Per non sentire la fine del mondo, Pinguini Tattici Nucleari: testo e significato della canzone
Testo e significato di “Per non sentire la fine del mondo” dei Pinguini Tattici Nucleari, un mix di romanticismo, critica sociale e riflessioni esistenziali
Per non sentire la fine del mondo è una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari tratta dall’album “Hello World”, disponibile dal 6 dicembre 2024. A seguire potete ascoltare il brano, leggere testo e significato.
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Il testo di Per non sentire la fine del mondo dei Pinguini Tattici Nucleari
Ecco il testo di “Per non sentire la fine del mondo” dei Pinguini Tattici Nucleari.
Perché mi guardi come un hater?
Lo so che sei una tipa peace and love
Però ti muovi come Heather
Sento cicale nello stomaco
Tu amore balla come faceva Dalla
Che resteremo a galla su ‘sto dancefloor
Si baby, balla al ritmo di mitraglia
L’invidia parla parla
Noi noIl trucco è non chiedersi perché
Il vuoto attorno che sento è uguale a al vuoto che ho dentro
E tu sei come me, in fondo
Balliamo per non sentire la fine del mondo
La fine del mondo
La fine dеl mondoRiempio la vita di cazzate
Impegni е feste a cui poi non andrò
È l’epoca del fomo sapiens
Ma per averti aspettero, Godot e godrò
Tu amore balla col cielo in una stanza
Il fato in una carta che non ti dirò
Si baby balla, il gioco non si cambia
La barca resta a galla, anneghiamo noiIl trucco è non chiedersi perché
Il vuoto attorno che sento è uguale a al vuoto che ho dentro
E tu sei come me, in fondo
Balliamo per non sentire la fine del mondo
La fine del mondo
La fine del mondoSe tu mi guardi così
Sento la fine attorno
Quando mi scegli, Sophie?
Portami nel tuo mondoÈ solo la, la fine
La-La-La fine del mondo
La fine
La-La-La fine del mondo
La fine
La-La-La fine del mondo
La fine
La-La fineLasciamo tutto, che più ti avvicini, più mi annullo
Sei culto, l’epidemia del ballo di Strasburgo
E fingerò che vada tutto bene
Finché affrontiamo il grande nulla insieme, noi
Il significato della canzone Per non sentire la fine del mondo dei Pinguini Tattici Nucleari
La canzone “Per non sentire la fine del mondo” dei Pinguini Tattici Nucleari parla di temi esistenziali, relazioni complesse e la ricerca di evasione attraverso il ballo e la condivisione, in un contesto di incertezza e vuoto interiore.
La canzone sembra essere un dialogo tra due persone che, nonostante le difficoltà, cercano di trovare un senso al caos che li circonda. Nel verso iniziale, la frase “Perché mi guardi come un hater? Lo so che sei una tipa peace and love” evidenzia una certa tensione, ma anche la consapevolezza di un’attrazione contrastante. La figura di Heather Parisi e l’immagine delle “cicale nello stomaco” suggeriscono un misto di fascino e ansia.
Il ritornello si concentra sul concetto di vuoto: “Il vuoto attorno che sento è uguale al vuoto che ho dentro” rappresenta un parallelismo tra la mancanza di significato nel mondo esterno e la propria insoddisfazione interiore. Qui, il ballo diventa un modo per colmare questo vuoto, un atto di ribellione contro la percezione della “fine del mondo”: “Balliamo per non sentire la fine del mondo”.
Il brano affronta anche l’idea di un’esistenza riempita da distrazioni: “Riempio la vita di cazzate, impegni e feste a cui poi non andrò” riflette l’ironia di vivere in una società superficiale (definita “l’epoca del fomo sapiens”) che non soddisfa realmente. L’attesa di qualcosa di significativo viene espressa con la citazione: “Per averti aspetterò, Godot e godrò”, un riferimento all’opera teatrale di Beckett che sottolinea l’assurdità dell’attesa di un cambiamento che forse non arriverà mai.
Nel finale, si percepisce una sorta di resa condivisa: “Finché affrontiamo il grande nulla insieme, noi”. Questo suggella l’idea che, nonostante il caos e il vuoto, la connessione umana e l’illusione di normalità (simulata attraverso il ballo e l’arte di “fingere”) siano gli unici modi per andare avanti. Il riferimento al “ballo di Strasburgo”, una misteriosa epidemia di ballo compulsivo, aggiunge una sfumatura di alienazione collettiva e perdita di controllo.
In sintesi, il brano è un mix di romanticismo, critica sociale e riflessioni esistenziali, che trova nel ballo un rifugio contro la consapevolezza della “fine”.