Home Festival di Sanremo Irama a Sanremo 2021 con “La genesi del tuo Colore”: le dichiarazioni della conferenza stampa

Irama a Sanremo 2021 con “La genesi del tuo Colore”: le dichiarazioni della conferenza stampa

La genesi del tuo Colore, Irama al Festival di Sanremo 2021 in gara dal 2 al 6 marzo: ecco le dichiarazioni alla conferenza stampa

pubblicato 19 Febbraio 2021 aggiornato 20 Febbraio 2021 13:33

Irama torna sul palco dell’Ariston per la terza volta con “La genesi del tuo Colore“, dopo aver partecipato nel 2016 con “Cosa Resterà” nella sezione nuove proposte e nel 2019 con il brano “La Ragazza Con Il Cuore Di Latta” (Doppio disco di Platino). Dopo un 2019 travolgente in cui ha battuto record di vendite e classifiche, un tour che ha registrato il tutto esaurito e si è chiuso con un concerto sold out al Forum di Assago, Irama ha pubblicato nell’estate 2020 l’EP “Crepe” (Warner Music),  un lavoro che rispecchia appieno la sua ecletticità.

L’Ep, certificato oro, contiene “Mediterranea” il singolo pubblicato a maggio e salito subito in cima a tutte le classifiche di vendita, Spotify, Tik tok, Earone. Certificato quadruplo disco di platino, “Mediterranea” è stato incoronato da Spotify  come brano più ascoltato dell’estate e, a dicembre, come la canzone più ascoltata nel 2020 sulla piattaforma. Il brano è inoltre entrato nella top 10 della playlist delle 100 migliori canzoni di Apple Music per il 2020 e nella top 10 dei brani più passati in radio secondo Earone.

Irama porterà a Sanremo il brano “La genesi del tuo Colore”.

“Sono orgoglioso di tornare sul palco dell’Ariston con La genesi del tuo colore un brano che  rappresenta, per me,  un inno alla vita. La vita ha, secondo me, un legame molto forte con la sofferenza. A volte, nei momenti di sofferenza, quando rischiamo di perdere tutto, nasce qualcosa dentro di noi che fa scoppiare il colore e fa tornare a scorrere la vita. Il colore per me rappresenta la vita, con le sue tante e diverse sfumature che scorrono dentro di noi come il sangue nelle vene. A volte sembra che la vita voglia giocare con noi, sembra voler decidere la nostra sorte e suonare le nostre corde facendoci sentire inermi davanti all’esistenza, ed è proprio in quei momenti che nasce qualcosa dentro di noi che riesce a fare esplodere il colore che fa tornare a scorrere la vita”.Con il testo scritto da Irama e la musica composta dallo stesso Irama con Dardust e Giulio Nenna,

“La genesi del tuo Colore” uscirà nelle radio, su tutte le piattaforme digitali e su youtube dopo l’esibizione sul palco dell’Ariston.

Oggi Irama ha incontrato i giornalisti durante la conferenza stampa. Ecco cosa ha raccontato:

Il desiderio di rispettare il corso musicale era superiore all’ “essere sanremese”? “Assolutamente sì. Oggi il termine sanremese, è andato a scemare, c’è stato un susseguirsi di giovani leve che hanno raccontato il loro modo di fare musica. Non è nato prettamente come brano sanremese, ma quando approccio alla musica, tendo a seguire un gusto creativo. Questa canzone è nata in modo spontanea e sincera”

Cosa significa salire sul palco di Sanremo? “Significa più consapevolezza. Non cresciamo a livello artistico ma anche anagrafico. Dall’altra parte, significa più responsabilità. Un po’ sempre, però, come fosse la prima volta. Facendo questo mestiere, ogni volta che ti approcci hai un’idea creativa differente. Sono molto giovane anche se sto costruendo qualcosina, ho dato da dare. E’ come se fosse nuovamente un nuovo inizio. Me la vivrò in maniera genuina”

Il colore ha molto significato nella vita, quale ti rappresenta? “E’ difficile associare un colore alla vita. E’ come la musica e la vita, non puoi essere sempre triste e felice ma se dovessi scegliere un colore in particolare, sceglierei il bordeaux, passionale, carnale, elegante.

Il lockdown ha influito sul tuo scrivere? “Il brano, non essendo un brano di cronaca, non ha condizionato la canzone in sè. Per quanto riguarda il meccanismo artistico, nemmeno, sono un po’ un lupo solitario, mi isolo in maniera spontanea per fare musica. Dal punto di vista personale, ha influiti, sensibilizzato chiunque. Da un lato ci ha reso più attenti, sarà un capitolo di storia, sicuramente, che ha segnato un’epoca”.

A livello mediatico, c’è la percezione del tuo grande percorso di vendite e passaggi radio? “Essendo giovane non mi soffermo molto a guardarmi indietro, spero di poterlo fare un domani. Spero di potermi godere più traguardi. La percezione che ho io è quella delle persone. La loro reazione. Quella percezione quotidiana me la vivo e me la godo. Dall’altra parte, a livello tecnico ho ancora tanto da dimostrare, imparare e raccontare”

Il rapporto con Dardust che ha lavorato al tuo pezzo, una ventata di freschezza ed estate fuori stagione: “Il rapporto con Dario è un bel legame di stima reciproca, spontaneo. Quando ho iniziato a buttare fuori la melodia ho pensato a lui, perché poteva racchiudere questo tipo di musica. E’ nato un connubio sincero, qualcosa che si sposa e si abbina. Per quanto riguarda la canzone, ha delle cose da up-tempo, che ti accompagna come un treno, sei un po’ costretto a salirci e ci sono delle venature malinconiche. Ho vissuto questo filmato di questo ragazzo che piange rasando la testa a questa ragazza e lo fa a se stesso, dopo. Un’immagine che mi scava dentro e da lì sono nate le parole della canzone. Se arriva immediatamente è energia, ballo, poi l’aspetto di una venatura di sofferenza reale”

Quando scoppia il colore dentro? “Bellissima domanda e articolata. La vita è talmente lunga e ricca che è impossibile racchiuderla. Ci sono delle cose inevitabili: la morte. E’ un tema dove tutto si spegne. Per alcune culture la morte è dove tutto si accende. Da una parte una questione culturale e di sensazioni. Nei momenti di maggior sofferenza ti accorgi di avere uno spirito. Nei momenti che non puoi controllare, esplodono i colori. In questa situazione di pandemia, c’è una condizione grigia: siamo costretti a comportarci in modo metodico per il bene comune. Essere obbligati a comportarti in un certo modo, perdi la naturale, la normalità, anche se è giusto”

I concerti sono spettacoli, musicalmente e scenograficamente. Cosa hai pensato per colorare il brano per Sanremo? “Non voglio spoilerare ancora, è tutto work in progress. A livello visivo, di aspetto, outfit, ci saranno collaborazioni molto importanti nate da una passione e da una voglia di farlo sincera. Agli spettacoli ci tengo tantissimo, mi piace ricordarmi lo show, lo spettacolo, il concerto. Sul palco ci sarà qualcosina… Non posso dare tante anticipazioni ma con qualcosa da raccontare a livello visivo”

Cantare senza pubblico come sarà? Dopo il brano, prossimi progetti? “Sicuramente il fatto che non ci siano le persone è una mancanza. Lo capisci quando sei ai concerti, dell’energia delle persone, è qualcosa di magnetico. Sui progetti, sono uscito con Ep, era una chiave per aprire una porta più grande. Questo aprirà un nuovo capitolo, sto ancora scrivendo e creando tanta musica. Sto tracciando tutto quello che verrà e aprirà tutto quanto questo pezzo”

Parte musicale nei brani: “Ha una grandissima importanza. E’ quello che regge, i musicisti sono una parte fondamentale della musica. Ha dentro dell’elettronica e orchestrale.

“Ci sono dei momenti dove ti accorgi di non avere qualcosa quando la perdi. E’ un classico. Io stesso faccio molta fatica a vivere tutto, mi sfuggono le cose. Invece di vivere realmente tendo a sopravvivere a questi eventi che ci bombardano. Quando hai il tempo di girarti per godertelo è quando lo vivi davvero. Nonostante ci sia stato un lockdown, ho continuato a creare e lavorare molto, non mi sono mai fermato. Nei momenti in cui mi sono fermato, ho avuto più tempo per raccogliere e vivere quello che avevo fatto. Mi sono molto chiuso in studio e lavorato ai progetti futuri, non sono stato molto fermo”

Qual è la caratteristica che ti rende orgoglioso di questo pezzo? “Per me una delle difficoltà più grandi è incrociare una up-tempo con un concetto malinconico. Mi viene in mente “La ballata dell’amore cieco”. Mi piace pensare che anche questa cosa viva in questa canzone e mi fa piacere che viva nuovamente anche in questo brano”.

Aspetto della musica e dei concerti stoppati nei mesi scorsi: “E’ difficile guardare oltre. Posso augurarmi che finisca presto, soprattutto per i musicisti, tecnici, fondamentali per il mondo della musica. Ci sono tante altre persone che stanno avendo un reale momento di difficoltà. E’ incontrollabile dal punto di vista individuale. Dal punto di vista personale, mi limiti a rispettare le regole, ad aiutare il più possibile in maniera individuale come ho fatto con Francesco Sarcina”

La competizione come la vivi? “Io credo fermamente che sia una cosa personale, trovo avvilente un confronto esterno. Mi piace pensare di superarmi ogni volta e ottenere sempre di più. A livello di arrivare sempre a più persone possibili. La vivo in maniera sincera, quando ottengo dei risultati festeggio insieme alle persone che mi hanno dato supporto”

“La verità è una cosa che mi lega tanto al cantautorato. Ho avuto la fortuna di crescere con il cantautorato, dettato dal mio paese, dalle fortuna di essere italiano. La utilizzo da quando sono piccolo. Quando una cosa non è sincera, le persone assumono le cose vere. La grande della musica è arrivare, essere veri, sinceri. Anche la tecnica è meravigliosa”

Voglia di tornare al suonato? “Penso che la grandezza della musica e delle nuove generazioni è permette di fare, creare. Siamo molto contaminati, la cosa bella è questa. Sia a livello culturale che musicale. Sarà un upgrade nonostante i grandi classici siano intoccabili”.

Come è nata l’idea di partecipare al Festival? “La canzone è nata molto spontaneamente, non a livello strategico per Sanremo. Mi sono sentito di volerla raccontare e mi sembrava un palco importante per poterlo fare. Spero la colga anche la gente. Questo tipo di Sanremo è più attento, per questa situazione. A livello di consapevolezza, la vivo con occhi diversi. A livello sociale, è d’obbligo e dovremmo averla tutti quanti. Cerco di prepararmi in maniera tecnica, sincera, con una esibizione genuina.

Foto | Nicolò Parsenziani

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