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Povera patria, testo e significato della canzone

Povera Patria, testo e significato della canzone di Franco Battiato. Il brano è stato scelto da Colapesce e Di Martino a Sanremo 2021 per serata cover

4 Marzo 2021 13:46

Povera patria è una canzone di Franco Battiato presente nel disco “Come un cammello in una grondaia”, pubblicato nel 1991 e presente anche nell’omonima raccolta pubblicata nel 2010.

Il disco del 1991 conteneva quattro pezzi inediti del cantautore (Povera Patria, Le sacre sinfonie del tempo, Come un cammello in una grondaia e L’ombra della luce) e altri brani di autori di musica classica.

Povera patria si aggiudica nel 1992 la Targa Tenco come “Miglior Brano dell’Anno”.

Nella canzone emerge lo sguardo di distanza che Battiato vede dal suo concetto di governo. Davanti ai suoi occhi, i governati assistono, con indifferenza, a quello che li circonda, dai morti ammazzati per mafia alle risse negli stadi. Un mondo, un popolo che si sente privo di qualsiasi diritto, in balia di un ordine delle cose sempre più necessario. Si attende la rifioritura del Paese, un equilibrio sempre più lontano e con un tema ancora attualissimo, a decenni dalla sua pubblicazione.

Al Festival di Sanremo 2021, Colapesce e Di Martino interpreteranno la canzone nella serata dedicata alla cover.

Qui sotto potete ascoltare la versione originale della canzone, a seguire -invece- il testo.

Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos’è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene
Tra i governanti
Quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese devastato dal dolore
Ma non vi danno un po’ di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
No cambierà, forse cambierà
Ma come scusare
Le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali
Me ne vergogno un poco e mi fa male
Vedere un uomo come un animale
Non cambierà, non cambierà
Sì che cambierà, vedrai che cambierà
Si può sperare
Che il mondo torni a quote più normali
Che possa contemplare il cielo e i fiori
Che non si parli più di dittature
Se avremo ancora un po’ da vivere
La primavera intanto tarda ad arrivare
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