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Mango, Tutto l’amore che conta davvero, la moglie Laura Valente: “Pino se lo meritava, le nostre voci vibravano insieme”

L’intervista a Laura Valente, moglie di Mango, in occasione dell’uscita di “Tutto l’amore che conta davvero”

pubblicato 14 Novembre 2019 aggiornato 22 Gennaio 2024 12:26

Warner Music Italy annuncia l’uscita di “Tutto l’amore che conta davvero”, un imperdibile cofanetto che raccoglie il patrimonio musicale di Mango, a quasi cinque anni dalla sua scomparsa. Suddiviso in tre raccolte tematiche e disponibile in 3 versioni, sarà in tutti gli store da venerdì 15 novembre.

La “Deluxe Edition” è composta da 4CD (CD1 I Successi, CD2 Gli Incontri, CD3 I Tesori Nascosti, CD4 Il concerto) arricchito da uno splendido booklet di 48 pagine contenenti materiale fotografico inedito, manoscritti originali, appunti tratti dalle agende e dai quaderni dell’artista; la “Light Version” comprende 3CD (CD1 I Successi, CD2 Gli Incontri, CD3 I Tesori Nascosti) e un booklet di 16 pagine, mentre il Vinile include invece esibizioni live tratte da “Serata con” di Video Italia risalenti agli anni 2003, 2004, 2005, 2008 e 2010.

Ne “I Successi” sono stati inseriti gli evergreen che hanno segnato la trentennale carriera di Mango. Nella raccolta riservata a “I Tesori Nascosti”, invece, sono stati inclusi i pezzi che non sono mai diventati “di punta” ma che respirano d’arte libera e “restituiscono all’ascoltatore la sua essenza più intima e geniale”. Ne “Gli Incontri” troviamo infine le collaborazioni artistiche più significative e le cover più spiazzanti.

Alla realizzazione del progetto hanno partecipato in prima persona la moglie Laura Valente e i figli Angelina e Filippo Mango, Arturo Bertusi in veste di art director e curatore editoriale della pubblicazione e Lorenzo Cazzaniga, storico ingegnere del suono. A questo proposito la moglie Laura ha dichiarato:

«L’esigenza, dopo 5 anni di silenzio discografico, è stata quella di creare un compendio del patrimonio musicale e letterario lasciato da Pino, tentando di dare nuova linfa, oltre che agli innumerevoli grandi successi, anche ai suoi tesori nascosti, agli incontri musicali più riusciti e alla sua straordinaria attitudine live, propria del grande cantante e dell’uomo sensibile e autentico che era. C’è bellezza in questo lavoro, c’è amore; un abbraccio che ha stretto intorno a me, ad Angelina e a Filippo amici meravigliosi che ci hanno sostenuto e aiutato nell’impresa, con tutto l’amore che conta per Pino, per sempre».

E’ in rotazione radiofonica il singolo “Forse che sì, forse che no” (feat. LUCIO DALLA), un emozionante duetto proprio con l’amico Lucio.

Tutto l’amore che conta davvero, Una giornata dedicata a Mango, martedì 19 novembre 2019 a Milano

Nel quinto anniversario della scomparsa di Mango, martedì 19 novembre si terrà “Tutto l’amore che conta davvero”: una giornata dedicata a Mango, all’interno della Milano Music Week, per ricordare l’artista di Lagonegro, celebrare il suo talento unico e sfaccettato e avvicinare al suo mondo musicale e letterario un pubblico nuovo e più ampio.

“Tutto l’amore che conta davvero” è anche il titolo di uno speciale cofanetto in uscita il 22 novembre.

L’evento si svolgerà in due momenti diversi, uno didattico e uno artistico. Il primo appuntamento, previsto alle ore 10.00 di martedì 19 novembre nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, sarà indirizzato agli studenti universitari e delle scuole superiori di Milano. Grazie al sostegno attivo del Provveditorato e del Comune di Milano all’incontro saranno presenti ragazzi e studenti che potranno assistere ad una vera e propria lezione su Mango, la sua tecnica vocale, l’originalità della sua ricerca e la sua poetica. Il tutto affidato agli interventi di Laura Valente, moglie di Mango, Mogol, Mauro Paoluzzi e il professor Maurizio Corbella, docente di “culture e pratiche musicali nell’età dei mass-media” alla Statale di Milano. Contributi audio e video aggiungeranno ulteriore valore didattico e formativo all’incontro, che sarà anche aperto al pubblico fino ad esaurimento posti.

Il secondo e conclusivo appuntamento dedicato a Mango si terrà nella serata del 19 novembre al Teatro dell’Arte della Triennale. All’evento, affidato alla conduzione di Luca De Gennaro, curatore della Milano Music Week e Vice Presidente Talent & Music di Viacom International Media Networks, e di Laura Valente, parteciperanno amici e grandi artisti.

Con la regia di Vanessa Korn e la direzione artistica di Stefano Senardi, durante la serata offriranno il loro personalissimo tributo a Mango: Giorgia, Eugenio Finardi, Saturnino, Kataklò Athletic Dance Theatre, I Tarantolati di Tricarico, Alberto Salerno, Mara Maionchi, Marta Cagnola e altri amici.

La serata vedrà anche la consegna di un riconoscimento SIAE per l’opera e l’eredità artistica lasciata da Mango alle nuove generazioni. L’ingresso è gratuito, fino ad esaurimento posti, previa registrazione via mail al seguente indirizzo staff@mango.it

Intervista a Laura Valente

In occasione dell’uscita del progetto discografico, abbiamo parlato con Laura Valente, moglie di Mango, per parlare con lei di questa raccolta musicale che include non solo i più grandi successi dell’artista ma anche brani meno noti, live e duetti, annotazioni, pensieri e note personali del cantante.

Parlando con Laura, ogni singola parola, frase o pensiero, è intriso d’amore per Mango, l’uomo che ha conosciuto nel lontano 1983, per il quale si è trasferita a Lagonegro e con cui ha condiviso una vita intera d’amore. Una favola che ha permesso di mettere alla luce due figli e che, ancora oggi, dopo quasi cinque anni dalla scomparsa del cantante, si sprigiona e prende forma dalle parole della donna, dalle sue riflessioni sul progetto, sul legame intenso ed eterno.

Laura ci ha permesso di avvicinarsi al suo privato, ai suoi ricordi. Ed è stato bello. Emozionante, forse a tratti doloroso ma che davvero ha reso chiara la definizione di quello che è il titolo di questo progetto, Tutto l’amore che conta davvero.

Oggi, come allora, più che mai, in ogni sua risposta. Grazie Laura.

Qui sotto la nostra intervista per Soundsblog.it.

Tutto l’amore che conta davvero, tre versioni diverse, posso chiederti come è nato il progetto?

Un giorno mi ha chiamato Alberto Salerno, il marito di Mara Maionchi, grande autore di canzoni e il produttore che ha portato al successo Pino e lo ha fatto conoscere. Quando Pino lavorava con lui, nell’83, pure io lavoravo con Alberto e Mara, così ci siamo conosciuti. Mi chiama circa un anno fa e mi dice “Laura, dobbiamo fare qualcosa per Pino…”. Gli ho detto che non mi sentivo pronta, che non sapevo. Lui mi ha rassicurata dicendo che mi avrebbero aiutata loro, c’è Roberto Razzini, Stefano Senardi, ti aiutiamo noi, facciamo qualcosa per Pino. La prima idea è stata quella di creare un evento, celebrare la sua opera in un modo importante: il doppio evento del 19 novembre, alla mattina alla Statale con Mogol e, alla sera, al Teatro dell’Arte con degli ospiti. Poi da lì l’esigenza di avere qualcosa a livello discografico. Era qualcosa che avevo nel cuore da tempo: creare un compendio delle sue opere e andare a coprire una carenza di mercato. I suoi cd, infatti, stavano iniziando a diventare introvabili nei negozi. Per cui, con Warner Italia che si è dimostrata subito interessata al progetto anche senza inediti da inserire. In altre situazioni ero stata “rimbalzata” proprio perché non avevo intenzione di rilasciare inediti di Pino. Warner, invece, molto coraggiosamente ha detto “Non è importante, l’importante è che il progetto sia inedito”. Abbiamo corredato il progetto con il libro di 48 pagine con foto inedite dove ci sono manoscritti di Pino, testi suoi scritti da lui. Lui ci ha lasciato decine di agende con poesie, scritti, pensieri e opinioni. Dopo cinque anni è arrivato il momento di farlo e l’ho fatto con amici intorno molto importanti.

Non è solo una raccolta di successi, canzoni o live ma proprio qualcosa di personale…

I più lo conoscono per la sua straordinaria voce. Sapeva coniugare la sua voce in maniera unica, dopo Demetrio Stratos c’è Pino, anche cronologicamente come modo di sperimentare la voce e per la capacitò di comunicazione, immediatezza e capacità emozionale. Non tutti sanno che, negli ultimi anni, lui aveva pubblicato due libri di poesie. Il terzo, postumo, nel 2015. Poesie che uno non si aspetta scritte da un cantante di musica leggera. Sono poesie molto introspettive che fanno capire quanto non fosse superficiale: cercava di dare parole a quelle emozioni, a descriverle tramite la musica,

Mi accennavi che inizialmente pensavi di non essere ancora pronta a buttarti in questi progetto. Come è stata, invece, la scelta di abbracciare questa iniziativa e di accettare nel renderla concreta?

Ho perso un marito, il compagno della mia vita… E’ stato molto doloroso, un po’ catartico ma dovevo farlo. L’opera di Pino lo merita. Ho dovuto farmi forza perché Pino e le sue opere se lo meritavano. E’ anche un po’ per conto suo, anche. Ogni parola entra un po’ nel dolore che è sempre lì. La difficoltà è stata coniugare quell’aspetto privato con l’aspetto pubblico. Siamo stati una coppia vera, una famiglia vera: io, lui, i nostri due figli a Lagonegro. Molto basico ma molto vero. Per noi è tutt’ora un lutto. Ma ci rendiamo conto che c’è un aspetto pubblico che va gestito e abbiamo imparato a farlo. Io ci sono per Pino, i miei figli ci sono per me.

Mi è piaciuto molto la frase che hai detto… che se lo meritava.

Sì, certo, è così… Io so già che sono “inadeguata”, partendo da quel presupposto vado tranquilla (sorride) Qualsiasi cosa fatta da lui potrebbe essere fatta meglio? Ogni cosa fatta da lui era pazzesca, il tempo gliene darà merito, io ne sono sicura di questo. Io faccio quello che posso e… lo faccio con tutto l’amore che conta davvero, ecco.

Mi hai accennato a Lagonegro. Ti sei trasferita lì per lui.

Sì, ci ho vissuto 23 anni. Sono partita da Milano e sono andato a Lagonegro perché lui non voleva lasciare la sua terra…

Più dimostrazione d’amore di questa…

Esattamente. Io per non lasciare lui ho sposato anche la sua terra per 23 anni. Aveva tantissime cose belle, molte bellezze, ma non era la mia terra

Però c’era lui.

Però c’era lui, esatto. Era lì, non era sradicabile, mi sono presa ben volentieri tutto il pacchetto. Sono stati 23 anni meravigliosi, tutta la mia vita.

Ci sono diverse versioni del progetto. Tra queste, Tesori nascosti, brani che magari non sono stati “in auge” come altri pezzi nella sua carriera. C’è un pezzo, tra questi, al quale sei più legata? E, in caso, quello a cui era più affezionato Pino?

E’ una domanda difficile perché quando a lui chiedevano quale fosse la sua canzone preferita, lui rispondeva “L’ultima che ho scritto”. Perché diceva “Non posso scrivere una canzone se non penso che possa essere la più bella. Perché se penso che una prima fosse migliore, allora non te la faccia neanche ascoltare”. Ogni pezzo è un’emozione diversa e non le puoi paragonare. Sono tutte valide, diverse dall’altra e indispensabili. E’ stato difficile sceglierle, però. Per i Tesori Nascosti, io e i ragazzi, abbiamo dovuto scegliere quelle che a noi piacevano di più e anche a lui. Tante ne sono rimaste fuori, abbiamo dovuto fare delle scelte.

Non sarà stato facile, una grande responsabilità.

Assolutamente sì. Però, sai, come ti dicevo prima, se non lo facevamo noi chi poteva? E’ stato difficile ma anche bello farlo, un bel viaggio nella sua musica. E’ bello parlare di lui, un musicista straordinario, detto col ruolo di “musicista”, staccandomi da quello di moglie.

Parlando di una delle sue canzoni più famose, Oro, è arrivata in un periodo per lui, discograficamente parlando, molto difficile. Te lo ricordi?

Certo. Io ho conosciuto Pino nello studio “Il Mulino”, lui stava registrando “Oro”, in questo studio milanese. Io, mi ricordo, un paio di settimane prima, avevo sentito il provino di Oro nell’ufficio di Mara alla Fonit Cetra. Mi ha fatto sentire questo provino. Disse che era un cantante straordinaria, con un caratteraccio -mi ricordo questa cosa- ma è talmente bravo che non posso non lavorare con lui. Quando l’ho sentito era come sentire la musica di un extraterreste, non assomigliava a nulla che avevo sentito prima. Quando sono andato in studio l’ho conosciuto. Era un tipo molto particolare, non faceva nulla per essere “simpatico” e affidava tutto all’impatto musicale. Non era un buon imprenditore di se stesso, lui era puro, era un artista, il suo mondo emotivo e la sua musicalità. Tutto il resto veniva in secondo piano. Poi con gli anni ha imparato… Prima di “Oro”, lui aveva deciso di lasciare, dopo che i primi 3 Lp che non avevano funzionato. Era tornato a Lagonegro, si era iscritto all’Università e aveva pensato “Ok, non era la mia strada”. Ma aveva lasciato questo provino di “Oro” nella scrivania di Mara. Lei lo ha fatto ascoltare a Mogol, lui è impazzito, gli ha scritto il testo e a quel punto. Pino è tornato in studio, ha cantato il pezzo ed è nata la sua carriera.

Hai detto che lui era puro, genuino, se stesso in tutto. Secondo te, nell’ambiente della discografia, questo poteva essere qualcosa che gli può aver tolto delle occasioni, in quegli anni?

Probabilmente sì, però non lo sapremo mai. Non potremo mai avere la prova contraria. Credo che il suo talento fosse più grande di quello che poi ha raccolto.

Ultima domanda: nel progetto c’era una parte dedicata agli Incontro, con Battiato, Baglioni e anche un pezzo cantato da te, insieme a lui.

Guarda, ci ho pensato molto se metterla. Mi sentivo una formichina vicino agli altri nomi… il discorso è che quel brano lì ha una valenza artistica forte, importante. Mi ricordo quando l’abbiamo cantato. Sono canzoni registrate a casa, a Lagonegro. Secondo me ci stava negli “Incontri”. Noi abbiamo avuto l’incontro della vita ma soprattutto artistico. Ci siamo incontrati, inizialmente, come due artisti che hanno deciso di lavorare insieme. “Il dicembre degli aranci” segnala questo aspetto, quello artistico.

Musica e amore che vi hanno unito e accompagnato nella vostra vita insieme.

Sì, sembra una banalità quello che dico ma le nostre voci si sposavano benissimo, vibravano allo stesso modo. Ci siamo accorti dopo una anno che lavoravamo insieme che non era solo lavoro, il nostro. Ma le nostre voci, loro, ce lo hanno detto prima… Quando cantavamo insieme, vibravano insieme.

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