Home Recensioni musicali Uscite discografiche Gennaio 2011: recensioni (1° parte)

Uscite discografiche Gennaio 2011: recensioni (1° parte)

James Blake – James Blake : prendete una voce per certi versi vicina a quella di Antony, aggiungeteci una buona dose di soul e accompagnate il tutto con delle basi tanto moderne (quasi dubstep) quanto profonde. Più che la voce (indubbiamente bella) sono proprio i bassi… le battute… le pause… che danno a questo disco

pubblicato 17 Gennaio 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 22:53


James Blake – James Blake : prendete una voce per certi versi vicina a quella di Antony, aggiungeteci una buona dose di soul e accompagnate il tutto con delle basi tanto moderne (quasi dubstep) quanto profonde. Più che la voce (indubbiamente bella) sono proprio i bassi… le battute… le pause… che danno a questo disco una marcia in più. Tutte caratteristiche che già ora lo candidano come uno dei migliori dischi di debutto (e forse non solo) del 2011. (z.) Voto: 7,5

Destroyer – Kaputt : Daniel Bejar e soci ci ha messo dieci anni prima di raggiungere una discreta fama con l’ottimo “Destroyer’s Rubies” del 2006, seguito dal meno buono “Trouble in Dreams” (2008). A tre anni di distanza tornano con questo “Kaputt” che segna il distacco definitivo da certi suoni acustici a favore di un pop di altissima classe, roba da intorto anni ’80 con tanto di varie incursioni di sax e di tastiere cool. Un deciso cambio di direzione, importante non solo all’interno della discografia dei Destroyer. (z.) Voto: 7+

The Decemberists – The King Is Dead : dopo un disco ambizioso e, a mio avviso, veramente riuscito come “The Hazards of Love” del 2009, i Decemberists tornano con uno dei lavori più attesi di questa prima parte di 2011: “The King Is Dead”. Un disco meno vario e dagli intenti più modesti rispetto al predecessore. L’obiettivo è quello di creare brani pop-rock (a metà strada fra “americana” e R.E.M.) senza grosse pretese se non quella di risultare piacevoli all’ascolto. Da questo lato “The King Is Dead” non fallisce, grazie alle ottime melodie (spesso e volentieri ben sorrette da un sapiente uso dell’armonica a bocca), ma allo stesso tempo sembra essere leggermente sotto il livello (molto alto) a cui i Decemberists ci hanno da sempre abituati. (z.) Voto: 7

White Lies – Ritual : raggiungere subito il grande successo è spesso controproducente perchè alla seconda prova ci si sente quasi “obbligati” a ripetere la formula per rimanere sulla cresta dell’onda. Questo è quello che traspare anche da “Ritual”, secondo disco dei White Lies, che a parte qualche synth in più, non si discosta molto da quanto già proposto. I problemi riscontrabili nel primo album rimangono e si accentuano. Rimangono giusto due o tre pezzi decisamente riusciti (compreso l’ottimo singolo “Bigger Than Us”) che si elevano su una distesa di brani abbastanza piatti. (z.) Voto: 6-

Mogwai – Hardcore Will Never Die, But You Will : gruppo cardine nella manipolazione del post-rock: quasi quindici anni fa ha tracciato le nuove coordinate del genere, fatte di soluzioni epiche, di crescendo e di esplosioni sonore. L’attesa per “Hardcore Will Never Die, But You Will” era veramente tanta… ripagata solo a metà, perchè se da un lato non è un brutto disco (ci sono anche vere e proprie canzoni e qualche inaspettata influenza kraut), dall’altro ci mostra una band alle prese con passaggi musicali troppo spesso prevedibili e privi di fascino. Curiosa “You’re Lionel Richie” con uno spoken word in italiano, che per mia ignoranza non sono riuscito ad inquadrare. Probabilmente l’hardcore non muorirà mai, ma il post-rock dei Mogwai ha bisogno di qualche cambiamento più radicale per rimanere vivo. (z.) Voto: 6,5

Anna Calvi – Anna Calvi : il 2011 potrebbe essere l’anno del ritorno del raffinato. L’album di debutto di Anna Calvi (esce per la prestigiosa Domino) mette subito in chiaro gli intenti… una sorta di Jeff Buckley al femminile (suona anche la chitarra e pure bene), fra atmosfere vagamente jazzate (e retrò) da locale a luci soffuse e tentazioni più rudi e sinistre (Siouxsie, PJ Harvey). Soundtrack ideale per un film di Tarantino (o anche Lynch volendo). La forma c’è già tutta, manca ancora un po’ di sostanza, per il momento prendete nota… (z.) Voto: 7

Motörhead – The Wörld Is Yours : era facile prevedere che il ventesimo disco dei Motorhead avrebbe suonato praticamente identico agli altri diciannove… ed infatti è così. Ma mettendo da parte questo particolare, ci troviamo di fronte ad un disco bello solido che ci mostra Lemmy & co decisamente in forma, con alcuni brani che 30 anni fa non avrebbero sfigurato di fianco ai loro classici. Però siamo nel 2011 e tutto ciò suona piuttosto obsoleto… (z.) Voto: 6,5

Mr. Big – What If… : “What IF…” è il ritorno discografico dei Mr.Big, a 10 anni dall’ultimo album in studio: “Actual Size” e 20 dal loro periodo di massimo successo (regalato dalla ballad “To Be With You”). Grandi musicisti, hanno sempre messo davanti l’esibizione della tecnica al lato compositivo. “What IF…” ha lo stesso senso che hanno i dischi dei Pooh da anni a questa parte… cioè abbastanza poco. Contentino per i fan o per chi è ancora legato ai suoni melodic-hard rock di fine anni ’80. (z.) Voto: 5,5

Cake – Showroom of Compassion : gruppo dal sound talmente personale da renderlo un caso unico nel panorama mondiale, i Cake tornano dopo ben sette anni dal poco riuscito “Pressure Chief”. Lo fanno con “Showroom of Compassion” un disco che in parte cerca di ricalcare in copia carbone le loro hit di fine anni ’90, concedendosi però qualche riuscito passaggio meno “mosso” e maggiormente “ballad-oriented” rispetto al solito. Album di per sè abbastanza trascurabile, ma che merita sicuramente almeno un paio di ascolti. (z.) Voto: 6+

Duran Duran – All You Need Is Now : carriera ad alti e bassi quella dei Duran Duran, dopo le vette di “Rio” la discesa, interrotta solamente da “The Wedding Album” (1993), poi nuovamente in basso fino al ritorno su livelli decenti con “Astronaut” (2004). “All You Need Is Now” è probabilmente il miglior lavoro dei Duran Duran dal Wedding Album, grazie a forti dosi di synth, atmosfere anni ’80 e brani nel complesso piuttosto riusciti. Dopo l’album degli Hurts e l’ultimo dei Take That, con questo “All You Need Is Now” si completa una triade che dimostra che in ambito mainstream pop è ancora possibile fare buone cose. (z.) Voto: 6,5

Yuck – Yuck : debutto che molto probabilmente farà parlare di sè nei prossimi mesi. L’originalità della band inglese (anche se suonano incredibilmente americani) e della musica contenuta in “Yuck” non è certo elevata: mix ben equilibrato di alt-indie rock di fine ’80 e di odierno noise-pop. Impressiona molto positivamente invece la capacità di scrivere ottime melodie, chorus decisamente orecchiabili (volutamente “nascosti” sotto apparenze lo-fi) e di diversificare abilmente la proposta, dai pezzi più “tirati” ai pezzi più acustici, sconfinando nei droni della conclusiva “Rubber”. Piccola delusione personale la scelta di non inserire “The Base Of A Dream Is Empty” (vagamente My Bloody Valentine) nella tracklist. (z.) Voto: 7-

Cage the Elephant – Thank You, Happy Birthday : i Cage the Elephant con l’album di debutto erano riusciti a creare un sound personale e allo stesso tempo molto orecchiabile… quasi un’impresa. Sorprende non poco quindi, la decisione di abbandonare (in parte) la propria strada (e successo) in favore di una proposta musicale molto più anonima, a metà strada fra alternative rock anni ’90 (Pixies) e indie rock più moderno. Un paio di canzoni potrebbero andare bene per qualche festicciola fra adolescenti, ma a parte questo c’è poco altro che ne possa far consigliare l’acquisto. (z.) Voto: 5/6

Braids – Native Speaker Voto: 6,5 (z.)
Ka mate Ka ora – Entertainment In Slow Motion (2010) Voto: 6/7 (z.)
Stateless – Matilda Voto: 6,5 (z.)
Wire – Red Barked Tree Voto: 6/7 (z.)
The Go! Team – Rolling Blackouts Voto: 5/6 (z.)
Stratovarius – Elysium Voto: 6 (z.)
Tapes ‘n Tapes – Outside Voto: 6 (z.)
British Sea Power – Valhalla Dancehall Voto: 6,5 (z.)
Gianna Nannini – Io e Te Voto: 5 (z.)
Fujiya & Miyagi – Ventriloquizzing Voto: 6 (z.)
Edipo – Hanno Ragione I Topi Voto: 6 (z.)
—————

LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di ottimo livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

—— Precedenti ——
Dicembre 2010
Novembre 2010 – 2° Parte
Novembre 2010 – 1° Parte
Ottobre 2010 – 2° Parte
Ottobre 2010 – 1° Parte
Settembre 2010 – 2° Parte
Settembre 2010 – 1° Parte
Agosto 2010

Recensioni musicali