Home Festival di Sanremo Aiello: “Sanremo? Un’occasione unica, per me, per abbracciare più persone possibili”

Aiello: “Sanremo? Un’occasione unica, per me, per abbracciare più persone possibili”

Soundsblog ha intervistato Aiello, uno dei 26 Big della 71esima edizione del Festival di Sanremo, in gara con la canzone Ora.

2 Marzo 2021 20:42

Aiello prenderà parte alla 71esima edizione del Festival di Sanremo che prenderà il via questa sera, martedì 2 marzo 2021, fino alla finale che andrà in onda, in prima serata su Rai 1, sabato sera.

L’artista calabrese si esibirà sul palco del Teatro Ariston con la canzone Ora.

Noi di Soundsblog abbiamo intervistato Aiello poche ore prima del suo debutto al Festival.

Cosa stai provando in queste ore, qual è il tuo stato d’animo prima del debutto?

Provo a distrarmi. Per fortuna, ci sono una serie di impegni durante la giornata che sembrano un piacevolissimo bombardamento, però, inevitabilmente, ho paura, tensione, mi sento una grande carica ma, al tempo stesso, anche una grande responsabilità, nei confronti di parenti e degli amici soprattutto, che hanno delle aspettative, secondo me, esagerate! Però, diciamo tutto bene…

Quali aspettative hai riposto su questo Festival di Sanremo, speri che questo Festival possa regalarti la consacrazione?

Io spero che questo Sanremo possa essere, per me, una sorta di trampolino per tuffarmi in un mare più grande, il mare che speravo di poter navigare con i live quest’anno, se non avessimo avuto quell’interruzione brusca. Per me, quindi, è un’occasione unica per abbracciare più persone possibili. La gara, onestamente, è molto secondaria rispetto all’esigenza che io ho di far conoscere la mia musica ad un pubblico ancora più grande.

Ad un’eventuale vittoria, quindi, non ci pensi?

Ci mancherebbe… Chi non vorrebbe vincere qualsiasi cosa, anche banalmente un uovo di Pasqua, cioccolato fondente preferibilmente! A me farebbe piacere, però, con molta sincerità, non ci penso proprio, sia per non caricarmi di un’aspettativa, che potrebbe essere tranquillamente disattesa, sia perché c’è un cast forte, così contemporaneo e variegato che credo che ognuno di quelli presenti potrebbe meritare la vittoria, me compreso. Io sono uno in mezzo a loro, non credo di meritare più degli altri.

Il testo della tua canzone, Ora, ha fatto un po’ di scalpore perché è abbastanza esplicito. Ti aspettavi queste reazioni?

Speravo che ci fosse un interesse, come in tutte le canzoni che scrivo e spero che possano arrivare e scuotere un po’. Probabilmente, parlare di sesso in maniera cosi diretta non è comunissimo nelle canzoni, non è comune che uomo, o una donna che sia, si prenda le responsabilità e dica apertamente di essere stato uno stron*o, come lo dico io nella canzone. E poi, ho parlato, appunto, di questo sesso che io ho definito “ibuprofene”, dando una chiave di lettura molto personale al sesso che ho vissuto, un sesso un po’ liberatorio, un po’ tossico, un po’ curativo, un sesso speciale. Ho avuto coraggio nel raccontare questa storia.

Nelle tue canzoni, sono ricorrenti i riferimenti ai contatti fisici ed è un paradosso, ovviamente, in questo Festival che stiamo vivendo, basato sui distanziamenti e sulle regole da rispettare per il COVID. Questo paradosso può risultare un punto a tuo favore, secondo te? Chi ascolta la canzone può ritrovare quella voglia di normalità che tutti abbiamo?

Quello sicuramente. Non credo, però, che sia un punto a favore o a sfavore perché, in realtà, penso che sia una condizione alla quale, per certi aspetti, siamo abituati da molto tempo, e ne soffriamo tutti, e la mia è semplicemente una storia condivisibile, trasversale, molto larga, molto libera e molto comune a tante persone. Il bisogno di carnalità, in realtà, è un leitmotiv, un fil rouge nelle mie canzoni perché io, purtroppo o per fortuna, non riesco a non mettere nelle canzoni me stesso completamente, la mia passione, il fuoco che sento dentro sempre e anche la mia visione della vita e della musica che è fatta proprio di grande carnalità, di pelle. Magari, questa canzone, più delle altre, l’ho scritta senza filtri e chiedendomi anche uno sforzo in più. Spero possa arrivare a tutti.

Per quanto riguarda il tuo album, Meridionale, tu hai parlato di evoluzione. Quali saranno i cambiamenti rispetto a quella che è stata la tua produzione fino ad ora?

A me risulta molto naturale, e molto piacevole, il lavoro di ricerca sonora e, quindi, anche il processo di evoluzione che faccio tutti i giorni nella musica. Curiamo l’aspetto dei suoni perché la canzone, la scrivi, e non puoi fingere, è tutta una roba molto naturale quasi istintiva, e anche quando si lavora in studio per creare il sound, sono per l’autenticità assoluta. In questo processo, faccio un lavoro di grande ricerca e di grande contaminazione. In questo secondo disco, aggiungo altri ingredienti rispetto al primo. Se nel primo, ho mescolato pop, R&B e indie, in questo, aggiungo suoni molto più meridionali, la musica popolare latina, suoni della mia Calabria, nuovi suoni urban e, al tempo stesso, anche più clubbing, perché sogno live in cui si balla da morire. È veramente una materia plasmata su misura su di me, molto personale e distintiva.

Il tuo look è molto curato. È un aspetto al quale dedichi molta attenzione?

Mi piace e mi diverte, nel senso che, per me, la moda è un linguaggio in più per raccontare il mio modo di vedere la vita, il mio modo di vedere e di vivere la musica. Non mi piace la parola “arma” ma è uno strumento in più col quale, appunto, mi diverto. Anche lì, faccio tantissima ricerca, mi piace rompere gli schemi, andare oltre le abitudini con cui l’uomo, in generale, viene visto o si racconta. Me ne frego delle griglie e delle definizioni. Mi piace sempre chiedermi di più anche sotto quel punto di vista. Sanremo è sicuramente un’occasione in più per divertirmi e condividere questo aspetto.

Per quanto riguarda la serata delle cover, tu hai scelto Rino Gaetano. Hai voluto omaggiare un artista proveniente dalla tua regione?

È un omaggio ad un artista gigante, al quale sono devoto insieme a Lucio Dalla e Lucio Battisti. Sono i tre nomi che, da sempre, io venero. Il fatto che Rino Gaetano sia calabrese, per me, è un motivo in più, un valore aggiunto. Visto che il disco si intitola “Meridionale” e io sono un fan di Rino Gaetano, quando ci hanno chiesto una canzone importante del cantautorato italiano, “Gianna” mi sembrava l’ideale soprattutto perché porteremo sul palco il “Dark Side Of Gianna” una versione, secondo me, molto interessante. Ho chiamato al mio fianco Vegas Jones che è una voce del rap italiano assolutamente tra le più interessanti degli ultimi anni e ci siamo trovati subito alla grande.

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