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La paranza, Daniele Silvestri: ascolta la canzone (testo e significato)

Daniele Silvestri, La paranza: testo e significato della canzone. Ascolta il brano su Soundsblog e guarda il video ufficiale del pezzo

pubblicato 24 Marzo 2022 aggiornato 5 Aprile 2024 15:44

La paranza è un brano di Daniele Silvestri pubblicato nel 2007.

Il cantante ha presentato questo pezzo al  Festival di Sanremo, classificandosi a quarto posto della classifica finale. Davanti a lui, dal primo al terzo, hanno trionfato Ti regalerò una rosa (Simone Cristicchi), Nel perdono (Al Bano) e Schiavo d’amore (Piero Mazzocchetti).

Daniele Silvestri, La paranza, Significato canzone

Il titolo della canzone è il nome di un peschereccio utilizzato per i pesci piccoli che poi diventano frittura, cucinati. Ma, nell’ambiente della camorra, la paranza viene utilizzato -come termine- per i gruppi di camorra armati. Insieme al ritmo leggero e apparentemente da tormentone, sono presenti numerosi richiami a temi di attualità e cronaca di quei tempi, dalla criminalità all’arresto del boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano e il processo per il delitto di Cogne. E’ arrivato al secondo posto nella classifica dei pezzi più venduti in Italia e in vetta ai brani più trasmessi in radio.

La paranza, Video ufficiale

Qui potete vedere il video ufficiale

Daniele Silvestri, La paranza, Testo canzone

Mi sono innamorato di una str0nza
Ci vuole una pazienza
Io però ne son rimasto senza
Era molto meglio pure una credenza
Un fritto di paranza, paranza, paranza
La paranza è una danza
Che ebbe origine sull’isola di Ponza
Dove senza concorrenza
Seppe imporsi a tutta la cittadinanza
È una danza
Ma si pensa
Rappresenti l’abbandono di una stronza
Dal calvario alla partenza
Fino al grido conclusivo di esultanza
Uomini uomini c’è ancora una speranza
Prima che un gesto vi rovini l’esistenza
Prima che un giudice vi chiami per l’udienza
Vi suggerisco un cambio di residenza
E poi ci vuole solo un poco di pazienza
Qualche mese e già nessuno nota più l’assenza
La panacea di tutti i mali è la distanza
E poi ci si consola con la paranza
La paranza è una danza
Che si balla nella latitanza
Con prudenza
E eleganza
E con un lento movimento de panza
La paranza è una danza
Che si balla nella latitanza
Con prudenza
E eleganza
E con un lento movimento de panza
Così da Genova puoi scendere a Cosenza
Come da Brindisi salire su in Brianza
Uno di Cogne andrà a Taormina in prima istanza
Uno di Trapani? Forse in Provenza
No, no, no, non è possibile
Non è raccomandabile
Fare ritorno al luogo originario di partenza
Ci sono regole precise in latitanza
E per resistere c’è la paranza
La paranza è una danza
Che si balla nella latitanza
Con prudenza
E eleganza
E con un lento movimento de panza
Dimmi che mi ami, che mi ami
E quando ti allontani
Per prima cosa mi richiami
In ogni caso è molto meglio se rimani
Se rimandi a domani
Dimmi che ci tieni, che ci tieni
E se non vieni
In ogni caso mi appartieni
E che ti manco più dell’aria che respiri
Più di prima
Più di ieri
Dov’è, dov’è
Tutti si chiedono
Dov’è dov’è
Ma non mi trovano
Lo sai che c’è?
Che sto benissimo
Fintanto che
Sto a piede libero
E poi perché
Ritornare da lei
Quando per lei è sempre stato meglio senza di me
Non riusciranno a prendermi
Io resto qui
La paranza es un baile
Que se baila con la latitanza
Con prudencia y elegancia
Y con un lento movimiento de panza
E se io latito, latito
Mica faccio un illecito
Se non sai dove abito
Se non entro nel merito
Se non vado a discapito
Dei miei stessi consimili
Siamo uomini liberi
Siamo uomini liberi
Stiamo comodi comodi
Sulle stuoie di vimini
Sulle spiagge di Rimini
Sull’atollo di Bimini
Latitiamo da anni
Con i soliti inganni
Ma non latiti tanto quando capiti a pranzo
E se io latito latito
Mica faccio un illecito
Se non sai dove abito
Se non entro nel merito
Se non vado a discapito
Dei miei stessi consimili
Siamo uomini liberi
Siamo uomini liberi
Stiamo comodi comodi
Sulle stuoie di vimini
Sulle spiagge di Rimini
Sull’atollo di Bimini
Latitiamo da anni

Con i soliti inganni

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