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Paola Turci intervistata da Vanity Fair

Paola Turci è una di quelle cantanti che ti affascina e ti appassiona, ma senza invadenza. E’ consapevole dei suoi pregi e dei suoi limiti, e li racconta (oggi) senza nessun problema. E’ questa la percezione stupefacente che ho avuto leggendo l’intervista che è stata proposta questa settimana da Vanity Fair, in un periodo commercialmente

di aleali
pubblicato 1 Agosto 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 01:28

Paola Turci è una di quelle cantanti che ti affascina e ti appassiona, ma senza invadenza. E’ consapevole dei suoi pregi e dei suoi limiti, e li racconta (oggi) senza nessun problema. E’ questa la percezione stupefacente che ho avuto leggendo l’intervista che è stata proposta questa settimana da Vanity Fair, in un periodo commercialmente non promozionale dove sono usciti alcuni degli aspetti più importanti della sua vita, come persona e come cantante.

Molti di voi sanno che Paola Turci ha avuto grossi problemi fisici al volto causati da un brutto incidente avvenuto nel 1993, a parecchi anni dal suo esordio Sanremese dell’86. I capelli in passato erano attentamente sistemati affinché la parte sinistra del volto non fosse visibile, e questa sua immagine così criptica, nonostante non fosse né un gioco né uno scherzo mediatico per fare successo, ha contribuito a darle maggiore visibilità. Ad oggi per curarsi ha fatto 23 operazioni al viso, e dovrebbe farne altre due, che probabilmente non sente più di voler fare. Il suo problema ha avuto anche grossi risvolti negativi sul piano psicologico, e pare siano stati ben superati:

“Diciamo che non ho più paura di Paola e degli altri. Prima mi chiudevo a riccio alla minima difficoltà. Dopo, ho messo a fuoco che, per sopravvivere, dovevo capire e accettare anche la mia nuova faccia, altrimenti avrei finito con il suicidarmi. Così, qualche anno fa, sono andata dall’analista”.


Una pace con se stessa che non ha ritrovato solo grazie alle sedute psicologiche ma anche attraverso la religione, da lei recentemente riscoperta:

“Sono andata a Lourdes, da atea. E ho incontrato il Signore. E’ stata la cosa più bella e più forte di tutta la mia vita. Non credo ci possa essere qualcosa di simile. Ma faccio fatica a parlarne, mi emoziona troppo. Non voglio rischiare di rendere tutto ridicolo”

Nella sfera musicale Paola ha fatto delle scelte molto marcate: niente multinazionale vincolante, massima libertà di espressione e di scelte. Alla domanda “Il pubblico l’ha seguita?” risponde:

“Si, anche se io oggi sono molto meno e sposta e famosa di una volta. Assieme a chi mi ha dimenticata, c’è chi mi rispetta anche per questo mio percorso. E io sono felice perché adesso tutto mi appartiene fino in fondo. Ne ho passata tante, però, e so anche che qualcuno pensa che avrei potuto avere molto di più dalla mia vita e dalla mia carriera”.

Tornando all’incidente, c’è un fatto shoccante antecedente che suggerisce quanto la fatalità e il destino possa giocare con le nostre vite:

” Il giorno prima il mio manager mi aveva chiamato alle tre di notte per dirmi che aveva sentito dire da un tipo che avevo avuto un incidente. “Ma va’ va’…” gli avevo risposto.”

In cantiere per l’artista c’è un libro, un testo scritto a quattro mani con Eugenia Romanelli, un libro dalla struttura narrativa particolare che racconta la stessa vicenda raccontata da due punti di vista differenti senza che il racconto porti a nessuna interazione tra i due personaggi. Nel frattempo continua il tour che fino al prossimo dicembre porterà Paola, Marina Rei e Max Gazzè in giro per l’Italia (come già raccontato da queerblog), tour che probabilmente avrà seguito nei teatri. Paola Turci ha dimostrato ancora una volta di essere una donna straordinariamente vera, con una personalità decisa e dolcemente fragile. Con una passione viscerale per il suo mestiere non facilmente eguagliabile. Aspettiamo curiosi un suo prossimo album di inediti. A seguire un recente video amatoriale di un live del trio Tric-Gazzè-Rei in “Saluto l’inverno”.

Paola Turci – ForumBlogMyspaceMyspace “Gazzeturcirei”

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