Home Beyoncé ‘Cowboy Carter’ di Beyoncé è l’album più ascoltato del 2024 in streaming su Spotify

‘Cowboy Carter’ di Beyoncé è l’album più ascoltato del 2024 in streaming su Spotify

Secondo i dati streaming, l’album è stato ascoltato in streaming 76,13 milioni di volte da quando è uscito su Spotify, in 24 ore appena

31 Marzo 2024 00:43

Sono bastate appena 24 ore dalla sua uscita e “Cowboy Carter” di Beyoncé ha già fatto comodamente suo un record. Il disco, infatti, è il più ascoltato su Spotify, nel 2024, in un solo giorno dalla sua pubblicazione, avvenuta venerdì 29 marzo. I numeri sono altissimi, invidiabili da chiunque. Secondo i dati streaming, l’album è stato ascoltato in streaming 76,13 milioni di volte da quando è uscito su Spotify.

Per capire ancora meglio il successo iniziale in appena 24 ore, basti pensare che il precedente lavoro della cantante, “Renaissance”, aveva segnato su Spotify, sempre in un solo giorno , circa 43 milioni di stream all’epoca. Oggi stiamo parlando di circa 76 milioni. Il miglior risultato di sempre per un disco country e per un’artista nera.

Ad anticipare il disco il brano “16 Carriages” e il singolo “Texas Hold’ Em”, con il quale è stata la prima donna nera a raggiungere per 2 settimane consecutive la #1 della classifica Hot Country Songs di Billboard. Il singolo ha inoltre accumulato oltre 270 MILIONI di stream e ha raggiunto la #1 della classifica globale di Apple Music, la #1 della classifica globale di Spotify, la Top 10 della classifica globale di Shazam, la Top 10 della classifica italiana di Shazam, la Top 10 dell’Airplay radiofonico Europeo e la Top 10 dell’Airplay radiofonico italiano.

“Mi sento onorata ad essere la prima donna nera con un singolo alla #1 nella classifica Hot Country Songs. La mia speranza è che tra qualche anno, la menzione della razza di un artista, relativa ai generi musicali, sia irrilevante”

Invece, per quanto riguarda la pubblicazione di “Cowboy Carter”, ha affermato:

“Ci sono voluti 5 anni per preparare questo album. È nato da un’esperienza che ho avuto anni fa, in cui non mi sono sentita ben accolta… ed era molto chiaro che non lo ero. Ma, a causa di quell’esperienza, ho fatto una ricerca più approfondita sulla storia della musica country e ho studiato il nostro ricco archivio musicale. È bello vedere come la musica possa unire così tante persone in tutto il mondo, mentre amplifica le voci di alcune persone che hanno dedicato così tanto della loro vita all’educazione sulla nostra storia musicale. Le critiche che ho affrontato quando mi sono approcciata per la prima volta a questo genere mi hanno costretta a superare i limiti che mi erano stati imposti. Act II è il risultato della sfida che mi sono lanciata, e del tempo che ho dedicato a mescolare i generi per creare questo lavoro”

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