Sanremo 2014, The Bloody Beetroots: “Facciamo diventare Sanremo qualcos’altro”

Duetterà sul palco dell’Ariston insieme a Raphael Gualazzi: ed ecco cosa ha intenzione di fare al Festival

Di Alberto Graziola  

Questa sera, 18 febbraio 2014, insieme a Raphael Gualazzi, sul palco del teatro Ariston, salirà anche The Bloody Beetroots per il Festival di Sanremo 2014. E lui, Sir Bob Cornelius Rifo, nato a Bassano del Grappa, punk rock dance star internazionale, ha rilasciato un’intervista a Repubblica, anticipando le intenzioni per la serata:

“Facciamo diventare Sanremo qualcos’altro. I talent non servono, ingabbiano gli artisti, li fanno crescere dentro uno schema. La mia sarà solo un’apparizione a fianco di Raphael Gualazzi, ma porterò all’Ariston il mio concept… e magari questo matto con la maschera farà il miracolo e negli anni a venire arriveranno altri matti e altri ancora. Chissà che non succeda qualcosa di grosso”

Proprio recentemente, il 14 giugno 2013 è uscito il nuovo singolo “Out of sight” insieme a Paul McCartney. E Rifo ha commentato così l’esperienza:

“”Paul conosce il mio mondo, è ancora un artista curioso, ha voglia di sperimentare e l’elettronica non lo spaventa. Magari è più in sintonia con Dave Grohl, ma con lui tutto è stato facile. Per non farmi prendere dal panico ho cercato di dimenticare tutto quel che sapevo di lui. E alla fine è stato un rapporto rilassato, simpatico e creativo nel suo studio di registrazione a sud dell’Inghilterra, di fronte all’oceano”

E la collaborazione con Gualazzi è nata così:

“Tutto è nato da un incontro che ho avuto tempo fa con Caterina Caselli, solo per il piacere di parlare di musica. Dopo sei mesi mi ha chiamato e mi ha proposto Sanremo. Ho riflettuto, perché no? In fondo non ho mai fatto niente di rivoluzionario e radicale nel mio paese”

Venerdì, durante la serata di Sanremo Club, eseguiranno con Tommy Lee il celebre brano “Nel blu dipinto di blu”, ovviamente in una versione riarrangiata:

A differenza di altri artisti italiani mi sono confrontato subito con il resto del mondo, ho preso a viaggiare come un forsennato. Non volevo imitare dei modelli, ma crearne. Questo è il senso della riproposizione di Nel blu dipinto di blu che venerdì proporremo all’Ariston con Gualazzi e Tommy Lee: ormai da quasi mezzo secolo non abbiamo musicalmente un’interfaccia internazionale, dovremmo cominciare a dialogare in modo diverso con l’esterno, il paese ne ha bisogno più che mai. Io faccio la mia piccola rivoluzione, ma ognuno dovrebbe impegnarsi nel suo specifico

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