Home Recensioni musicali Uscite discografiche Novembre 2010: recensioni (2° parte)

Uscite discografiche Novembre 2010: recensioni (2° parte)

Marlene Kuntz – Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini : un Godano versione Tankian sulla copertina, ci accompagna in questo viaggio chiamato “Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini”. Dopo le sperimentazioni di “Uno” i Marlene Kuntz tornano con quello che probabilmente è il loro disco più diretto, schietto, orecchiabile, facilmente assimilabile e, senza troppe pretese, quello che

pubblicato 29 Novembre 2010 aggiornato 30 Agosto 2020 23:18


Marlene Kuntz – Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini : un Godano versione Tankian sulla copertina, ci accompagna in questo viaggio chiamato “Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini”. Dopo le sperimentazioni di “Uno” i Marlene Kuntz tornano con quello che probabilmente è il loro disco più diretto, schietto, orecchiabile, facilmente assimilabile e, senza troppe pretese, quello che potrebbe mettere tutti d’accordo dopo gli alti e bassi degli ultimi anni. Ovvio, i loro album migliori (quelli anni ’90) sono lontani, ma in questo mio ricovero virtuale, sono ben altri i dischi sui quali mi sento di gettare merda… (z.) Voto: 6/7

Zucchero – Chocabeck : escludendo il disco live e il best, era dal 2006 che non usciva un album di Zucchero… un’assenza che, nel limitato mondo del mainstream made in Italy, iniziava a farsi sentire. “Chocabeck” è un disco autunnale (non aspettatevi le trasherie estive presenti in alcuni suoi dischi), posato, a tratti dimesso… senza troppe pretese (nonostante la solita presenza, in vari ruoli, di nomi importanti). Ovviamente non è esente dalla sensazione del “ma dove l’ho già sentita?” e sicuramente poco aggiunge ad una discografia che ha smesso di essere interessante anni fa, ma tutto sommato siamo di fronte ad un disco sincero. (z.) Voto: 6-

Negramaro – Casa 69 : dopo essere stati il “nuovo gruppo” italiano di maggior successo dello scorso decennio, i Negramaro tornano con “Casa 69”. Un disco sicuramente più ambizioso del precedente “La Finestra” (che svolgeva più che altro il compitino di ripetere i clamorosi risultati di “Mentre Tutto Scorre”), ma ci mostra ancora una volta una band costantemente in bilico (“tra santi e falsi dei”, no?) tra soluzioni abbastanza interessanti e banalità da classifica… quelle che mancavano nei primi lavori. Inoltre il Negramaro-sound si sta trasformando in una sorta di cliché che si spera in futuro avranno il coraggio di superare. Accontentiamoci però di dischi come “Casa 69”, che seppur discutibili, almeno innalzano di quel poco il livello qualitativo della musica italiana da classifica. (z.) Voto: 6

Crystal Fighters – Star of Love : il debutto di un gruppo che viene dalla Spagna. Nulla a che vedere con il pop latino o con il rock degli immortali Heroes del Silencio. Partendo da una matrice dance-punk/nu rave, i Crystal Fighters si muovo su territori lontanissimi tra di loro (folk, prog, electro ed eccessi quasi trash). “Star of Love” suona ancora molto giovanile e per certi versi acerbo, ma è indubbio che i Crystal Fighters abbiano già la capacità di scrivere pezzi irresistibili. (z.) Voto: 6/7

No Joy – Ghost Blonde: vengono dal Canada e sono capitanati da due ragazze. Quello che frettolosamente potrebbe essere catalogato come l’ennesimo disco shoegaze, in realtà è qualcosa sospeso fra il 1990 e il 2010. Del primo prende le melodie gaze, i riff grunge e i passaggi noise-rock, del secondo certi suoni fuzz di tendenza (Best Coast e compagnia). A tutto ciò aggiungono una dose, non ancora elevatissima, di personalità. Aspettiamo di vedere le evoluzioni future… dopo tutto è solo il primo album. (z.) Voto: 7-

Robyn – Body Talk : a pochissima distanza da “Body Talk pt 2“, Robyn esce con la summa del progetto “Body Talk”, che comprende 5 tracce della prima parte, 5 della seconda e 5 nuovi brani. Il sound di base non è tanto distante dall’electro-pop che tanto va di moda, ma lei, a contrario delle più famose colleghe, lo propone senza cadere in tentazioni trash. Se vi piace il female-pop da discoteca e avete qualche euro da spendere, lasciate perdere le parti 1 e 2 e buttatevi su questo “Body Talk”. (z.) Voto: 6,5

Pierdavide Carone – Distrattamente : dopo il grande successo di “Una Canzone Pop” ecco la seconda prova per il cantautore uscito da Amici, “Distrattamente”. Lo scopo, evidentemente, era quello di avere a tutti i costi un disco da mettere sul mercato per il periodo pre-natalizio e il risultato finale ne soffre. Canzoncine anche gradevoli ma fin troppo banali e infantili… tutto materiale che scomparirebbe di fronte a qualsiasi brano dei grandi cantautori pop del passato (e di oggi), a parte forse “Un clown che piange” che è pieno zeppo di clichè del genere, ma che allo stesso tempo gli regala una manciata in più di credibilità. (z.) Voto: 4/5

Take That – Progress : fuori dall’Inghilterra, nella mente di molte persone i Take That rimarranno sempre la teen-boy band che faceva ulrare le ragazzine grazie a canzonette di poco conto (“Back For Good” esclusa). Oltre 10 anni dopo, con “Beautiful World”, hanno avuto il coraggio (poi ben ripagato dal successo) di reinventarsi, proponendosi come autori di un onesto pop rock di matrice inglese. Uscito a 2 anni da “The Circus”, “Progress” è l’album che segna il ritorno di Robbie con il gruppo. La sua presenza è piuttosto invadente, abbastanza da trasformare l’adult pop dei due dischi precedenti in sonorità, ugualmente piacevoli, impregnate dell’ego di Williams (più elettronica, più synth… più glam). (z.) Voto: 5/6

Black Eyed Peas – The Beginning : Dopo la fine (The E.N.D.) arriva l’inizio (“The Beginning”). Eh sì, all’inizio (nei due album senza Fergie) erano un gruppo rap credibile e anche l’album del boom “Elephunk” era un discreto prodotto pop-rap. Poi la discesa programmata verso gli abissi del trash più truzzo possibile. “The Beginning” è la riconferma di questa tendenza… pezzi perfetti per il divertimento “ignorante” del sabato sera, ma dopo tutto molto probabilmente è questo quello che il loro (vastissimo) pubblico richiede. Musica di puro intrattenimento… e sotto questo aspetto svolge bene (meno del predecessore) il proprio compito, ma ciò non toglie che sia un disco dal valore e spessore musicale nullo. Terribile (z.) Voto: 3,5

Kid Rock – Born Free : nato come rapper, cresciuto come rap-rocker super tamarro e invecchiato come stereotipato rock-country made in USA, Kid Rock torna con il nuovo “Born Free”. Ennesimo disco evitabile all’interno di una carriera priva di reali motivi di interesse. Sempre più ingabbiato nei clichè da “vero” americano, l’ex American Bad Ass cerca ancora una volta di convincerci, fallendo, di avere raggiunto la maturità artistica per via dei suoni sempre più pacati e legati alle “roots” a lui tanto care. (z.) Voto: 4

Underoath – Ø (Disambiguation) : una carriera ormai decennale, scandita da alti e bassi, quella degli americani Underoath. Come molti dei loro colleghi di “settore” anche gli Underoath hanno avuto l’apice della fama a metà dello scorso decennio. Se il precedente “Lost in the Sound of Separation” era un disco interessante, ma forse troppo difficile per i nuovi fan, “Ø (Disambiguation)” è il classico disco destinato a dividere, non solo perchè è il primo senza Aaron Gillespie, ma perchè presenta alcune scelte stilistiche (suoni maggiormente opprimenti, riflessivi… “post”) figlie di una evoluzione che potrebbe non essere apprezzata dai più. (z.) Voto: 6+

My Chemical Romance – Danger Days: The True Lives of the Fabulous Killjoys : per un gruppo con un target molto giovane come i MCR, avere aspettato ben quattro anni prima di pubblicare un nuovo album è stata sicuramente una mossa rischiosa. Soprattutto quando il disco in questione risulta essere inferiore sotto quasi tutti i punti di vista rispetto a predecessore (“The Black Parade”… che non era di certo un capolavoro), aggiungendo giusto qualche tocco di synth/elettronica qua e là e aumentando ancora la componente pop (come se non fosse già abbastanza invadente) . (z.) Voto: 5

Girl Talk – All Day : torna Gregg Gillis, alias Girl Talk, e con lui tutti i problemi che lo accompagnano da tempo. Dopo il successo (soprattutto mediatico) dell’ottimo “Feed the Animals”, Gregg ci propone ancora una volta i suoi trash-inanti mashup (si contano 372 samples “presi in prestito” da altri brani… praticamente 30 a canzone). Senza raggiungere i livelli di “Feed The Animals”, “All Day” risulta comunque essere un disco che regala più di un sorriso. (z.) Voto: 6,5

Distanti – Enciclopedia Popolare Della vita Quotidiana Voto: 6,5 (z.)
Julie Christmas – The Bad Wife Voto: 6+ (z.)
Stereolab – Not Music Voto: 6- (z.)
Deathspell Omega – Paracletus Voto: 7 (z.)
Shipping News – One Less Heartless to Fear Voto: 6,5 (z.)
Redroomdreamers – Roosters On The Rubbish Voto: 6+ (z.)
Rumer – Seasons of My Soul Voto: 6 (z.)
Buzz Aldrin – Buzz Aldrin Voto: 6,5 (z.)
Nelly – 5.0 Voto: 4 (z.)
Cloudkicker – Beacons Voto: 6/7 (z.)
Maserati – Pyramid of the Sun Voto: 6+ (z.)
Numero 6 – I Love You Fortissimo Voto: 6 (z.)
Detachments – Detachments Voto: 6/7 (z.)
LAKE R▲DIO – Planet Earth About to Be Recycled Voto: 6,5 (z.)
Kordan – The Longing Voto: 6/7 (z.)
The Soft Moon – The Soft Moon Voto: 7- (z.)
Nicki Minaj – Pink Friday Voto: 4 (z.)
Monster Magnet – Mastermind Voto: 6 (z.)

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LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di ottimo livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

—— Precedenti ——
Novembre – 1° Parte
Ottobre 2010 – 2° Parte
Ottobre 2010 – 1° Parte
Settembre 2010 – 2° Parte
Settembre 2010 – 1° Parte
Agosto 2010

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