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Uscite discografiche Marzo 2011: recensioni (1° parte)

R.E.M. – Collapse Into Now : “Up” era riuscito a metà, “Reveal” aveva qualche bella armonia e poco più e il noioso “Around The Sun” rappresentò il punto più basso della loro carriera. “Accelerate” riuscì ad invertire la tendenza grazie alla sua compattezza e alla sua energia. “Collapse Into Now” continua la risalita e lo

pubblicato 7 Marzo 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 22:07


R.E.M. – Collapse Into Now : “Up” era riuscito a metà, “Reveal” aveva qualche bella armonia e poco più e il noioso “Around The Sun” rappresentò il punto più basso della loro carriera. “Accelerate” riuscì ad invertire la tendenza grazie alla sua compattezza e alla sua energia. “Collapse Into Now” continua la risalita e lo fa ripartendo proprio dal punto di rottura di metà anni ’90… laddove avevamo lasciato i “grandi R.E.M.”, quelli capaci di alternare in modo impeccabile ballads semiacustiche e rock più geniuno. In “Collapse Into Now” tutto è ben calibrato, forse un pelo prevedibile (esclusa l’ottima e conclusiva “Blue” con Patti Smith) ma era difficile chiedere di più ad una band con 30 anni di attività alle spalle. (z.) Voto: 7

Caparezza – Il Sogno Eretico : Caparezza torna con il suo quinto album in studio (tralasciando il periodo Mikimix che alcuni ricordano con il sorriso sulle labbra) intitolato “Il Sogno Eretico”. Caparezza è sempre lo stesso fin dai tempi di “Tutto Ciò Che C’è” o “La Fitta Sassaiola Dell’Ingiuria” (due singoli, a mio avviso, insuperati) : anche nel nuovo album propone il suo trademark sound fatto di citazioni di nomi di personaggi famosi/storici, cinismo antiretorico, ritornelli catchy, attitudine da 1° Maggio e argomenti seri raccontati in modo da fare leva anche sul ragazzino delle scuole medie. Questo è Caparezza, prendere o lasciare. (z.) Voto: 6+

Jessie J – Who Are You : mi sono sempre chiesto, fin dal primo singolo “Do It Like a Dude”, perchè mai fosse stata inserita all’interno della famosa lista “BBC Sound of 2011″… perchè avrà successo? Probabile… ma il monopolio di Lady Gaga renderà le cose difficili. Già… Lady Gaga, perchè musicalmente qui siamo in pieno territorio tra-pop: c’è un po’ di tutto, da Katy Perry al pop/r&b di Rihanna e Christina Aguilera. Di “personaggi” del genere ne abbiamo fin troppi, di musica spazzatura anche… a che serve inserire un altro nome alla lista? Ma anche aldilà del valore musicale, risulta difficile capire il senso di tutto ciò… anche perchè se voglio qualcosa di più credibile c’è Lily Allen… (z.) Voto: 3/4

Noah And The Whale – Last Night On Earth : dopo il buon successo dei primi due album, i Noah And The Whale tornano in una veste nuova. La componente folk è un ricordo lontano… qui c’è tanto pop, neanche indie… neanche rock… questo è un disco pop! Non pop-trash da classifica, ma quel pop vagamente retrò che ama le melodie corali che mettono il buon umore, i suoni semplici e le sequenze di note che hanno la capacità di entrare subito in testa. Alcuni ritornelli sono veramente trascinanti (“Tonight’s the Kind of Night” e “Just Me Before We Met” su tutti), ma allo stesso tempo difficilmente ripetibili in futuro. Uno degli album più piacevoli da ascoltare degli ultimi mesi. (z.) Voto: 6/7

Dropkick Murphys – Going Out in Style : dopo dieci anni vissuti lontano dal successo, i Dropkick Murphys sono arrivati al grande pubblico grazie al singolo “Shipping Up to Boston”, presente nell’OST di The Departed (2006). A quattro anni di distanza dal buon “The Meanest of Times”, la band torna con “Going Out in Style”, un disco che sembra fatto su misura per i fan. Ancora una volta trascinante celtic/irish punk di altissima fattura, esattamente quello che sanno fare meglio e in questo ambito, oggi, non hanno rivali (forse se la giocano con i Flogging Molly). Interessante la partecipazione di Bruce Springsteen nella rivisitazione di “Peg o’ My Heart”. (z.) Voto: 6,5

J Mascis – Several Shades of Why : dopo aver fatto rinascere (in tutti i sensi) gli storici Dinosaur Jr. (con i due ottimi “Beyond” e “Farm”), il leader J Mascis si è preso una pausa per dare alla luce al lavoro solista “Several Shades of Why”. Ci sono aiuti importanti (Kevin Drew, Ben Bridwell, Pall Jenkins fra gli altri) ma la sensazione è proprio quella di un disco suo al 100%, molto personale. Fra reminiscenze di lazy-acoustic-grunge e Neil Young, il disco riesce nel complesso a lasciare un’ impressione più che positiva, nonostante un paio riempitivi e una certa monotonia di fondo. Adorabile l’artwork.(z.) Voto: 6/7

Mirrors – Lights and Offerings : il revival degli anni ’80 sembra non finire mai… ecco quindi che nel 2011 c’è posto anche per il debutto dei Mirrors, quartetto inglese dedito ad un synth pop figlio di OMD, New Order, Kraftwerk, Depeche Mode e compagnia bella. In poche parole una versione maggiormente “robotica” di quanto rappresentato qualche mese fa dagli Hurts (ma con meno “fascino pop”). Fra alti e bassi “Light and Offerings” si lascia ascoltare con piacere, magari cercando di scovare similitudini più o meno evidenti con i nomi sopracitati. Per il momento, sufficienza di incoraggiamento… (z.) Voto: 6

Robert Miles – Th1rt3en : dopo aver fatto la storia della musica dance con il singolo “Children” (e un paio di altre hit), Roberto Concina aka Robert Miles ha preferito proseguire la carriera sperimentando suoni sempre diversi, prima con un disco piuttosto oscuro e lento come “Organik” e poi, a dieci anni di distanza, con questo “Th1rt3en”. Un disco che vanta collaborazioni pesanti (Robert Fripp, Mike Patton…) e sonorità ad ampio spettro: l’elettronica rimane la protagonista, ma ci sono diverse influenze jazz, prog-kraut, psichedelia e rock. Non sempre il risultato finale è all’altezza dell’idea che c’è dietro, ma il tentativo va sicuramente apprezzato. (z.) Voto: 6

Josh T Pearson – Last of the Country Gentlemen : dopo la velocissima esperienza con i Lift to Experience (unico album nel 2001, fra Jeff Buckley e shoegaze), Josh T Pearson torna con un lavoro solista in cui si libera delle sonorità soniche della band, creando qualcosa di incredibilmente intenso, intimo. Sette brani (quattro dei quali durano più di dieci minuti) che, soprattutto se si è nel mood giusto (e abbastanza concentrati da capirne l’essenza), riescono a regalare diverse emozioni. (z.) Voto: 7-

Those Dancing Days – Daydreams & Nightmares : secondo disco per le svedesi Those Dancing Days, dopo “In Our Space Hero Suits” del 2008. “Stilisticamente” parlando sono così perfette che a volte sorge il dubbio che siano state create a tavolino per fare presa su le hipster/indie girls di mezzo mondo: canzoncine orecchiabili, spesso “allegrotte”, chitarrine (in un paio di pezzi sembra di sentire Robert Smith) e synth bene dosati a delineare melodie fresche e fin troppo giovanili. C’è ancora molto da crescere… sempre che lo vogliano fare. (z.) Voto: 5,5

TRUSTcompany – Dreaming In Black and White : del mio periodo “nu metal” (ebbene sì…) ricordo con piacere il debutto dei TRUSTcompany (“The Lonely Position of Neutral”) soprattutto per brani come “Running From Me”, “Falling Apart” e “Downfall” e quel mix a metà fra i primi Linkin Park e riff di scuola Helmet. Era il 2002, da allora il mediocre (non che il debutto fosse un capolavoro…) “True Parallels” nel 2005 e oggi questo “Dreaming In Black and White”, disco che non aggiunge nulla alla loro carriera: sembrano rimasti fermi a dieci anni fa… non solo musicalmente, date uno sguardo al videoclip di “Heart In My Hands”. Mi spiace, ma l’effetto nostalgia non basta. (z.) Voto: 5

Deaf Center – Owl Splinters Voto: 7- (z.)
The Rural Alberta Advantage – Departing Voto: 6,5 (z.)
Lucinda Williams – Blessed Voto: 6/7 (z.)
Peter Bjorn and John – Gimme Some Voto: 5/6 (z.)
Ricky Martin – Música + Alma + Sexo Voto: 3/4 (z.)
Wild Palms – Until Spring Voto: 5,5 (z.)
Sara Lov – I Already Love You Voto:6 (z.)
Valentina Lupi – Atto Terzo Voto: 6 (z.)
Arbouretum – The Gathering Voto: 6,5 (z.)

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LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di ottimo livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

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