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Baustelle, nuovo album L’amore e la violenza vol. 2 | Recensione

L’amore e la violenza vol.2: la recensione di Blogo del nuovo album dei Baustelle

pubblicato 23 Marzo 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 22:59

L’amore è la violenza – vol.2 è l’ultimo album dei Baustelle, uscito il 23 marzo 2018, a poco più di un anno di distanza dal precedente L’amore e la violenza. L’uscita del disco di Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini, è stata anticipata dal singolo Veronica n.2. I dodici “nuovi pezzi facili” inediti di questo ottavo album in studio della band di Montepulciano (Si), composti durante il tour della scorsa estate, sono stati prodotti artisticamente da Bianconi e mixati da Pino “Pinaxa” Pischetola. L’album è uscito sotto etichetta Warner Music.

L’amore e la violenza: vol.2 | Recensione

Se tutti riuscissimo a tradurre un immenso dolore personale in un prodotto così qualitativamente ‘alto’ e profondo come ha fatto Francesco Bianconi con quest’album, quasi potremmo cominciare a sperare di soffrire un po’ di più nella vita. “L’amore e la violenza vol.2” è un album struggente, straziante, che mette a nudo senza paura e senza filtri un grande dolore, come può essere quello di una separazione. La ‘svolta pop’ dei Baustelle, che loro stessi avevano già ‘denunciato’ in occasione del disco precedente, continua a funzionare, anche se le aspettative per questo secondo volume erano di un disco pieno di rabbia da parte di Bianconi, che l’ha scritto tutto d’un fiato durante il tour della scorsa estate. Nessuna rabbia, invece, ma tanta sofferenza traspare dai testi, che parlano d’amore nostalgico, senza scadere in inutile pietà.

Dodici pezzi che scorrono tutti d’un fiato come un racconto di una storia finita male, ma narrata con calma e accuratezza (non traspare minimamente la ‘fretta’ con cui è uscito il disco). Perfino gli strumentali “Violenza” e “La musica elettronica“, elementi tipici in ogni album dei Baustelle, si prendono il ‘loro tempo’, e durano quanto un brano cantato. Dopo la trascinante “Veronica N.2“, già ascoltata dal vivo l’estate scorsa in chiusura di tutte le tappe del tour, la prima ‘perla’ dell’album la troviamo nella track 3, “Lei malgrado te“, in cui Francesco, accompagnato dalla voce come sempre ipnotica di Rachele Bastreghi, lancia quasi un messaggio preciso: Tutto mi parla di te, perfino la tua assenza mi fa compagnia/Perchè lei, malgrado te, muore per me, chiede perchè, ma niente sa della mia vita e del dolore. Schietto e diretto.

Dopo “Jesse James e Billy Kid“, scelta come secondo singolo, che come riff e suoni ricorda molto la loro “Il Vangelo di Giovanni“, Rachele si lascia andare al cantato di “A proposito di lei“, in cui la sua vocalità (è lei la vera “voce” del gruppo, e migliora di anno in anno) si esprime al meglio. Il cambio di sound nel corso del singolo brano è una delle novità che stanno sperimentando i Baustelle nelle loro ultime produzioni: lo si sente chiaramente in “Baby“, che fa uno ‘switch’ anche nel testo e da un inizio tendenzialmente noir finisce con toni malinconici: “Vedi, non sono triste come ti aspettavi/Non sono gli altri uomini che amavi/E dammi tanto e non mi abbandonare/Perchè senza di te non so che fare“.

Sul finale entra fortissimo il dolceamaro tema della libertà, nella traccia che chiude l’album “Il Minotauro di Borges“, “Che brutta storia esser liberi dentro/La solitudine dei corridoi/Essere liberi e uomini mai“, e in quello che può essere considerato uno dei pezzi più belli mai scritti dai Baustelle: “Perdere Giovanna“. Una melodia allegra e orecchiabile che è l’apoteosi della sofferenza amorosa di Bianconi, con tanto di ricordi dei tempi felici della vita a due, ossimori tra la perdita della donna in un giorno di sole, e uno straziante urlo finale: “Cancellare di colpo solo tutti i suoi messaggi per un errore madornale/Realizzare d’aver coltivato l’odio, il vuoto, la purpurea digitale, oh Cristo!“.

Un album che colpisce profondamente al primo ascolto, soprattutto se – per circostanze della vita – lo si ascolta con uno stato d’animo vicino a quello di chi l’ha composto. Il sound, con un uso importante del synth, è molto simile a quello del disco precedente della band, garantendo una continuità che sta funzionando anche a livello di mercato e di apprezzamento da parte di quella ‘fetta’ di pubblico che aveva faticato a ‘comprendere’ il loro “Fantasma“. Vogliamo trovare un difetto a questo disco? Probabilmente è il meno corale della band, potrebbe tranquillamente essere firmato solo da Francesco Bianconi, tanto si sente la sua impronta. Ma che siano corali, “oscenamente pop” o strazianti e malinconici, questi Baustelle continuano a piacere sempre di più.

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L’amore e la violenza vol.2 | Tracklist

1.Violenza
2.Veronica, N.2
3.Lei malgrado te
4.Jesse James e Billy Kid
5.A proposito di lei
6.La musica elettronica
7.Baby
8.Tazebao
9.L’amore è negativo
10.Perdere Giovanna
11.Caraibi
12.Il minotauro di Borges

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