Home Festival di Sanremo Amara a Blogo: “Che sia benedetta un plagio? E’ un insulto per chi vive la musica in maniera pulita”

Amara a Blogo: “Che sia benedetta un plagio? E’ un insulto per chi vive la musica in maniera pulita”

Amara parla del nuovo album Pace, del duetto con Paolo Vallesi, dell’attività di autrice e di Che sia Benedetta a Sanremo. Intervista.

pubblicato 23 Febbraio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 09:00

E’ uscito Pace, il nuovo album di inediti di Amara aka Erika Mineo. La cantautrice toscana, vista sul palco dell’Ariston nel 2015 fra i Giovani e nel 2017 come ospite insieme a Paolo Vallesi, ci racconta questo nuovo lavoro discografico caratterizzato da tanta positività. Nove i brani. “Pace racconta il significato dell’esistenza. La prima traccia è Grazie perché la gratitudine rispetto a quello che ti accade credo sia il primo passo d’amore verso quello che ci circonda. Il brano Pace, invece, parla delle tante forme di guerra e la pace tirata in ballo è quella interiore. Quando uno è in guerra con se stesso, automaticamente è in guerra con il mondo intero. E troppo spesso cerchiamo il cambiamento ma nessuno decide di ripartire da se stesso”.

L’esclusione da Sanremo con il brano cantato insieme a Vallesi è stata una delusione? “Semplicemente mi sono resa conto che c’era una mole di lavoro e le canzoni si scelgono con un filo logico. Non l’ho vissuta come un’esclusione, ho portato un concetto in cui credo fortemente ed è stato bello esserci comunque”.

Intanto Amara porta avanti parallelamente l’attività di autrice (ha scritto per Emma Marrone, Elodie, Loredana Errore e Fiorella Mannoia), spesso insieme al cugino Salvatore Mineo ovvero “il valore aggiunto della mia vita e della mia musica”: “Quando scrivo le canzoni, le scrivo per me. Non mi è mai capitato di pensare ad un’artista e scrivere per lei. Pricipalmente scrivo. Scrivo i miei momenti, le mie risposte, le mie domande. Poi ci sono alcuni artisti che arrivano a chiederti brani e tu cerchi di capire quale canzone potrebbe essere la più adatta”.

Ma Che Sia Benedetta, scritta da lei, è davvero un plagio? “Ho riso un sacco. C’è sempre l’esigenza di trovare qualcosa che non va e mi dispiace tanto perché è quasi un insulto a chi vive la musica in maniera pulita [..] Che Sia Benedetta è figlia di un momento intimo. Fanno paragoni di plagio? Plagio significa otto battute uguali in melodia. Le note sono sette ed è possibile fare richiami. Io inviterei a non fare critica ma ad ascoltare il senso di una canzone”.

Festival di SanremoIntervisteNotizie