Arisa Amami La Recensione
Le recensione di Amami il nuovo album di Arisa che contiene in singolo La Notte presentato a Sanremo 2012
Arisa è rinata. Possiamo dirlo? O semplicemente ha mostrato un lato inedito di sè che non aveva mostrato fino a poco tempo fa.
Sulla bella voce ce ne eravamo accorti ma eravamo soliti dare maggiore attenzione al personaggio di Arisa. A quegli occhiali grossi, quell’aria buffa e la voce un po’ da Paperina quando parlava. Un cartone animato con una bella voce e con canzoncine da canticchiare. Ma, quest’anno, sul palco del Teatro Ariston, abbiamo incontrato un’altra Arisa, senza fronzoli e qualsiasi tipo di maschera.
E ha conquistato, ha incantanto con la potenza della sua voce, ha presentato sul palco un brano maturo, una canzone non da jingle, un pezzo che ha reso evidenti le sue doti di interprete che sa emozionare. Dopo il salto la recensione del suo ultimo album, Amami:
01. Amami La title track dell’album è una canzone intimista dal sapore nostalgico e malinconico. “Amami adesso come forse non farai mai più”, chiede nel ritornello, rendendo il brano come una ballad potente e con un ritornello che resta subito in mente e dalle atmosfere retrò. Voto: 8
02. Il tempo che verrà. Rimane anche in questo brano quel sapore di canzone con un sapore di vintage, basata tutto sulla voce di Arisa che si spezza nel finale, creando un mix perfetto tra senso di nostalgia e poesia. Intima, delicata, persino superiore al brano di apertura album. Voto: 8+
03. La notte. Canzone portata a Sanremo che aveva già convinto il sottoscritto durante la gara. Personalmente la canzone vincitrice morale del Festival che avrebbe meritato il primo posto. Voto: 8+
04. L’amore è un’altra cosa Quarta canzone dell’album che non si allontana dal tema dell’amore, al centro di questo lavoro, fino ad ora almeno. Qui Arisa gioca con la voce con tra alti e bassi di tonalità, per giungere,. nell’avvicinarsi al finale, in momenti di acuti notevoli e convincenti. La voce si innalza ma non diventa mai gridata. Sempre controllata. Voto: 7+
05. Ci sei e se non ci sei. Ritorno diretto a quell’atmosfera vintage e classica dei primi brani con un brano che parla di sentimenti senza cadere nel dramma interpretativo. L’amore che sa aspettare, che non muore mai. Il piano nella parte finale del pezzo è sinceramente di atmosfera ed elegante. Voto: 8 e 1/2
06. Democrazia. Ecco tornare la “vecchia” Arisa con la voce che abbiamo conosciuto nei suo pezzi precedenti. Un processo e una situazione in cui tutto muta e viene cantato con una voce assolutamente diversa da quella sentita nei brani precedenti. Uno spacco netto che può lasciare sorpresi ma che non merità un voto negativo. Voto: 6/7
07. Bene se ti sta bene. Si ritorno all’uso della voce come nei pezzi che hanno aperto l’album. L’atmosfera torna ad essere quella essenziale, con una voce che rilassa, accompagna e sottolinea la canzone. Convince ma meno delle altre. Voto: 7
08. Poi però Il cuore, l’amore, i sentimenti e la distanza raccontati sfuggendo allo stile delle ballad con cui ha iniziato l’album. Si rifugge dalla voce commossa o “disperata”, capace di parlare di addii e lontananza che toglie il respiro. Voto: 7
09. Si vola. Per intenderci, potrebbe essere la colonna sonora ideale per quei film francesi d’autore, da passeggiata lungo la riva del Senna. Canzone filastrocca sulla forza e sul potere dell’amore. Voto: 7
10. Nel regno di chissà che c’è. Riecco l’Arisa di Democrazia e delle canzoni dei precedenti pezzi. Si parla di sestine, cinquine, abbonamenti Sky e mensilità. Leggera, apparentemente “sciocchina”, spezza il ritmo di nostalgia e malinconia che ha pervaso “Amami” fino ad ora. Simpatica. Voto: 7
11. Missiva d’amore. Qui la voce è più sofferta, con una sorte di disperazione e di “Salvami” dall’amore, che annulla l’identità della persona (“Io voglio esistere anche per me”). Un lamento d’amore che chiude l’album in maniera più tristemente gridato. Voto: 7