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Signor prefetto, Lovegang 126: testo, video, significato della canzone

Signor prefetto: testo, video ufficiale, audio, significato e tutto quello che c’è da sapere sul primo singolo di Lovegang 126

30 Aprile 2022 00:05

La 126 si prepara a lasciare un segno nella scena musicale romana e nazionale. Il 2022 è infatti l’anno del primo singolo dei membri del noto collettivo romano al completo. Signor Prefetto, prodotto da Drone126 e Nino Brown, mette insieme le penne (e le voci) di Asp126, Franco 126, Ketama 126, Pretty Solero e Ugo Borghetti. Un singolo storico, perché è il primo pubblicato dalla Lovegang 126 nel suo insieme, a testimonianza e come manifesto di musica indipendente, autoprodotta e strafottente.

Lo dimostra il sound estremamente old school di Signor Prefetto, in cui i campionamenti jazz e mellow rendono semplice ai membri del collettivo il ritorno alle origini, al suono con cui hanno iniziato a muovere i primi passi musicali. Signor Prefetto è dunque una foto di gruppo: l’immagine in musica di una comitiva di amici cresciuti con la musica per diventare una famiglia. Il pezzo, cantato da cinque voci diverse, segue un flow liscio e coerente, nel quale le strofe di tutti concorrono a disegnare un rione che diventa mondo. Una generazione tra cuore, sangue e sentimento. Un singolo corale che fa sentire quanto sia l’amicizia il collante della Lovegang.

A seguire trovate il testo, e cliccando sulla foto in basso, il video della canzone.

Signor prefetto, sono Pretty Solero
taglio perfetto (Ah)
Tuta in tinta con il berretto
e in tasca il coltello (Ah)
Puoi trovarmi in piazza rione,
sono il più bello
Tu sei solamente un coglione (Ah)
Giravamo in centomila, ce l’avevo sana
Ti vendevo l’aspirina per una cinquanta, ah (Ah)
Pretty Baby sulla panca (Ah)
Più soldi in tasca che in banca (Ah)
Sono un campione in tutte queste stronzate di strada
Tu non sei nada in tutte queste stronzate di strada (Nah)
Considerando che qua in giro
non t’ho visto mai (Mai)
Ti becco in giro e ti levo le Nike
Guai a chi tocca mio fratello
Sampietrino sopra il setto
Cuore, sangue, sentimento
Mai più voglio piangere un fratello
Che per strada ci si è perso
Siamo fiori nel cemento

Io e mio fratello ancora in piazza come bestie (Rrah)
Piccioni cagano se arrivano le merde
Vestivamo da Via Sannio o da OVS (Bleah)
Adesso bling bling e VVS (Bling, bling, bling)
Mamma, mi dispiace (Ah),
sono diventato un figlio di puxxana (Ah)
Ma tu non lo sei mai stata (No, no)
Colpa di questa società malata
o come caxxo vuoi chiamarla (Ah)
La grana, la plata (Soldi)
È la legge della giungla (Ah, uh)
Sei preda o predatore,
quindi, baby, fatti furba (Furba, baby)
Intanto non pensarci e succhia
Che la vita è breve
e la giornata è ancora lunga (Lunga, Kety)

Stasera c’ho ‘na chiacchiera che guarda nn’se sa
Attaccherò bottone co’ tutto quanto il bar
Sorseggio il mio mistrà
con mezza canna tra i denti
Terrò una masterclass
su come stare più lerci
Sto coi miei sulla traccia (Traccia)
E ti ridiamo in faccia (Faccia)
Ma come te sei conciato,
povera mamma (Povera mamma)
Il king del sopra le righe
è tornato e non te le manda a dire
Scaldo il piatto per contratto,
vado in bagno, era mannite
Intanto una cartina brucia (Brucia)
La prima è per le guardie,
la si mangia e la si sputa (Sputa)
Uh (Uh)
Non ho bisogno di una scusa (Scusa)
Ho detto che arrivavo,
invece poi t’ho dato buca (Buca)

Oggi ho fatto dieci K, mi ubriaco in piazza
Pensa che l’ho pure fatti
tutti co’ ‘sta faccia (Co’ ‘sta faccia)
Siamo di un’altra pasta, rido con gli occhi a mezz’asta
E brindo a chi diceva
che avrei fatto una finaccia (Fancxxo)
T’ho rovesciato addosso il drink, sono mortificato (Ops)
È che non ho tulliato (Beh),
sto un po’ modificato
Barcollo col passo ubriaco sotto al porticato
Io volevo fare il bravo
e m’hanno invorticato, secco (Secco)
Sai qual è l’accento? (Accento)
Stiamo in strada come ai tempi
E c’è caciara come al derby
per le vie del centro (Centro)
Dall’alto San Calisto
veglia sopra ‘sti pischelli (Seh)
1-2-6 è una promessa stretta tra fratelli (Seh)
Le strade, i vicoli
e i rioni sanno i nostri nomi
Sulle serrande e sui portoni
il giallo dei lampioni
Ah, mi sveglio a quattro a bastoni
Se piscio a terra,
qua fuori ce cresce Campo de’ Fiori, ehi

2022 anni Novanta, Trastevere co’ la banda (Belli mì)
Birra de prima mattina
in piazza ar sole che se scalla (Bella fresca)
Passa la guardia,
persa l’ennesima canna tra i sampietrini (Commissà)
Come i buffi dai bangla, 140 Via Appia
Vento che fischia,
giù a Magliana in bisca (Bello, Alè)
Pesce crudo, orata co’ la lisca
Feste in sette dentro na casa
Reccamo come a vent’anni (Seh)
Calzino sull’antifumo dell’hotel (Sempre senza ‘na lira)
Calzino se recco in sacrestia
Non so più qual è la via,
ma riconosco bene il bar
Una giornata come tante
che non si sa come va
Blister nella sambuca,
Borghetti e perlata
L’ultima comitiva solata,
pe’ sembrà de strada
La faccia se l’è tatuata,
ma la filigrana non è rientrata
Giro ancora ar feudo
da prima che entrassi alla neuro
Da prima che m’entrasse n’euro
Tanto non me li tengo,
ma puoi sta sicuro che li spenno.

126.

Lovegang 126

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