se ne parla quel poco che basta per ricordarci del suo talento. Un talento come pochi nel scrivere semplici (all’apparenza) canzoni pop da canticchiare in modo spensierato (ma non stupido), sulla scia dei vari Costello, Bacharach e Belle & Sebastian (vedi il discutibile singolo “Private Caller). Il norvegese anche in questo ultimo, omonimo, disco fa sfoggio della sua scrittura, regalando ancora una volta quelle tre o quattro tracce (“Red Flags”, “Domino”, “Go Right Ahead “…) in grado di giustificarne l’acquisto. (z.) Voto: 6,5

City and Colour – Little Hell: su Facebook ha 428.000 fan… cifra enorme, che potrebbe essere giustificata dal fatto di essere il leader degli Alexisonfire, famosa band post-hc canadese… se non fosse che quest’ultimi hanno “solamente” 370.000 fan. Dallas Green/City and Colour con i due album precedenti ha saputo infatti crearsi un pubblico più variegato rispetto a quello più targettizzato degli Alexisonfire, grazie ad ottime canzoni acustiche, per certi versi vicine al folk. “Little Hell” in questo senso amplia ancora maggiormente gli spazi con un uso frequente della chitarra elettrica e incursioni in territori vicini al blues. (z.) Voto: 6/7

Peter Murphy – Ninth : ormai sono 25 anni (escludendo l’evitabile parentesi di “Go Away White”) che Peter Murphy va avanti senza i suoi Bauhaus. Venticinque anni in cui, pur realizzando lavori di un certo livello (memorabile la hit “Cuts You Up”), non è mai riuscito a ripetere quanto fatto con la band. Come si può facilmente intuire dal titolo, “Ninth” è il non disco di Peter, un lavoro che potrebbe raggiungere un pubblico più ampio dato che non mancano i brani tipicamente “pop rock” (affiancabili a certe cose di Bowie o di Iggy Pop). Un disco più che discreto, ma probabilmente non un passaggio obbligatorio all’interno della sua discografia. Qui da noi, il singolo “The Prince & Old Lady Shade” viene persino passato su Virgin Radio e dato in pasto ad un pubblico che potrebbe scambiarlo per Billy Idol o peggio gli HIM…(z.) Voto: 6+

Robin Guthrie – Emeralds: poche storie, i Cocteau Twins possono tranquillamente essere considerati fra i gruppi più importanti degli anni ’80. Parte del merito va sicuramente alla voce unica di Elizabeth Fraser, ma è giusto rivalutare anche l’incredibile lavoro, sia sulla sei corde che dietro al mixer, di Robin Guthrie. Un tocco decisamente unico: etereo e sognante. In “Emeralds”, Robin propone dieci brani strumentali fra dream pop (a tratti sembrano pezzi degli Slowdive senza voce) e suggestioni ambient. Un disco che nasce e muore qui, ma che può regalare più di una emozione.(z.) Voto: 6,5

Black Lips – Arabia Mountain – Voto: 6/7 (z.)
The Psychic Paramount – II Voto: 6/7 (z.)
In Flames – Sounds of a Playground Fading Voto: 5,5 (z.)
All Time Low – Dirty Work Voto: 4,5 (z.)
Efrim Manuel Menuck – Plays “High Gospel” Voto: 6 (z.)
Roddy Woomble – The Impossible Song & Other Songs Voto: 6 (z.)
Saxon – Call to Arms Voto: 6 (z.)
Planningtorock – W Voto: 6 (z.)
LMFAO – Sorry For Party Rocking Voto: 3,5 (z.)
Marissa Nadler – Marissa Nadler Voto: 6,5 (z.)
—————

LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di ottimo livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

—— Precedenti ——
Giugno 2011 – 1° Parte
Maggio 2011 – 2° Parte
Maggio 2011 – 1° Parte
Aprile 2011 – 3° Parte
Aprile 2011 – 2° Parte
Aprile 2011 – 1° Parte
PRIMO TRIMESTRE 2011
Dicembre 2010
Novembre 2010 – 2° Parte
Novembre 2010 – 1° Parte
Ottobre 2010 – 2° Parte
Ottobre 2010 – 1° Parte
Settembre 2010 – 2° Parte
Settembre 2010 – 1° Parte
Agosto 2010

Recensioni musicali