Home AC/DC Scorpions, Schenker a Blogo: “Suoneremo finchè saremo in forma, senza finire come AC/DC o Motorhead”

Scorpions, Schenker a Blogo: “Suoneremo finchè saremo in forma, senza finire come AC/DC o Motorhead”

Il nuovo disco Return To Forever, i 50 anni della band, i paragoni con i Rammstein, la vita improbabile da pensionato: il chitarrista si apre ai nostri microfoni per una intervista esclusiva.

pubblicato 23 Febbraio 2015 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:57

Cinquanta anni di carriera. Quante rock band conoscete, che nel 2015 siano ancora attive e possano vantare questo traguardo?
Gli AC/DC hanno iniziato nel 1973, i Motorhead nel 1975, gli U2 nel 1978 (a loro va però il merito di non aver mai cambiato lineup!). ZZ Top ci vanno vicini, avendo iniziato nel 1969, ed i Rush nel 1968. Solo i Rolling Stones, avendo iniziato nel 1962, hanno già superato il traguardo.
Nel 2015, un’altra band storica arriva a festeggiare i 50 anni: sono gli Scorpions, che nel 1965 videro la luce grazie a Rudolf Schenker. In realtà la band rimase piuttosto sconosciuta fino al 1969, ma Rudolf l’anno scorso ha detto di aver trovato una ricevuta scritta da suo padre nel 1965, quando gli prestò dei soldi per comprare la sua chitarra e e suonare in un gruppo chiamato Scorpions. Quindi, che 1965 sia, e che 50esimo anniversario sia.

In barba agli annunci di scioglimento o di ritiro dalle scene, gli Scorpions sono più vivi che mai, e festeggiano questo anniversario con un nuovo disco, intitolato Return To Forever, diciottesimo album in studio, contenente brani originali ma… ideati oltre vent’anni fa. Niente di meglio che chiedere delucidazioni direttamente a Rudolf, chitarrista e fondatore della band.

Ciao Rudolf, come stai?

Io sto bene, anche se sono tre giorni che sto facendo interviste e sgolandomi per parlare con tutti… ma non vedevo l’ora di parlare anche con te, Paolo!

Tante interviste, tanta promozione… ma un disco degli Scorpions non dovrebbe “vendersi da solo”, ormai? Con cinquanta anni di carriera alle spalle, e successi indimenticabili, non dovrebbe bastare il nome in copertina per assicurare vendite stratosferiche ad un nuovo album?

In realtà ciò che tu proponi era stata una delle prime ipotesi per questo disco, quando abbiamo iniziato a pensarci un paio di anni fa: farlo uscire senza troppa pubblicità, senza sparate mediatiche, con poche interviste selezionate. Avevamo adottato quel sistema con Comeblack, ad alcuni era sembrato funzionare, ma per altri no. Sinceramente, a me piace fare interviste, e infatti sono io uno di quelli che sta facendone di più in questi giorni. Innanzi tutto mi piace parlare della mia musica, e poi parlare con i giornalisti mi fa comunque capire com’è andato il disco, se è piaciuto, se abbiamo sbagliato qualcosa…

Non dirmi che dopo tutti questi anni, avete ancora “ansie da prestazione” alla vigilia della pubblicazione di un disco! Vi sentite dubbiosi sulla qualità del materiale, o vi basta dire a voi stessi di aver tirato fuori le palle e messo anima e corpo nelle nuove canzoni, e poi come andrà andrà?

Il problema non è tirar fuori le palle: è poi vedere se le usiamo bene! Se non girano nella direzione giusta, il disco non è buono, anche se noi pensavamo di aver scritto solo canzoni fantastiche! Non è che dubitiamo di noi stessi, ma può succedere di investire tantissime energie in una certa direzione musicale, e poi scoprire che quella direzione non è quella giusta. Gli Scorpions hanno spesso scelto la strada meno scontata, e ammetto che non sempre è andata bene. L’importante è imparare dai propri errori, o perlomeno di farne sempre di diversi, ahaha!

Cosa è venuto prima, nella stesura del disco: la musica o i testi? Di solito è una domanda banale che evito di porre, ma in questo caso ho notato una certa nota di tristezza in molti dei testi, che sembrano ringraziare i fan e dire addio alla band, mentre al contempo quasi tutte le parti musicali (ballad escluse) sono piuttosto allegre, tirano su il morale e fanno battere i piedi – non proprio la musica che ci si aspetta quando si sta dicendo che forse non ci si vedrà più…

La risposta è semplicissima: la musica è venuta prima! La nascita di metà delle canzoni di questo disco, infatti, affonda le radici nella fine degli Anni Settanta: all’epoca scrivevamo tantissime basi, e poi dovevamo selezionare una minima parte, dimenticandoci del resto. Abbiamo ritrovato alcune di queste basi, erano in effetti canzoni complete e finite, e le abbiamo suonate con una produzione più moderna e sono finite dritte dritte su questo disco, e anche i testi più o meno sono quelli originali, quindi se in tutti leggi una sorta di addio della band, forse ti stai solo suggestionando. Le altre 6-7 canzoni nuove, però, sono state scritte l’anno scorso ed i testi hanno sì il compito di ripercorrere la nostra carriera e ringraziare tutti. Spetta a voi provare a scoprire quali sono le canzoni “vecchie” e quali quelle “nuove”! A livello musicale, le canzoni nuove sono fortemente ispirate al sound delle altre vecchie che abbiamo riscoperto, quindi suonano molto “vintage-Scorpions”. Io le definisco come l’anello mancante fra Love at First Sting e Savage Amusement.

Mentre incidevi queste canzoni, non hai avvertito un senso di tristezza, nel pensare che questo potrebbe essere l’ultimo disco che porta il nome degli Scorpions?

No, nessuna tristezza! non si può mai dire cosa succederà nella vita… se questo sarà un album apprezzato da tanti, magari ne faremo un altro! D’altronde, chi avrebbe mai immaginato che una band della Germania del dopo-guerra avrebbe avuto 50 anni di carriera?
Questo tour per i 50 anni di Scorpions sarà una grande festa, avremo un palco enorme e bellissimo, e sinceramente io non posso andare ad una festa sentendomi triste. Se andassi ad una festa pensando al mal di testa del giorno dopo, non uscirei nemmeno di casa: bisogna vivere alla giornata, e godersi tutto quello che succede!

A quanto pare gli Scorpions, allora, potrebbero vivere per sempre, e andare in tour per sempre. Non trovi fastidioso, quindi, che da quattro anni a questa parte, da quando avete annunciato il famoso “tour d’addio”, una delle domande più frequenti che vi sono poste sia “ma non avete detto che vi stavate per ritirare? come mai annunciate un nuovo tour, ora?”.

Non ho problemi a rispondere a questo tipo di domande, la mia risposta è sempre la stessa: le cose possono cambiare da un momento all’altro! Non volevamo “fregare” nessuno, annunciando il nostro ritiro dalle scene, volevamo farlo mentre ancora tutti noi eravamo in grado di tenere bene il palco, dare il 100% durante il concerto.
Quando abbiamo girato il mondo con quel tour, ci siamo resi conto che il pubblico stava ringiovanendo: anzichè venirci a vedere solo dei “vecchi” come noi, nelle prime file c’erano ragazzi che avevano un/terzo dei miei anni, e su Facebook continuavano a chiederci di suonare nella loro nazione, perchè non volevano perdersi l’occasione di vedere gli Scorpions dal vivo per l’ultima volta. Allora ci siamo guardati negli occhi, abbiamo controllato di essere ancora in salute, e abbiamo deciso di continuare un altro anno. Quando abbiamo fatto il concerto finale a Berlino, per noi era la fine. Poi MTV ci ha chiesto di registrare un live acustico, e subito dopo averci visto ancora dal vivo, i promoter ci hanno chiesto se ci andava un altro tour. Ci siamo guardati ancora una volta negli occhi, abbiamo visto che non sembravamo ancora dei vecchi stupidi sul palco e che probabilmente non sarebbe morto nessuno durante un concerto, e allora abbiamo ripreso. E poi è saltata fuori questa cosa dei cinquanta anni, e insomma… don’t stop at the top, come cantavamo nel 1988!
Se questo disco e questo tour avranno successo e la gente continuerà a dirci di continuare, probabilmente lo faremo, ma dovremo sempre fermarci a controllare che sia tutto ok. Guarda altre band “storiche”, come AC/DC o Motorhead, che purtroppo non riescono più a suonare dal vivo al massimo della forma: noi questo lo vogliamo evitare, a noi ed ai fan.

Non ti immagini proprio, come un pensionato che inizia a curare il suo orto o a farsi lunghe passeggiate in campagna?

Ahahah, non mi ero mai immaginato così, finchè ora non me lo hai detto tu! Però cosa ti devo dire, forse la vita mi porterà ad essere proprio così, e io lo accetterò, mentre zappo la terra dell’orto, chi lo sa. Se sarò arrivato fino a lì, ci sarà un motivo, e sicuramente mi sarò goduto tutto il percorso. Non mi preoccupo del futuro, perchè non sappiamo cosa ci riserva! Guarda il mondo: ci sono guerre qui, lì… magari domani la guerra arriverà alle nostre porte, e io avrò sprecato il mio tempo pensando a me stesso pensionato. Bisogna godersi la vita giorno per giorno, vivendo al meglio delle nostre possibilità.

Vista questa tua passione per il “vivere alla giornata e godersi il momento”, sono curioso di sapere la tua opinione sui tantissimi giovani che passano metà concerto a far foto o fare riprese (di scarsissima qualità) con il cellulare…

Non giudico nessuno, e comprendo che questo sia un segno dei tempi. Oggi si vuole portare a casa un ricordo del concerto sul proprio telefono, io non ci posso fare niente, è diventato parte del concerto. Non mi dà fastidio vedere tutte quelle luci accese mentre faccio un assolo – una volta c’erano gli accendini, adesso ci sono le luci dei telefoni, non è un problema, purchè in quel momento chi è al concerto si stia divertendo con quello che fa.

Per molti di questi giovani, l’altra metal band più importante uscita dalla Germania sono i Rammstein, che propongono una visione musicale molto più intensa e “violenta”. Nessuno paragona mai Scorpions a Rammstein, anche se ad esempio i membri di entrambe le band si formano in periodi storici di grandi cambiamento (dopo la Seconda Guerra Mondiale voi, durante la caduta del Muro di Berlino i Rammstein). Ci sono rapporti fra di voi, o la Germania è grande abbastanza per due band di livello mondiale?

Siamo entrambe gruppi che hanno superato ogni avversità, e che hanno trovato successo in posti insperati. Chi avrebbe immaginato che una band tedesca conquistasse l’america pochi anni dopo la guerra, e chi avrebbe immaginato che una band della Germania dell’Est avrebbe conquistato prima l’Europa e poi il mondo?
Adoro la musica dei Rammstein, sono un amico di Till Lindemann e le cose che lui mi racconta di quanto era un ragazzo, rispecchiano le mie esperienze: l’enorme aiuto che la musica gli ha dato quando tutto intorno a lui stava crollando e cambiando, il legame con la chitarra come ancòra di salvezza, il fatto che ciò che portano sul palco sia il modo di esorcizzare l’inferno che hanno attraversato da bambini.
La loro musica è diversa dalla nostra, ma la considero un’opera d’arte. L’aspetto visivo, e anche i testi – chi non conosce a fondo il tedesco si perderà sicuramente molte sfumature della profondità artistica di Till.
Così come io mi diverto a comporre canzoni rock tirate ma anche ballad romantiche, penso che in Germania ci sia tutto il posto per avere una band hard rock e una band di impatto molto più forte: contribuisce tutto al quadro storico, e le due anime possono convivere pacificamente.

E’ da poco uscita in Italia una nuova biografia degli Scorpions, “Uragano Tedesco”, di Martin Popoff – com’è il tuo rapporto con la storia raccontata?

Di biografie ne sono state scritte un po’, la mia parte in esse si risolve nel fare qualche lunga chiacchierata con chi è bravo a scrivere e fare le domande giuste, e sicuramente Popoff è uno dei migliori, visto che ha scritto tantissimi libri sulla storia del rock.
Recentemente però ho messo in difficoltà chi vorrà scrivere altri libri sulla band o su di me, pubblicando la mia autobiografia definitiva “Rock your Life”, una visione completa sulla mia storia personale, intrecciata ad utili consigli su come muoversi e scalare le vette del mondo del rock con le giuste motivazioni!

Temo che ormai siamo giunti alla fine del tempo a nostra disposizione, Rudolf…

Mi dispiace! Prima di chiudere, però, voglio ringraziare di cuore Padova, dove abbiamo suonato la scorsa Estate – è stato fantastico trovare un pubblico così caldo e numeroso, ed è per questo che a Novembre torneremo in Italia per ben tre concerti, e spero di vedervi tutti!

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