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Uscite discografiche Febbraio 2013 (1° parte): recensioni

Baustelle – Fantasma : il precedente “I mistici dell’Occidente” l’avevo probabilmente sopravvalutato: quel 3° posto nella classifica del 2010 made in Italy era sicuramente un po’ azzardato. Qui però bisogna evitare di guardare al passato e di fare ragionamenti del tipo “quell’album era meglio dell’altro” o “però di pezzi come XXXXX non li fanno più”,

pubblicato 2 Febbraio 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 11:33


Baustelle – Fantasma : il precedente “I mistici dell’Occidente” l’avevo probabilmente sopravvalutato: quel 3° posto nella classifica del 2010 made in Italy era sicuramente un po’ azzardato. Qui però bisogna evitare di guardare al passato e di fare ragionamenti del tipo “quell’album era meglio dell’altro” o “però di pezzi come XXXXX non li fanno più”, perchè si è davanti ad un lavoro che pur continuando l’evoluzione stilistica e pur mantenendo contemporaneamente intatte molte delle caratteristiche (quasi caricaturali) della band, rappresenta un punto d’arrivo che inevitabilmente crea un precedente. L’ambizione è ai livelli del “Wow” di Verdeniana memoria: disco lungo, pieno di orchestrazioni (anche complesse, Gabrielli on fire) con grande ricerca del classico (un po’ esasperata, certo). I Baustelle nel 2013 sono arrivati ad uno standard di popolarità (1° posto in classifica molto probabile) che possono permettersi di uscire con un disco di questo tipo e (non me ne abbiano quelli che amano criticare ad occhi chiusi Bianconi&co e quello che rappresentano) farlo bene. (z.) Voto: 7

Girls Names – The New Life : “Dead to Me” mi aveva convinto il giusto, ma qui siamo su un altro pianeta rispetto al debutto: meno garage/surf e più jangly, “The New Life” fa suo l’insegnamento mid-late ’80s e tra post-punk oscuro e indie pop regala parecchie emozioni. Musicalmente centrano alcuni giri di chitarra e atmosfere veramente riuscite, manca ancora qualcosa a livello melodico. La strada è quella giusta, probabile album di culto. (z.) Voto: 7+

Brothers In Law – Hard Times for Dreamers : scena di Pesaro e spirito internazionale. Tra indie late’80s e dreamgaze, l’album d’esordio “Hard Times for Dreamers” (otto brani e 30 minuti di musica) mostra chiaramente i miglioramenti dell’ultimo anno, risultato di svariate date live in giro per l’Italia. Andranno al SXSW e rappresenteranno una Italia che purtroppo non siamo abituati a vedere. (z.) Voto: 7

Eels – Wonderful, Glorious: ogni volta che Mr.E si rifà vivo c’è sempre da aspettarsi qualcosa di buono… o quasi, considerando che già il precedente “Tomorrow Morning” non brillava di certo. A tre anni da allora esce “Wonderful, Glorious” un altro disco un po’ così, poco incisivo, poco sorprendente e probabilmente trascurabile all’interno della grande carriera marchiata Eels. (z.) Voto: 6+

Torres – Torres : scoperta dal nulla da Pitchfork (va dato atto…), l’esordio di Torres è cantautorato post-Cat Power di ottima fattura. Nulla di innovativo, ma è difficile chiedere di più ad una proposta di questo tipo: c’è tutto, intensità, classe, sensibilità melodica e gusto. Gran bella sorpresa. (z.) Voto: 7

Biffy Clyro – Opposites: baciati da un successo sempre maggiore, i Biffy Clyro hanno atteso quasi quattro anni prima di dare seguito al buon “Only Revolutions”. Il sesto album della band è un doppio, 20 tracce che si muovono tra tentazioni pop-rock da classifica e sonorità meno prevedibili e più corpose. Discreto. (z.) Voto: 6

Darkstar – News From Nowhere : vengono abbandonate le influenze post-dubstep dilatate presente nel bel debutto “North” in favore di qualcosa di più infedinibile e purtroppo pasticciato. Un disco che fatica ad entrare, scivola via e lascia poco. (z.) Voto: 6+

Foxygen – We Are The 21st Century Ambassadors Of Peace And Magic : una delle sorprese più belle di questo inizio 2013 fino ad ora un po’ tiepidino. L’album è un concentrato di psichedelia, pop, glam, anni 60 e 70 che giocano tra di loro regalando tre o quattro anthem pure-California. Certo, solo una parte dell’attuale hype è realmente giustificato. (z.) Voto: 7-

Family Of The Year – Loma Vista (2012): l’album di debutto dei Family Of The Year l’ho perso per strada l’anno scorso ma è giusto recuperarlo perchè potrebbero esplodere in questo 2013 grazie al bel singolo “Hero”. Non c’è solo folk-pop, ma un discreto mix di fresco pop-rock e pop californiano. Ottimo per chi apprezza il lato più spensierato della musica. (z.) Voto: 6+

Pere Ubu – Lady From Shanghai: la “modern dance” della formazione americana non è più tanto moderna ma lo spirito sperimentale e arty rimane ancora. (z.) Voto: 6,5

Dutch Uncles – Out of Touch in the Wild : un disco che potrebbe regalare ai Dutch Uncles più visibilità che in passato: sfruttano a dovere il momento di esposizione dell’art-pop venato prog (Everything Everything…) con buona personalità. (z.) Voto: 7-

Ra Ra Riot – Beta Love : erano partiti anche bene cinque anni fa con “The Rhumb Line”, poi i sintomi negativi con il successivo “The Orchard” confermati nel peggiore dei modi in “Beta Love”. (z.) Voto: 4,5

Camper Van Beethoven – La Costa Perdida : comeback album dopo vari anni per la alt-folkrock band americana che ha dato il meglio di sè nei lontani anni ’80. Disco prescindibile, ma un paio di bei pezzi (“Come Down The Coast”) sono comunque riusciti a tirarli fuori.(z.) Voto: 6

Bad Religion – True North : i Bad Religion mostrano come suonare ancora dignitosi (e praticamente sempre uguali) dopo trent’anni di carriera. (z.) Voto: 6+

Helloween – Straight Out of Hell: vedi sopra. (z.) Voto: 6+

Comadre – Comadre : buon screamo/post-hc dalla California. (z.) Voto: 7-

Macklemore & Ryan Lewis – The Heist (2012) : si può fare con credibilità un disco hip-hop dal grandissimo appeal commerciale? Sì e questa è la dimostrazione. (z.) Voto: 6/7

Adam Ant – Adam Ant Is The Blueblack Hussar In Marrying The Gunner’s Daughter : peccato, il ritorno di Adam Ant dopo quasi due decenni non riesce a convincere. (z.) Voto: 5+

Arbouretum – Coming Out Of The Fog : momenti di magia alternati ad altri (troppi) in zona obsolescenza. (z.) Voto: 6

Funeral For A Friend – Conduit : in leggera ripresa in direzione credibilità. (z.) Voto: 6

Riverside – Shrine of New Generation Slaves : ennesimo buon disco per la prog-rock/metal band polacca. (z.) Voto: 6/7

Nosaj Thing – Home: solo una piccola parte delle attenzioni attorno al ritorno discografico del beatmaker californiano erano giustificate. (z.) Voto: 6+

Heyerdahl – Øen : debutto per la band Norvegese. Nuovo pop synth-driven con divagazioni pseudo-arty, tutto ancora da affinare anche se emerge già qualcosa. (z.) Voto: 6,5

The Ruby Suns – Christopher : mediocrità indie pop, synths vari non servono a nulla. (z.) Voto: 5+

Ex Cops – True Hallucinations : potrebbe sembrare il solito disco di indie pop chitarristico, ma il duo di NY sa come sorprendere e variare la proposta. (z.) Voto: 6/7

Gianna Nannini – Inno : un vero inno alla… noia. Gli italiani dovrebbero iniziare a portare al n.1 in classifica dischi come quello dei Brothers In Law invece che prodotti di questo tipo, ma si sa… sono “hard times for dreamers”… (z.) Voto: 4/5

LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia 5 stars1
7: album di buon livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile 4 stars
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo 3 stelle
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota 2 stelle
4: album completamente inutile 1 stella
3: neanche Justin Bieber, difficile trovare di peggio.
2: non c’è limite al peggio
1: …
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