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Arctic Monkeys, AM: la recensione di Soundsblog

Il 9 Settembre 2013 esce finalmente il quinto disco in studio degli Arctic Monkeys: la recensione di Soundsblog.

pubblicato 9 Settembre 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 04:38

Il grande giorno degli Arctic Monkeys è arrivato: dopo due singoli che hanno spiazzato i fan, aver anticipato una b-side inedita, aver suonato in anteprima due nuovi brani dal vivo e aver promosso il full streaming del disco su iTunes, è finalmente giunto il 9 Settembre, data di uscita ufficiale di AM, quinto album in studio degli Arctic Monkeys.

Niente è come sembra, in questo nuovo disco. Lo avevamo già detto: gli Arctic Monkeys hanno scelto volontariamente una strada che li allontana progressivamente dall’indie rock scanzonato e pieno di contenuti dei loro esordi, a favore di esplorazioni sonore che sanno di deserto e sentimenti complessi. Una band inglese emigra negli Stati Uniti e l’espressione sonora di ciò che vede e la ispira muta quasi radicalmente: non è la prima volta che accade, ma nella prospettiva degli Arctic Monkeys lo stupore lascia il posto quasi all’impotenza, alla solitudine, all’incomprensione e a ispirazioni musicali che ingrassano di bassi incalzanti e riff stonati tutte le canzoni.

Già il primo singolo (e prima traccia dell’album) Do I Wanna Know? era stato una freccia direzionale verso questo nuovo mondo musicale degli Arctic Monkeys, riconfermato con l’uscita del secondo estratto Why’d You Only Call Me When You’re High; l’allegria e la leggerezza lasciano il post alle domande esistenziali, alla difficoltà dei rapporti umani e agli amori complessi, ingarbugliati su se stessi, che sanno di sesso affamato e doloroso.

Cambia la prospettiva per i quattro di Sheffield, cambiano i temi: gli Arctic Monkeys si scrollano di dosso il passato reinventandolo e rileggendolo. R U Mine? è forse la canzone che rappresenta il guinzaglio lungo dalla natia Inghilterra fino agli Stati Uniti; Arabella ha una melodia che riporta indietro agli anni Sessanta della musica inglese, con un riff che sale lungo la spina dorsale a sedurre lombi e cervello. I Want It All, presentata in anteprima qualche giorno fa, è il biglietto da visita per i falsetti spiazzanti, forse il brano meno intenso del disco assieme a Fireside.

Il pianoforte di No. 1 Party Anthem rallenta la cavalcata del disco e diventa il racconto di un risveglio dopo una notte di bagordi alcolici in qualche luogo speduto del Sud degli States, con Mad Sounds ad accompagnare la ricerca di un caffè e ripercorrere le istantanee impregnate di alcol e sesso della notte precedente.

AM non piacerà a tutti, anzi; siamo sicuri che i detrattori saranno ben più degli estimatori, ma gli Arctic Monkeys hanno optato per eliminare tutti i filtri e mostrare la propria ricerca e sperimentazione senza mezzi termini: AM sembra il lungo racconto in musica di una serata dall’aperitivo fino a notte inoltrata e di nuovo la giornata successiva, con il mal di testa da hangover, l’ormone impazzito e languido nei ricordi delle ore precedenti e una sola necessità: I Wanna Be Yours.

Si possono avere filtri con un tema del genere?

Brani migliori: Do I Wanna Know, No 1 Party Anthem, Arabella, Why’d You Only Call Me When You’re High, Mad Sounds, I Wanna Be Yours

Arctic Monkeys, AM: scheda e tracklist dell’album

Etichetta: Domino Records
Produttori: James Ford e Ross Orton
Musicisti ospiti: Josh Homme, Bill Ryder-Jones, Pete Thomas

1. Do I Wanna Know?
2. R U Mine?
3. One For The Road
4. Arabella
5. I Want It All
6. No. 1 Party Anthem
7. Mad Sounds
8. Fireside
9. Why’d You Only Call Me When You’re High?
10. Snap Out Of It
11. Knee Socks
12. I Wanna Be Yours

(foto da Facebook)

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