Home Festival di Sanremo Sanremo 2019, Federico Mecozzi dirige l’orchestra per Enrico Nigiotti e ha rilasciato “Awakening” il suo disco d’esordio

Sanremo 2019, Federico Mecozzi dirige l’orchestra per Enrico Nigiotti e ha rilasciato “Awakening” il suo disco d’esordio

Sanremo 2019, Federico Mecozzi: l’intervista per Soundsblog.it

pubblicato 6 Febbraio 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 15:36

E’ uscito venerdì 25 gennaio “Awakening” (Warner Music Italy), l’atteso album d’esordio di Federico Mecozzi, violinista e polistrumentista da nove anni al fianco di Ludovico Einaudi.

Il disco, prodotto da Cristian Bonato (Numeri Recording), è un viaggio sonoro che racchiude e sintetizza le esperienze, i gusti e le contaminazioni sperimentate dall’autore in diversi anni di attività musicale, collaborazioni e viaggi. Un risveglio anche molto personale: con “Awakening”, Federico Mecozzi vuole esprimere la totalità più intima della sua personalità artistica, attraverso un linguaggio che intreccia sonorità pop, etniche, classiche ed elettroniche.

“”Awakening” è un risveglio in luoghi e tempi diversi, lontani ma vicini. È anche un po’ la mia soggettiva concezione di musica, priva di confini, categorie, etichette. Ogni brano rappresenta per me un momento o un luogo, o più momenti o più luoghi: sono storie, esattamente come le canzoni, che vorrebbero invitare chi ascolta a viaggiare, con la mente ma anche col corpo, attraverso ritmi ora ampi ora incalzanti”

In questi giorni, Federico Mecozzi dirigerà l’orchestra durante l’esibizione di Enrico Nigiotti nel brano “Nonno Hollywood”. Abbiamo parlato con Federico che ci ha raccontato la lavorazione di Awakening e della sua esperienza al Festival.

Awakening, disco uscito il 25 gennaio. Le tracce sono descritte come un simbolo di luoghi e tempo diversi…

E’ nato esattamente così, un raccoglitore di esperienze, di viaggi che ho avuto la fortuna di fare per concerti. Contaminazioni, collaborazioni che ho avuto e sintesi di esperienze e dei miei gusti. E’ difficilmente etichettabile perché contiene varie influenze. Si sente la base classica ma contaminata con una tendenza al pop, con ispirazioni celtiche, arabe. E’ stato un lavoro lungo, dilatato, tre anni circa di lavoro ma sono riuscito a chiuderlo e per me è una sorta di risveglio, come dice il titolo, riuscire ad esprimere qualcosa di veramente mio e che contenga tutto quello che sento e come vedo la musica.

Violinista, polistrumentista e da 9 anni al fianco di Ludovico Einaudi in campo professionale. Come li hai vissuti?

Esperienza magnifica, prima di tutto c’è un rapporto umano da sempre meraviglioso, una fiducia reciproca anche artistica per la quale, lui è sempre interessato a coinvolgere chi lavora con lui, anche dal punto di vista creativo. Ti chiede di inserire ‘il tuo proprio’. Viaggiando insieme per anni si è instaurato anche un bellissimo rapporto di confronto e di scambio. Per me è stata una crescita incredibile ed è una delle influenze più sostanziose che ho avuto.

Ci saranno appuntamenti live nelle prossime settimane (“Questi i prossimi appuntamenti confermati di un calendario in costante aggiornamento: 2 marzo alla Suoneria Settimo di Torino, 4 marzo alla Santeria Social Club di Milano, 5 marzo al Bravo Caffè di Bologna, 6 marzo al Largo Venue di Roma, ndr”)

La presentazione ufficiale è stata a Rimini con due date sold out. E’ stato emozionante, incredibile. Adesso abbiamo 4 date in aggiornamento, la vivo con la giusta voglia di portare in giro la mia musica, sperando sia apprezzata. E’ un mondo particolare ma mi auguro possa trovare il suo pubblico.

Ieri prima serata di Sanremo e tu dirigi l’orchestra per Enrico Nigiotti nel brano “Nonno Hollywood”. Mi racconti come è nata la collaborazione e le emozioni sul palco nei minuti prima della performance?

La collaborazione è nata recentemente. Appena ha avuto la conferma di essere in gara mi ha contattato e per me è stata una grandissima gratificazione. E’ un artista che, da prima di conoscerlo, l’avevo seguito a X Factor, mi piace come scrive, canta e suona. Lo trovo un musicista vero, sincero. Mi ha chiesto di arrangiare la parte orchestrale del brano… dirigere sul palco dell’Ariston è stata una botta emotiva, l’emozione della prima in diretta è sempre grande. Forse sono proprio i minuti prima dove c’è quel giusto grado di tensione, poi quando pare il tutto e comincia la musica, ti trasporta, sopratutto in questo brano. Ti lasci trasportare, guidi l’orchestra che è composta da professionisti straordinari. Insomma, un’esperienza bellissima (sorride)

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