Home Notizie Premio Tenco 2013, gli Afterhours rifiutano di presentarsi: “Solidarietà a Cesare Basile”

Premio Tenco 2013, gli Afterhours rifiutano di presentarsi: “Solidarietà a Cesare Basile”

La band di Manuel Agnelli rifiuta di partecipare come ospiti a sorpresa al Premio Tenco 2013 per solidarietà con Cesare Basile, che ha rifiutato il premio: il comunicato ufficiale.

pubblicato 28 Novembre 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 01:36

Erano stati invitati quali ospiti d’onore alla serata dell’8 Dicembre al Petruzzelli di Bari per la premiazione ufficiale delle Targhe Tenco 2013, ma dopo il rifiuto del premio da parte del cantautore siciliano Cesare Basile la settimana scorsa anche gli Afterhours di Manuel Agnelli hanno deciso di disertare la serata.

La motivazione, apparsa in un lungo comunicato Facebook sulla pagina ufficiale della band, inizia proprio con un messaggio di solidarietà a Cesare Basile e prende posizione nell’ambito della tanto discussa questione delle realtà dei teatri occupati e autogestiti, sollevata proprio dal cantautore siciliano nella sua spiegazione di rifiuto del premio, fino a toccare l’annosa questione della macchina burocratica della SIAE che tende a soffocare le piccole realtà musicali.

Questo il comunicato integrale degli Afterhours pubblicato oggi 28 Novembre in tarda mattinata:

In solidarietà con l’artista Cesare Basile e e i teatri occupati, gli Afterhours declinano l’invito a partecipare in qualità di ospiti a sorpresa al Premio Tenco, in occasione della premiazione che si terrà l’8 dicembre al Teatro Petruzzelli di Bari.

Dispiace che il premio più prestigioso della musica italiana, che era riuscito negli ultimi anni a riavvicinarsi alle realtà più vere della scena nazionale, dimostri di non poter prendere posizione a tutela di quelle stesse energie che vuole rappresentare.

Quanto alla SIAE, deve decidere se vuole essere parte di un cambiamento necessario e improrogabile che dia a tutto il settore musicale e culturale una nuova spinta, o se vuole essere una delle cause che lo stanno soffocando.

Le regole sono necessarie, ma non si può chiedere a un cittadino di rispettare quelle che portano al suicidio di un sistema, così come non si può chiedere a un soldato di obbedire a degli ordini ingiusti.

Identificare nel fenomeno dei teatri occupati un problema, invece che una risorsa, è nel migliore dei casi un sintomo di incapacità totale di comprendere la forza rinnovatrice e la volontà di cambiamento espresse da queste nuove energie.

Più in generale nel nostro ambiente, gli eccessi burocratici e l’ossessione per la legalità spesso nascondono speculazioni piccole e grandi e in qualche caso mascherano una lotta di interessi che in questo momento non ha più motivo di essere e sta impedendo, nel nostro paese, il rinnovamento, lo sviluppo e il rilancio delle nuove energie.

Salvaguardare non può voler dire soffocare, a meno che l’unico obiettivo che vogliamo raggiungere non sia quello di morire onesti.

Afterhours

Foto | Facebook

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