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Lemmy: al funerale i ricordi di amici e colleghi

Slash, Dave Grohl, Rob Halford, Triple H e tanti altri hanno parlato al funerale di Lemmy: guarda il video e leggi il riassunto dei loro commoventi interventi

pubblicato 10 Gennaio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 22:14

Oltre 250,000 computer si sono collegati al live stream di YouTube, ieri sera, per guardare in diretta il funerale di Lemmy Kilmister: questo vuol dire sicuramente un milione di persone hanno assistito alla cerimonia, contando le centinaia di bar e club che hanno trasmesso live la cerimonia. Migliaia di litri di Jack & Cola sono sicuramente stati versati (c’è anche una petizione per dare un nuovo nome al cocktail: non più semplice “Jack & Cola”, ma “Lemmy”).

Alla cappella funebre di Hollywood erano presenti tanti amici e colleghi: Ozzy e Sharon Osbourne, Gene Simmons, Slash, Scott Ian, Dave Grohl, Triple H, Mikkey Dee, Bob Kulick, Robert Trujillo e Lars Ulrich, Rob Halford e tanti, tanti altri – alcuni hanno parlato dal palco, raccontando storie e ricordi personali di Lemmy, tracciandone il profilo generoso, festaiolo, rockeggiante e colto.

Qui sopra potete rivedere l’intera cerimonia, dura due ore e ne vale veramente la pena. Qui sotto, un breve riassunto dei discorsi delle persone più in vista, per chi non segue molto l’inglese…

La cerimonia si è aperta con il manager dei Motorhead, Todd Singerman, che ringraziava tutti i presenti alla “celebrazione della vita di Lemmy”.
La parola è poi passata al figlio di Lemmy, Paul Inder, che ha ricordato che Lemmy sapeva della sua malattia prima di partire per l’ultimo tour, ma essendo uno “stage warrior”, un guerriero da palco, ha deciso di continuare la sua battaglia da spirito libero andando ben oltre i limiti imposti dal suo fisico.
Paul ha ricrdato con affetto e umorismo il padre (“nonostante amasse i Bee Gees, non troverete mai una sua foto in discoteca o con abbigliamento da discoteca com’era di moda decenni fa”!). Il suo lungo discorso si chiude con un arrivederci a Lemmy, ora “tornato on the road ancora una volta, impegnato nel tour più lungo lassù nel cielo”.
Mikkey Dee ricorda i 25 anni insieme a Lemmy, dicendo che se dovesse raccontare “qualche storia” ruberebbe il tempo a tutti gli altri, quindi raccomanda a tutti di non piangere bevendo alla sua salute, ma di bersi un cocktail e poi andare a far casino. “Cerca di rilassarti un po’, almeno dall’altra parte!”
Mikkey porta anche i saluti di Phil Campbell, che “sfortunatamente non è potuto essere qui” – non vengono fornite altre spiegazioni per questa enorme assenza. Todd Singerman ha poi sottolineato come Phil abbia mandato il suo ultimo regalo a Lemmy: vicino all’urna funebre c’era una specchio con una riga di Speed per Lemmy, spedita da Phil Campbell.

Dopo qualche intervento da parte di road manager e collaboratori vari, amici, proprietari del Rainbow Bar, che hanno ricordato varie storie piene di sense of humor in stile Monty Python e il suo atteggiamento che non accettava compromessi, è arrivato Slash, che ha ricordato come Lemmy fosse un eroe per lui, e che ricorda con divertimento (anche se all’epoca lo infastidì parecchio) il fatto che quando Slash smise di bere alcolici, Lemmy fu molto deluso dal non incontrarlo con la sua classica bottiglia di Jack Daniel’s a fianco – lo fece quasi sentire in colpa per l’essere sobrio!

Altri amici, altri omaggi, e poi arriva Rob Halford: “Lemmy ci ha insegnato che se non riesci a farti una bella risata continuamente, mentre sei in tour, faresti meglio a far le valigie e tornartene a casa. I Judas Priest e i Motorhead hanno condiviso molti tour nei decenni passati, e lui era il Re della commedia!
Dopo il recente tour in sud-america, l’ho visto seduto da solo all’aeroporto in piena notte, entrambe aspettavamo i nostri voli di ritorno, mi sono avvicinato e lui mi ha detto che è stato divertente ancora una volta trovarci in tour. Gli ho preso la mano e siamo rimasti in silenzio qualche secondo. Poi gli ho chiesto se potevamo fare un selfie… pensavo mi avrebbe detto di andare a cagare e invece ha accettato, e dopo la foto gli ho detto che gli volevo bene., e quella foto che potete vedere ancora adesso su Instagram è una prova dell’immenso affetto che provo per lui”.

Ecco la foto su Instagram:

@robhalfordlegacy #metalgod #heavymetal #lemmy #legend #motorhead #eternal " my heart is broken I love you lemmy ? "

Una foto pubblicata da Metal God (@robhalfordlegacy) in data: 28 Dic 2015 alle ore 16:44 PST

Scott Ian ha ricordato di quando pensava che i Motorhead fossero messicani, a causa della copertina di Ace Of Spades, che quel ragazzino quindicenne aveva comprato e ascoltato tre volte di fila non appena comprato.

Il wrestler Triple H racconta di come non appena, dopo anni di gavetta, ottenne il potere contrattuale di dire la sua sulla canzone d’ingresso prima dei suoi incontri di wrestling, lui scelse subito i Motorhead, perchè trasmettevano la giusta dose di aggressività. “Forse non siete tutti fan del mio lavoro, ma lasciatemi dire che quando entri in una arena con 80,000 persone che urlano, ci sono giochi di laser e luci, hai la cintura da campione addosso… non c’è niente di meglio che essere accompagnati da Hellraiser dei Motorhead. Abbiamo legato in questi anni di lavoro insieme, ha creato una delle canzoni più cattive nella storia della WWE, e a volte veniva a vedermi. Si sedeva in prima fila e lo salutavo entrando nel ring, poi finito l’incontro parlavamo per ore in macchina! Essendo io il “cattivo” della WWE, spesso le prendevo e perdevo i match, una volta Lemmy mi abbracciò dopo un incontro e mi disse che facevo schifo! Avevo minacciato di mettere fine alla carriera di un wrestler e avevo perso… e Lemmy mi disse che era un atteggiamento perfetto per i Motorhead!”

Rob Trujillo
: “Un paio d’anni fa sono andato a prendere Lemmy con la mia nuova macchina, l’avevo fatta customizzare ed era bellissima. Lui scende di casa, l’apprezza, ci sediamo… e non parte. Giro la chiave, non parte. Niente. Continuo a provare ma niente. Lemmy sta lì e si fuma una sigaretta, poi mi dice “Scendiamo un attimo dalla macchina”. Lemmy si finisce la sigaretta e mi dà una lezione di storia sulla via in cui abita, mi dice che Charlie Chaplin abitava lì, e via così. Poi mi dice di tornare in macchina. Entriamo, e la macchina parte. Lemmy mi dice che bisogna portare rispetto a queste vecchie automobili, e abbiamo legato così.”
Lars Ulrich: “Nel 1981 ero già un mega-fan dei Motorhead, consideravo Lemmy un dio, e quando vennero a suonare a Los Angeles riuscì ad infilarmi ad una delle sue feste, gli dissi che ero un musicista danese arrivato da poco in America, e lui mi prese sotto la sua protezione. Mi invitò a concerti soldout in inghilterra, mi invitò nella sala prove… avevo 18 anni e stavo sentendo la nascita di Iron Fist. Mi sentivo parte di una famiglia, e spero che anche i Metallica possano avere un impatto del genere incontrando ragazzini che sognano di suonare una strumento. I Metallica non sarebbero qui, probabilmente, senza Lemmy. Lemmy, grazie per avermi fatto una foto coperto di vomito dopo una festa nella sua camera d’albergo, e per aver messo quella foto all’interno del booklet di Orgasmatron. L’ho preso come il complimento definitivo…”

Dave Grohl: “Ho incontrato Lemmy venti anni fa, l’ho visto per caso mentre giocava a videopoker, sapevo che non avrei dovuto disturbarlo ma mi sono avvicinato e gli ho detto che lui mi aveva influenzato in maniera incredibile, era il mio eroe, e io un ragazzino che suonava nei Foo Fighters e prima nei Nirvana. Lui ha smesso di giocare, mi ha guardato e…. [non sapremo mai come finisce la storia e quasi tutto il discorso di Dave, perchè l’audio si è rovinato!]. ”

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