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Il Bello d’esser Brutti: la tracklist spiegata da J-Ax brano per brano

J-Ax torna con un nuovo disco, Il bello d’esser Brutti, in uscita il prossimo 27 gennaio. Eccovi la tracklist dell’album raccontata da lui, canzone per canzone.

pubblicato 22 Gennaio 2015 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:36

Il 27 gennaio 2015 uscirà Il Bello d’esser Brutti, nuovo disco di J-Ax. Il riconfermatissimo giudice di The Voice è pronto a raccontare e a raccontarsi come forse mai aveva fatto prima d’ora, tramite le venti canzoni contenute nella tracklist dell’album. Nel corso della presentazione, tenutasi a Milano in questi giorni, il rapper ha voluto commentare la sua nuova fatica discografica traccia per traccia. E noi di Blogo abbiamo pensato che sareste stati curiosissimi di sentire ciò che il buon Alessandro Aleotti avesse da dire su ogni singolo brano. Trovate tutto qui di seguito (comprese, in coda al post, le date del tour 2015), ma, prima di tutto, eccovi la sua dedica ai fan (vecchi e nuovi):

Il Bello d’esser Brutti è dedicato a tutti gli amanti della musica, in particolare ai miei fan. Spero che li faccia strippare, soprattutto perché vivo ogni uscita discografica dal punto di vista del consumatore. Un po’ come io sono in fibrillazione quando sta per uscire un nuovo album dei Foo Fighters, così, al solo pensiero che qualcuno possa sentirsi allo stesso modo per me, spero sempre di potergli dare il kolossal. Voglio che soddisfi principalmente i miei fan, poi se piacerà anche ad altri, magari a quelli che hanno cominciato a conoscermi grazie a The Voice, tanto meglio. Quel che è certo è che questo disco rappresenta tutte le mie sfaccettature anche dal punto di vista musicale. Registra un deciso passo in avanti. In questo momento mi sento come se avessi diciannove anni e stessi per fare l’esame di maturità. Ma questo non significa che dobbiate aspettarvi un disco “maturo”, detesto quella definizione: sa di vecchio!

1. Intro

È la canzone che apre il disco ma l’ultima che ho scritto per questo album. L’ho messa giù in un momento strano. Passi attraverso diverse fasi quando lavori ad un nuovo album: inizialmente c’è il caos, poi l’entusiasmo e infine il periodo in cui ti rendi conto che è arrivata l’ora di condividere quello che hai scritto con altre persone. È quella la resa dei conti, in un certo senso, e mi ha portato a riflettere su me stesso, su dove sono arrivato finora. Il testo, quindi, è decisamente autobiografico e zeppo di riferimenti alla mia carriera. Intro e la seconda traccia del disco, Ribelle e basta, sono due canzoni speculari, il dolce e l’amaro di questo lavoro. Consiglio di ascoltarle una in fila all’altra.

Nel brano parlo del sistema in cui ero per gran parte della mia carriera e questo “sistema” non ne esce bene. Diciamo che, personalmente, me la sono vissuta un po’ come fosse questione di vita o di morte, e questo vale per ogni cosa io abbia mai fatto. Di conseguenza, per me è sempre stato frustrante vedere come per gli altri fosse “solo” un lavoro, perché per come la vedo io è una vera e propria missione, il mio ossigeno. Detto questo, non voglio parlare male del passato ma solo fare il punto della situazione.

Sempre nell’ottica di “fare i conti col passato”, in Intro ho messo un riferimento a Jad. Ma non è da interpretare come un tentativo di riconciliazione. Non ho mai detto di voler far pace con lui. Mettiamola così: immaginati quando ti molli con una tipa, se non la nomini vuol dire che stai ancora elaborando il lutto post-rottura, quando puoi farlo, invece, significa che puoi andare definitivamente oltre. E adesso io Jad, in questa canzone, l’ho nominato. Proprio in quest’ottica ho riascoltato i miei dischi da solista e li ho trovati genuini, ma, come dico nella canzone, si sente quanto fossi “perso”, in un certo senso. Questo perché se la musica sei abituato a farla in due, poi devi imparare a farla da solo. Ed è tutta un’altra storia. Per me gli Articolo 31 sono trapassato remoto, ormai. Mi sono sentito finalmente libero da quel passato quando ho fatto sold out al Carroponte con tremila persone rimaste fuori dai cancelli. “Bene, sei tornato ufficialmente ai livelli che raggiungevi prima – mi sono detto – Ora è il momento di focalizzarti sulla musica e comunicare quello che sei”. Inaspettatamente, proprio a quel punto è venuta in mio soccorso la Rai chiamandomi a The Voice. In soli sei mesi ho avuto una risonanza mediatica che difficilmente si raggiunge “solo” con un disco.

2. Ribelle e basta

Mi sono divertito a identificarmi nella figura del ribelle italiano, ispirandomi a Sono un ribelle, mamma degli Skiantos. La mamma è la mia nazione, anche se faccio il ribelle. Non sto certo qui a rispiegarvi la grammatica del rap, ma quando si scrive un pezzo di questo tipo, è naturale che si debba essere un po’ sbruffoni: è proprio una prerogativa del genere. In quest’ottica deve essere visto il riferimento ai rapper “giovani” che si danno addosso l’uno con l’altro per stabilire chi sia il migliore. In pratica in Ribelle e basta dico: Va bene, voi vi scannate perché ci sono due mucche ma poi arrivo io, ovvero il vecchio mulo, che piano piano se le tromba tutte. Nonostante il rap comporti delle frecciate verso colleghi e personaggi famosi, vi assicuro che in 20 anni di carriera non sono mai arrivato a dover mettere le mani addosso su nessuno. E questo nonostante il fatto che io sia uno dei più odiati sulla piazza. Ogni tanto ne spunta un altro che viene odiato più di me per un periodo, ma in genere dura poco. In ogni caso, solo i cantanti senza successo non hanno commenti negativi sotto i loro video postati su Youtube.

Ah, un’ultima cosa: “Sono come il dito in culo quando scopi” secondo me è uno dei momenti più alti della mia poetica.

3. La Tangenziale (feat. Neffa):

È un pezzo che ho scritto con Neffa per fare da colonna sonora di una delle tante rivoluzioni italiane, ovvero quelle per cui ci si ferma, si fa casino, si raggiunge un attimo di pubblicità però nessuno, neanche gli organizzatori della protesta, hanno poi ben chiaro i motivi per cui siano scesi in piazza. L’abbiamo scritta dopo essere stati bloccati in tangenziale da una manifestazione. Quello che penso è che, invece di fare tante piccole proteste, bisognerebbe organizzarne una generalizzata e fatta bene. Magari occupare un intero aeroporto per un mese, la butto lì. Questo, forse, potrebbe tornare davvero utile.

4. Sopra la media

Parla di speculazione, nello specifico di quel fenomeno per cui quando si decide di rivalutare un quartiere si alzano gli affitti, gli abitanti sono costretti ad andarsene perché non possono più permettersi quei prezzi e arriva una nuova generazione di abbienti. Io l’ho visto succedere a Milano, nel quartiere dell’Isola dove presenterò il disco al Blue Note il giorno prima della sua uscita. Questa cosa accadeva in America già nel 1998 e l’ho vissuta sulla mia pelle perché a quei tempi sono stato a Brooklyn per un bel po’. Metaforicamente, il brano parla del sentirsi fuori posto ovunque, uno dei fil rouge de Il bello d’esser Brutti. Te ne vai da Cologno perché Cologno basta, poi a Milano non ti trovi e allora torni a Cologno ma gli affitti sono saliti e non te li puoi più permettere così…Così non lo so, adesso magari valuto l’opzione di trasferirmi direttamente in Duomo (ride, ndr).

5. Uno di quei giorni

Questa canzone la conoscete già, è il singolo scelto per il lancio de Il Bello d’esser Brutti. Ho voluto cantarla con Nina Zilli perché ho sempre pensato che lei abbia una delle voci più belle che ci siano in Italia attualmente. Il brano di per sé ha un sapore classico. Non definitemelo “vintage” perché “vintage” è una parola hipster e gli hipster mi hanno rotto le palle. Mi sembrava che Nina potesse rendere in questo pezzo anche se non si tratta di una canzone superemozionante. Non è facile far ridere/divertire. E secondo me in Uno di quei giorni ce l’abbiamo fatta. La parte cantata dalla Zilli è stata scritta da Neffa.

6. Sono di moda:

È una presa per il culo del momento in cui, complice The Voice, sembravo essere diventato un po’ il fidanzato d’Italia. Fa molto ridere ed è piuttosto breve.

7. Caramelle:

È un brano dedicato alla mia compagna ma alla fine lei qui è solo un pretesto per parlare di me. La canzone prende le mosse da quel momento in cui ti rendi conto che fare delle cose semplicissime, come mangiare caramelle sul divano davanti alla tv, acquista tutto un altro sapore se si sta con la persona giusta. Anche questa canzone l’ho fatta in featuring con Neffa.

8. Hai rotto il catso

Il titolo dice tutto ma mi urge fare una precisazione: nel testo dico che giustificherei l’omicidio di chi usa parole come “taggami”, “par condicio”, “populismo” e così via ma è ovvio che non giustificherei mai una cosa del genere. Sono contrario perfino alla pena di morte! Se vi scandalizzate per questo verso, si vede che tocca ancora rispiegarvi la grammatica del rap…

9. Miss and Mr. Hyde

Bellissima ballatona d’amore perché anche J-Ax sa essere romantico quando vuole…

10. Santoro e Peyote:

Uno pensa di aver fatto tanti errori nella vita. Ma nessuno di loro potrà mai essere paragonabile a quello di guardare un talk politico qualsiasi…sotto l’effetto di droghe.

11. Rock City

Adesso penserete che io abbia fatto un intero disco punk-rock. In realtà è sempre e comunque Rap’n’Roll.

12. Tutto o niente (feat. Emiliano Valverde):

È una telefonata tra il me stesso di oggi e il me stesso di venti anni fa. Emiliano Valverde è uno che ho avuto nel mio team a The Voice e, come gli avevo promesso in diretta, gli ho affidato il ritornello di un pezzo del mio nuovo disco. So che sembra assurdo di questi tempi ma, cosa ci posso fare, sono uno che mantiene la parola data. Nel brano rappo con voce assonnata e “da sveglio” per segnare la differenza tra il me stesso di 20 anni fa e quello di oggi.

13. Il bello d’esser brutti:

La titletrack. Qui spiego quale sia il bello d’esser Brutti. Io mi sono sempre sentito brutto, anche se ad un certo punto sono addirittura diventato di moda come racconto in un brano precedente. Il fatto è che ho sempre visto la mia presunta “bruttezza” come uno svantaggio, invece se fossi nato più bello forse oggi non sarei qui, non avrei avuto lo stesso tempo per stare nella mia stanzetta e scrivere quando ero ragazzino, ad esempio. Ho saputo sfruttare questa cosa come fosse una vera e propria risorsa. Per questo oggi posso raccontare Il bello d’esser Brutti.

14. Old Skull (feat. Club Dogo):

Questa è la mia sfida alla vostra canzone italiana! Si tratta di un featuring coi Club Dogo. La base l’ha fatta Don Joe su mia indicazione ed è presa da un pezzo di Mia Martini dal titolo Taking Off. Viene dal disco Oltre la Collina ed era un brano quasi solo strumentale. Devo davvero ringraziare gli editori di Mia Martini perché mi hanno fatto usare questa base. Nel testo cito anche Fabio Volo con un dildo di plastica che dà alle casalinghe le loro cinquanta sfumature di grigio. Devo anche commentare? Voglio dire: più chiaro di così! Mi dispiace solo per gli incubi che avrete stanotte a causa di questa immagine!

15. Maria Salvador (feat. Il Cile):

Ohi Maria…Ti amo (ancora)!

16. Bimbiminkia4life (feat. Fedez):

Voglio fare un appunto: è la prima volta nella storia in cui una generazione di 40enni prende per il culo i giovani. Prima accadeva l’esatto contrario. C’erano, che ne so, i matusa. Io stesso prendo per il culo i giovani che mi rinfacciano di essere diventato commerciale, quelli che: “Ai tempi degli Articolo non saresti mai andato in tv con la Carrà!”. Ad uno di loro avevo mandato il video degli Articolo 31 che, evidentemente in tempi non sospetti, rappavano con Raffaella in uno dei suoi programmi. Quindi?

17. Nati Così:

Brano scritto con Max Pezzali. Mi piace definire questo genere “country pavese”. Vado molto spesso in America e posso dire che Max riesce a fare un genere al livello del pop country d’oltreoceano. È il Taylor Swift italiano? Può darsi. Ma forse sarebbe meglio paragonarlo a Tim McGraw, senza nulla togliere a Taylor, naturalmente.

18. Un altro viaggio (feat. Valerio Jovine):

In questo disco non ho mai voluto usare una cifra troppo pesante, ma ho lasciato andare la bilancia durante questo pezzo. Il brano nasce da una notte in cui, mentre ero in autostrada tornando da Torino verso Milano, mi sono fermato a una piazzola di sosta. Il bagno era otturato e davanti a quel bagno, in quella puzza di piscio incredibile, i camionisti continuavano a giocare indisturbati alle slot machine. Come se non se ne accorgessero nemmeno. Mi è sembrata un’ottima metafora di questo Paese. Canto questo pezzo con Valerio Jovine che avevo in squadra a The Voice. Mi ha detto che quest’estate, grazie alla visibilità ottenuta dal talent, è riuscito ad aggiungere una trentina di date al tour con il suo progetto musicale principale. Per me è stata una soddisfazione.

19. The Pub Song (Feat. Weedo):

Questa è una delle cose più vere e forse perfino intelligenti che io abbia mai scritto. È una citazione, un mio personalissimo omaggio, a Enzo Jannacci. E la canto con mio fratello Weedo. In effetti, come dico nel testo, mi sento dire spesso: “Ma ancora alla tua età rappi così e parli di queste cose? Ma non ti vergogni?”. Inutile dire che la mia risposta sia “No”.

20. L’uomo col cappello

Questo è un brano che parla di me e, sulla scia del precedente, racconta come sia importante andare avanti fregandosene delle critiche altrui. Se non altro, è quello che io faccio da sempre.

J-Ax, Il bello d’esser brutti Tour 2015: le date

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Ci sono solo io a fare queste cose, ditemi quanti artisti che hanno organizzato sei date consecutive all’Alcatraz vi vengono in mente! Poi quel locale è pure vicino a casa mia quindi, lo ammetto, l’h0 fatto per pura comodità (ride, ndr). In realtà penso che sia una struttura della madonna a livello di suono, può contenere fino a tremila persone che praticamente mi possono quasi toccare. Il bello di fare le repliche l’ho scoperto quando è esploso il successo di Rap’n’Roll: lascio il palco montato e mi godo di più la città in cui mi trovo. Avrei fatto prima a fissare una data al Forum, dite? Forse. Ma io al Forum ho sempre preferito il Carroponte, non so perché. O forse sì: il Forum mi ricorda cose che non voglio rivivere. Ogni volta che sono finito lì, in passato, poi ho perso il controllo della situazione. Quindi meglio sessanta Alcatraz, piuttosto! Inoltre non ho voglia di fare a gara a chi ce l’ha più grosso, non mi interessa dimostrare nulla. In questo modo do più lavoro anche ai miei musicisti e siamo davvero tutti più contenti!

Roma (Atlantico Live) – 12 marzo 2015

Roma (Atlantico Live) – 13 marzo 2015

Roma (Atlantico Live) – 14 marzo 2015

Milano (Alcatraz) – 17 marzo 2015

Milano (Alcatraz) – 18 marzo 2015

Milano (Alcatraz) – 19 marzo 2015

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Milano (Alcatraz) – 14 aprile 2015

Milano (Alcatraz) – 15 aprile 2015

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San Biagio di Callalta (Tv) [Supersonic Music Arena] – 21 marzo 2015

Firenze (OBIHall, ex Saschall) – 30 marzo 2015

Bologna (Estragon) – 2 aprile 2015

Napoli (Casa della Musica – Federico) – 18 aprile 2015

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