Home Ultimo Ultimo si racconta su Twitch: anticipazioni sull’album “Solo” e sul nuovo singolo “Niente”

Ultimo si racconta su Twitch: anticipazioni sull’album “Solo” e sul nuovo singolo “Niente”

Ultimo su Twitch: le dichiarazioni del cantante sul nuovo album “Solo” e sul singolo “Niente” che anticipa la pubblicazione del disco

pubblicato 13 Ottobre 2021 aggiornato 15 Ottobre 2021 00:13

Ultimo ha raccontato il suo nuovo disco, Solo, e il singolo Niente, in una diretta condivisa oggi su Twitch.

“Sono veramente emozionato nel vero senso della parola. Quello che penso veramente sull’album l’ho scritto su Instagram , lo sento veramente più di tutti gli altri. L’ho scritto in un periodo tosto per tutto. Sentire che non c’era una sofferenza solo mia, mi ha fatto mettere tutto me stesso, C’è una grande sincerità nel disco. Tutti i social si basano sul piacere, sul Like. Io ragionavo su questa cosa. Una società basata sul far vedere solo le cose belle non è la giusta via, secondo me. Ci vuole tempo per esaminare tutto un altro lato. Un album che per qualcuno può essere una presa di coscienza un po’ pesante ma volevo mostrare esattamente quello che ho dentro, senza filtri

Il rapporto con i social

Parlando del rapporto con i social, Ultimo spiega:

Nel mio caso c’è il cantante ma anche un aspetto dietro, che la gente non immagina che si possa avere. Voglio far capire cosa voglio fare con le mie canzoni. Le canzoni parlano di me. Per me è importante il disco. Nella musica deve uscire una canzone ogni due settimane, bisogna vendere, bisogna fare. Ma ci vuole tempo, ha un valore. Se prendi le storie di Instagram, che durano 15 secondi: già sapere che hai questo tempo limitato, ti mette ansia e non ti fa vivere le cose. Non uscivo con un album dal 2019. Volevo far uscire un album nel 2020 ma avevo bisogno di tempo. Queste canzoni le ho metabolizzate talmente tanto che ora sono pronto a raccontarle”.

Ultimo, Niente, anticipazioni sul nuovo singolo

Niente è il titolo del brano che uscirà domani a mezzanotte. Ecco qualche anticipazione, direttamente da Ultimo:

“Non scelgo mai i singoli da rilasciare. Per me è importante il disco. Non riesco mai a capire qual è quello adatto… Niente è molto importante dal punto di vista del sound. Mi riporta alla rabbia, volevo comunicare rabbia. L’ho scritto all’inizio e racconta l’apatia che ho provato. Durante il primo periodo del 2020, son tornato da Los Angeles. Sono stato in un periodo in cui non provavo sensazioni. In questa canzone volevo far raccontare l’angoscia e la rabbia che provavo”

Poi ha fatto una riflessione sulla sua vita di artista:

Bisogna capire che c’è sempre un lato umano dietro tutti. Sembra che questo nostro mestiere sia fatto di luci, divertimento… E’ sicuramente un lavoro da privilegiato. So qual è la realtà delle persone. Ma c’è anche un lato di pressione forte, soprattutto se a 19 anni ti cambia improvvisamente la vita”.

Ultimo e il tour negli Stadi rimandato: il commento

Parlando del tour negli Stadi saltato e rimandato per via del Covid, Ultimo racconta:

Sono stato male, non devo aver problemi a dire questa cosa. Venivo dallo Stadio Olimpico che mi ha dato una carica pazzesca. Da novembre ho iniziato a prepararmi per il tour. Mi sono programmato tutta una serie di cose che ho visto troncarsi. Lì, come in tanto, mi sono ritrovato ad una pesantezza dei giorni tutti uguali. Volevo fare una diretta, qualcosa per il pubblico ma non avevo quel passo in più per farlo. Non vedevo il senso di farlo. Poi, come tutte le cose, c’è un momento dove… O continui cosi  o prendi coscienza di quello che hai davanti. Non devi provare a non guardarla e dire “Sto bene”. Questa moda non è giusta, il dolore è importante. Se la elimini stai vivendo con i trucchi, prima o poi ti stufi e devi guardarle in faccia le cose.

L’album doveva intitolarsi “Il bambino che contava le stelle” ma…

Solo non era il titolo immaginato per il nuovo disco:

Nel 2019 doveva intitolarsi “Il bambino che contava le stelle”, il titolo di una canzone che poi è presente nell’album. Volevo raccontare il vivere con la spensieratezza. Un argomento che avevo toccato anche in Pianeti. Ma le cose sono cambiate e non potevo più lasciare quel titolo. Il 4 gennaio, mi metto al pianoforte e scrivo “Solo“. Da lì è cambiato tutto perché il giorno dopo ho scritto  “Quel filo che ci unisce“, una canzone d’amore assoluta. In quel giorno, credo ci sia stata quel qualcosa che mi ha fatto prendere più consapevolezza mentale e ha preso forma tutto. E’ un album “de core, de pancia”. Io sono le mie canzoni, possono piacere o no, è giustissimo. Però voglio ragionare su un aspetto. La critica che leggo di più è “Sei depresso”. Srarei molto attento a usare la parola “depressione”, si parla poco di questa parola. Si parla di me, posso aver la fortuna di lavorare su me stesso ma quando va a finire ovunque non bisogna sottovalutarlo.

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