Home Gio Evan: “In Natura Molta le mie due anime, la poesia e la musica. Il post di Elisa Isoardi per Salvini? Non esiste la cattiva pubblicità”

Gio Evan: “In Natura Molta le mie due anime, la poesia e la musica. Il post di Elisa Isoardi per Salvini? Non esiste la cattiva pubblicità”

Natura Molta è il titolo del nuovo disco del cantautore e poeta Gio Evan: ecco cosa ci ha raccontato del progetto.

pubblicato 6 Novembre 2019 aggiornato 20 Febbraio 2021 13:20

In occasione dell’uscita del suo nuovo disco, Natura Molta, Soundsblog ha avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere con Gio Evan, cantautore, filosofo nonché il poeta italiano vivente più seguito.

Il disco di Gio Evan contiene un totale di 20 canzoni, di cui 10 brani originali e 10 poesie. Fra un “lato” e l’altro del disco, c’è un vero e proprio abisso. Come Gio Evan ci ha raccontato, infatti, il suo approccio alla poesia e quello alla musica sono completamente diversi.

Ecco, qui sotto, la nostra intervista all’artista.

 

Natura Molta è il tuo nuovo disco. Cosa significa questo titolo?

Mi fatto una domanda la cui risposta è molto lunga. Ho fatto un percorso molto lungo per me scegliere il titolo del disco. Prima è venuto il titolo, poi il disco. È un genere artistico che lo potevi trovare nei tempi paleolitici nelle grotte, si tratta di un’arte antichissima. È un percorso immenso perché questo quadro di natura morta in casa che mi ha ispirato delle ansie, mio padre che da piccolo mi diceva “È opera o è arte?”. Poi io ho studiato all’artistico, al tempo ti dicevano che la natura morta era un ogetto inanimato che prendeva il protagonismo. Per me questo disco è una rivincita della natura morta, che era far diventare protagonista non un oggetto inanimato ma animato. Per me la musica era perfetta come opera. In più volevo che questo disco avesse un’idea di pittura alle spalle, queste canzoni le ho lavorate come un dipinto. Questo te lo suggerisce anche la copertina. Natura molta è dare il protagonismo al movimento, e non alla posa.

Nel comunicato si parlava di un disco “semplice”. Ma in realtà mi sembra ci siano tanti contenuti, anche profondi. Perché?

Spesso confondiamo la semplicità con la facilità. Picasso a proposito disse “A 12 anni sapevo disegnare come Raffaello, ma ci ho messo una vita per imparare a disegnare come i bambini”. Eppure se vedi i disegni dei bambini ti sembrano una cosa semplice. Io ti assicuro che non riesco a disegnare come loro. Io vivo con i bambini, perché ho a che fare con delle associazioni. Ti assicuro che non riesco a disegnare come loro. Il loro è un tatto che non abbiamo, l’abbiamo dimenticato con l’ego e con la presa di coscienza. Il disco è un lavoro semplice ma, credimi, è stato difficilissimo arrivare a quella sempicità. Perchè all’inizio quando pensavamo che fosse finito abbiamo riniziato a mettere mano ai pezzi. Mi viene l’ansia a parlarne.

Ti senti più poeta o più cantante?

Ti rispondo “X”! Nessuno dei due! Però mi piace che gli altri percepiscano questo dualismo.

Fra le canzoni e le poesie c’è un approccio profondamente diverso?

Stai facendo una grande analisi. Segui il mondo del calcio? Con la poesia io faccio una partita di calcio, ci metto della serietà dentro, ci metto un obiettivo io. Non deve piacere, deve educare me, le parole che scrivo hanno un compito terapeutico. Sono profondità e meditazione. Questa cosa l’ho imparata prima di andare in Amazzonia. Per me la musica è l’allenamento, mi diverto, è la mia parte di gioco. Per me è importantissima, perché mi ricorda questa parte giocosa. Qui mi permetto di citare artisti preferiti, o aneddoti che mi stanno a cuore.

Ma è giusto avere una propria interpretazione di una poesia? Le tue poesie si possono interpretare?

La poesia se non serve per esssere interpretata da te personalmente a che c***0 serve? Pensa che il Vangelo ancora lo reinterpretano, 2000 anni di libro, è un’opera di una poeticità incredibile.

Un’ultima domanda gossipara: come commenti tutto quello che è successo in riferimento al post che Elisa Isoardi ha dedicato a Matteo Salvini? Ti è servito a livello di pubblicità?

C’è chi dice che non esiste la cattiva pubblicità. Se qualcosa serve ad indirizzarti verso te e tu sei sicuro di quello che fai, ben venga. Non ti posso nascondere che per la mia predisposizione fisica mia sono esile, tendo a rompermi facilmente. Un vento forte di quel tipo, a me che vivo in montagna da solo e che ho vissuto più in India che con mio padre, è stato impegnativo da gestire. Ho tutto meno che una somiglianza con quell’uomo Non è stato facile reggere il confronto, sai se mi avessero collegato a Berlinguer sarebbe stato diverso.  Quando è arrivata quella batosta li avevao già quattro libri alle spalle, in ogni caso, non è che ero uscito da un talent e non avevo fatto ancora niente. Avevo per fortuna già del carattere artistico. Chi mi ha conosciuto tramite quella cosa là, per fortuna, adesso mi dice “Oh, sono contento, almeno da Salvini qualcosa di buono l’ho preso”.

Elisa