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Uscite discografiche Agosto 2012 : recensioni

Wild Nothing – Nocturne : dopo l’ottimo debutto “Gemini” era molta l’attesa attorno al secondo album di Wild Nothing. Jack Tatum in “Nocturne” rende più nitido il suono, lo allegerisce a livello di orecchiabilità e lo riempe di dettagli e cura dei particolari. Ironicamente molto meno “notturno” di Gemini, “Nocturne” è un album piacevolissimo, volendo

pubblicato 27 Agosto 2012 aggiornato 30 Agosto 2020 14:30


Wild Nothing – Nocturne : dopo l’ottimo debutto “Gemini” era molta l’attesa attorno al secondo album di Wild Nothing. Jack Tatum in “Nocturne” rende più nitido il suono, lo allegerisce a livello di orecchiabilità e lo riempe di dettagli e cura dei particolari. Ironicamente molto meno “notturno” di Gemini, “Nocturne” è un album piacevolissimo, volendo estivo, pieno di grandi pezzi pop che spaziano dal dream al jangle-pop passando per chillerie-80s non troppo distanti dall’ultimo Destroyer. Riuscitissimo il poker “This Chain Won’t Break”, “Disappear Always”, “Paradise” e “Counting Days”. (z.) Voto: 7+

Bloc Party – Four : era prevedibile… la carriera solista di Kele era talmente insulsa che il ritorno dei Bloc Party era l’unica soluzione possibile. Una carriera già in discesa la loro (dopotutto non era facile ripetere gli altissimi livelli di “Silent Alarm”, uno dei debutti più riusciti degli anni zero) che qui si conferma in negativo. Idee? tante. Risultato? Un pasticcio assurdo… Blur, Daft Punk, rock… tanto rock, riff nu metal, strofe quasi growl… non si capisce bene dove volessero andare a parare. (z.) Voto: 5

Jessie Ware – Devotion : dalla scena club di Londra (qualche giorno fa dovevo andare al suo live a Brixton ma era sold out da mesi) passo dopo passo (tra cui la collaborazione con SBTRKT e Joker) e singolo dopo singolo (“Running”, “Wildest Moments”…) Jessie Ware è arrivata al disco di debutto con tutte le attenzioni del caso. Undici tracce di pop raffinato (Sade) coordinato da smussati tocchi elettronici (Katy B meno paraculo) e influenze black. Già matura (dimostra più dei suoi 26 anni) è l’ideale punto di incontro tra cultura underground e mainstream: più credibile di Lana Del Rey, sicuramente più interessante di Adele e meno banale di Emeli Sandè. La prossima volta dovrà rischiare un po’ di più però… (z.) Voto: 7

Swans – The Seer : monumentale nuovo album per la storica band guidata dal grande Michael Gira. Una band mai scesa a compromessi e probabilmente proprio per questo ancora oggi a 30 anni dagli esordi, capace di generare ammirazione incondizionata. “The Seer” è un disco complesso, impietoso verso chi non è abituato a certe sonorità: due ore di musica (la titletrack supera i 30 minuti) sperimentale opprimente con diramazioni post. Nonostante sia fuori da qualsiasi contesto di contemporaneità, “The Seer” è un mezzo capolavoro. (z.) Voto: 7+

Plan B – Ill Manors : Plan B rappresenta come pochi altri la contemporanea quotidianità violenta e urbana dei sobborghi Inglesi. Ben Drew (aka Plan B) questa volta ha colpito nel segno veramente a 360°, tornando a calcare territori prettamente hip hop (dopo la comunque apprezzabile sbornia soul-pop) in maniera egregia e realizzando l’omonimo film, dirigendo l’intero progetto. Si è dato da fare parecchio e i risultati si sentono… potrebbe essere al suo apice.(z.) Voto: 7

The Vaccines – Come Of Age: ad un solo anno di distanza dal debutto tornano i Vaccines. E’ chiaro che sotto sotto abbiano qualcosa di più rispetto alle tante indie band cadute nell’oblio dopo il chiacchierato esordio, ma questo sophomore è carente di pezzi killer. Attendiamoli alla terza prova. (z.) Voto: 6

Alanis Morissette – Havoc and Bright Lights : gli anni passano e Alanis continua, in modo sempre più accomodante, a fare la Alanis. Pop-rock radiofonico, fin troppo prevedibile e inoffensivo. (z.) Voto: 5-

The Darkness – Hot Cakes: a circa 10 anni dal boom internazionale del loro debutto Permission To Land, tornano i The Darkness, riuniti dopo i problemi di Justin e progetti paralleli. Hot Cakes non c’è nulla di più rispetto a quello che i Darkness hanno già dimostrato di saper fare: riff, assoli, falsetti… attitudine pacchiana e trashy. Disco che piacerà ai vecchi fan (e ai nostalgici del periodo hard/AOR fine anni ’70) ma che non aggiunge nulla alla loro carriera. (z.) Voto: 5

Ariel Pink’s Haunted Graffiti – Mature Themes : dopo anni come puro personaggio di culto, Ariel ha visto impennare le proprie quotazioni grazie all’album “Before Today” (2010). Icona assurda a metà tra indie pop, psichedelia lo-fi, Ariel fa nuovamente un po’ tutto quello che gli pare… e lo fa bene. Forse leggermente inferiore a “Before Today”, ma è una nuova conferma. (z.) Voto: 7

TOY – TOY: dopo mesi di discreto hype arriva l’album di debutto dei TOY. Come dei fratellini biondi e maggiormente ’70 oriented degli Horrors mettono su disco tutto l’amore per la psichedelia, per le metriche kraute e per le melodie sbilenche. Ottimo esordio. (z.) Voto: 7

Mike Patton & Ictus Ensemble – Laborintus II : sono anni che Mike Patton non ha più nulla da dimostrare, sappiamo tutti quanto sia eclettico e del suo amore per l’Italia. Non sorprende più un disco come “Laborintus II”, ovviamente sperimentale nel midollo, avanguardistico con frasi sussurrate, narrazione in italiano, musica classica, improvvisazione e caratteristiche da colonna sonora. Diviso in tre parti e realizzato con il supporto della Ictus Esemble, “Laborintus II” è sicuramente un album minore nella carriera di Patton. (z.) Voto: 6

Lianne La Havas – Is Your Love Big Enough? : dopo due EP arriva anche l’album di debutto per questa giovane londinese. Metà dei brani erano già presenti negli EP, per il resto tra altri e bassi (produzione, alcuni pezzi deboli) Lianne si difende discretamente (liriche non sempre all’altezza) muovendosi all’interno dei canoni soul e cantautorali. (z.) Voto: 6

Fang Island – Major : se c’è una cosa che bisogna riconoscere è che questi Fang Island sono difficilmente inquadrabili: c’è del prog, una varietà di stili incredibile, assoli, melodie sbilenche ma pop ed energia da vendere. Il risultato finale però stenta ancora a decollare. (z.) Voto: 5/6

Sonny And The Sunsets – Longtime Companion : il buon Sonny Smith torna con il suo progetto Sonny And The Sunsets (sicuramente meno schizofrenico del 100 Records), abbandonando origini garage/lo-fi e concentrandosi sul vecchio country, musica da sunset con relax annesso. (z.) Voto: 6,5

Family Band – Grace and Lies : secondo album, ancora meno estivo. Se cercate qualcosa di fresco e frizzante girate alla larga: “Grace and Lies” è notturno, malinconico al limite del depressivo. Ci sono bei pezzi (la MazzyStariana “Moonbean” su tutti) ma nel comlesso è un po’ troppo monocorde. (z.) Voto: 6,5

Owl City – The Midsummer Station : Adam Young/Owl CIty non si ferma ed ad un solo anno di distanza dal precendente album All Things Bright and Beautiful torna con “The Midsummer Station”. Estivo e brainless… starne alla larga.(z.) Voto: 4

Conor Maynard – Contrast : è una sorta di Justin Bieber made in UK. Per fortuna i due anni in più elevano di quel minimo la proposta musicale contenuta nel debutto “Contrast”. (z.) Voto: 5

Nachtmystium – Silencing Machine : la band di Chicago forse al suo apice, o almeno sicuramente in ripresa dopo l’ultimo “Addicts: Black Meddle Pt. 2”. Black Metal ancora, ma grande varietà di soluzioni. (z.) Voto: 7-

Micachu and the Shapes – Never: il pop “famolo strano” di Micachu convince solo a tratti.(z.) Voto: 6+

Yellowcard – Southern Air : se siete nostalgici della stagione pop-punk anni zero dategli un ascolto, molto probabilmente apprezzerete. In caso contrario non vi perdete nulla. (z.) Voto: 6-

Yeasayer – Fragrant World: un po’ di confusione e idee poco a fuoco nel terzo disco della band di Brooklyn. (z.) Voto: 6

The Please – Bitter Gospels Along The Riverside : buon folk-rock made in Italy. Materiale da esportazione. (z.) Voto: 6/7

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LEGENDA 2012
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia 5 stars1
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile 4 stars
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo 3 stelle
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota 2 stelle
4: album completamente inutile 1 stella
3: neanche Justin Bieber, difficile trovare di peggio.
2: non c’è limite al peggio
1: …

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Luglio 2012 – 1° Parte
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Maggio 2012 – 1° Parte
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Marzo 2012 – 2° Parte
Marzo 2012 – 1° Parte
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