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Sanremo 2020, come sono le canzoni? Le abbiamo ascoltate in anteprima

Sanremo 2020. Tra sorprese, rivelazioni e potenziali hit, ecco i nostri giudizi sulle 24 canzoni in gara.

pubblicato 17 Gennaio 2020 aggiornato 27 Agosto 2020 10:08

Ecco il “momento clou” del Festival di Sanremo 2020. Quale? Quello dell’ascolto delle 24 canzoni da parte dei giornalisti. “Il Festival è tanta roba messa insieme – show, varietà, ospiti – ma la parte principale sono le canzoni. Questi 24 motivi sono motivo di orgoglio e soddisfazione. Ci ho messo qualche settimana per trovare una composizione che possa essere attuale e contemporanea, anche in radio e sulle piattaforme di streaming“, ha dichiarato Amadeus alla stampa. C’è molto ritmo, tra i brani in gara. Qualche piacevole sorpresa. Qualche potenziale tormentone. E, com’è ovvio che sia, pure qualche delusione.

Tra i temi c’è tanto amore, sia verso il partner che nei confronti di una figlia o un nipotino. C’è un invito all’accettazione. C’è una critica alla politica di oggi. Un paio di brani parlano dell’insoddisfazione personale.

Achille Lauro – Me Ne Frego
Il titolo è una citazione mussoliniana come qualcuno pensava? Macché. Stavolta Lauro racconta un amore malato, verso cui sembra essere un po’ schiavo e sottomesso. “Fai di me ciò che vuoi”, canta. La donna di cui parla è una strega, un’instabile, una vipera in cerca di un bacio. Ma lui ne vuole ancora. Untempo in stile Anni Ottanta, infarcita da un po’ di autotune. Farà ballare (ma non sconvolgerà come aveva fatto Rolls Royce).
Canteremo: “Dimmi una bugia me la bevo, sì sono ubriaco ed annego”

Alberto Urso – Il sole a est
Al suo debutto sanremese, il vincitore di Amici porta la tradizione della lirica italiana unita al pop. E’ un crescendo molto classico, che permette al cantante di far sentire quant’è bravo (ma già lo sapevamo). Un po’ sdolcinata, non si lascia ricordare.
Canteremo: “Io lo so, comunque vada, in questa vita complicata, ritornerò da te”.

Anastasio – Rosso di Rabbia
Il titolo dice già tutto. Il vincitore di X Factor arriva sul palco del Festival un po’ incazzato (dice che ha 21 anni e può permetterselo, di incazzarsi). Si sente disinnescato, sta dando di matto e ne approfitta per vomitare la sua insoddisfazione personale con una canzone rap dal ritornello inaspettato. D’impatto, colpisce.
Canteremo: “Voi scocconi di emozioni, sempre in cerca di attenzioni”

Morgan e Bugo – Sincero
Che bella sorpresa. Inizia Morgan con una serie di luoghi comuni (“Bevi se vuoi, ma fallo responsabilmente”, “Paga le tasse”, “Non lamentarti che c’è sempre peggio”). A Bugo è affidato il ritornello, che è molto forte e molto, molto, indie.
Canteremo: “Volevo fare il cantante di canzoni inglesi”

Diodato – Fai rumore
Per il suo terzo Festival il cantautore chiede di abbattere i muri dell’incomunicabilità. Il protagonista del brano cerca di fuggire da una persona (una storia finita? un’amicizia andata al macero?), ma poi torna sempre da lei. Non sopporta il “silenzio innaturale” che si è creato. L’inciso è sorpredente. Osa e spinge con la voce, come se gridasse il suo dolore.
Canteremo: “Fai rumore e non so se mi conviene, se il tuo rumore mi conviene”

Elettra Lamborghini – Musica (e tutto il resto scompare)
Che bomba. Con autotune a manetta, la “twerking queen” arriva a Sanremo con un brano molto latino. Racconta di essersi innamorata di un “cabron”, che non le ha mai detto che è bella, che l’ha fatta soffrire. Ma ora no, quello che resta quando pensa a lui è soltanto musica (e il resto scompare). Ritmo travolgente. Se regge la voce, reggerà anche il resto.
Canteremo: “Innamorata di un cabron, esta es la historia de un amor”

Elodie – Andromeda
Si sente molto la mano di Mahmood (che firma il pezzo con Dardust Faini). Se Elettra è la regina del twerk, con questo pezzo Elodie punta a diventare la regina dell’elettropop. Un uomo le dice che è una grande stronza, lei risponde che non sarà mai suoi marito. E che si era sbagliata a confondere “il tuo ridere per un vero amore”. La sentiremo molto in radio.
Canteremo: “Non sarò la tua Andromeda”

Enrico Nigiotti – Baciami Adesso
Peccato. Nigiotti fa il bis a distanza di un anno, ma stavolta non è uno dei suoi brani migliori. Questa è una canzone romantica, in pieno stile Nigiotti. Parla d’amore e della forza di un bacio: “Baciami adesso che poi fa buio presto”. Ci saremmo aspettati qualcosa di più, non lo neghiamo.
Canteremo: “Ci ringhiamo da lontani come i cani, e ci pensiamo ancora più vicini”

Francesco Gabbani – Viceversa
Scordatevi il Gabbani dei tormentoni e della scimmia che balla. Il cantautore toscano vuole fare l’impegnato, tant’è che firma con Pacifico. Prova a spiegare il complesso meccanismo che governa l’armonia dell’amore con una canzone che è un crescendo… ma, tranquilli, non mancano le sue amate immagini figurate. Una ballad rock che (per essere capita) merita più ascolti.
Canteremo: “Sei tu che mi fa stare bene quando io sto male e viceversa”

Giordana Angi – Come mia madre
Non sconvolge né stupisce: Giordana Angi fa Giordana Angi. Il testo è molto bello, la melodia è romantica ma un po’ più scontata. Chiede scusa a una persona se non le ha mai detto quanto le vuole bene, anche se è il più bel regalo dei suoi compleanni.
Canteremo: “Se un giorno sarò una mamma, vorrei essere come mia madre”

Irene Grandi – Finalmente io
Anche Irene Grandi fa Irene Grandi (e non è un bene). Ci si aspettava una canzone potente per un rilancio in grande stile, e invece non è arrivata… nonostante la firma di Vasco Rossi. Finalmente Io è un brano che avrebbe potuto cantare vent’anni fa. Celebrativa ma non coraggiosa.
Canteremo: “Ma quando canto sto da Dio, mi sento d’incanto e il mondo è mio”

Junior Cally – No grazie
Una sorpresa dirompente. Il testo è potente, la melodia pure (un po’ alla Salmo). Farà discutere per i riferimenti (neanche troppo velati) ai due Mattei della politica. Salvini da una parte, Renzi dall’altra. Cita anche la dittatura del politicamente corretto. Fare il populista? Il rapper con la maschera risponde: “No grazie”. La canteremo.
Canteremo: “Spero che si capisca che odio il razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito”

Le Vibrazioni – Dov’è
Rischia di rimanere in testa in maniera martellante. Se non altro perché Sarcina canta “Dov’è” per ben 16 volte soltanto nel ritornello.
Canteremo: “Ho sete di stupore, mi puoi accontentare?”

Levante – TikiBomBom
Tranquilli, nonostante il titolo, Claudia Lagona non si è data al reggaeton. Con questo brano cerca di veicolare un bel messaggio, quello dell’accettazione degli altri. Dal “freak della classe” a chi non segue il branco: meglio stare soli che accompagnati da chi non ha sogni. Piacevole.
Canteremo: “Noi siamo gli ultimi della fila, siamo terre mai viste prima”

Marco Masini – Il Confronto
Marco Masini si guarda allo specchio e fa autoanalisi. Guarda al passato e si dice alcune cose. Tipo? Che è stato uno stronzo e un bugiardo, ma anche un signore e un marito mancato. Una ballatona in pieno stile “masiniano”.
Canteremo: “Mi sono permesso di parlarti davvero e accettare me stesso”

Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango
Anvedi, uno Zarrillo inaspettato. Inizia che sembra Alex Britti, esplode con un ritornello alla “Fatti Avanti Amore” di Nek. Un uptempo di quelli che non ti aspetti da un cantautore come lui. Stavolta non canta neppure l’amore ma il malessere dell’uomo. Vuole essere un inno alla forza di volontà
Canteremo: “Non mi importa quanta forza servirà, faccio un respiro più profondo”

Paolo Jannacci – Parlarti Adesso
Una dichiarazione d’amore per la figlia, Allegra, nata 12 anni fa. Un’armonia romantica, tra piano e violini. Il testo è affettuoso, emozionante, struggente. La Cura 2.0.
Inizia con: “Là fuori c’è la guerra e dormi”. Chiude con: “Adesso dormi”

Piero Pelù – Gigante
Una gran bella canzone. Il rocker (per la prima volta a Sanremo) si veste da nonno e dedica questa canzone canzone al nipotino, nato nel 2017. Molto ritmo, molto rock. Chiaravalli (che produce) è una garanzia. Promossi.
Canteremo: “Tu sei il mio gesù la luce sul nulla, un piccolo buddha”

Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr
La quota “freschezza” la portano loro. I Pinguini arrivano a Sanremo da (pressoché) sconosciuti al grande pubblico. La sciura Maria si chiederà: “Ma chi?”, poi però si farà travolgere da una canzone trascinante, sorprendente, pazzesca. Piacerà a grandi e piccini.
Canteremo: “In un mondo di John e di Paul, io sono Ringo Starr”

Rancore – Eden
Un brano 100% alla Rancore. Racconta i nostri giorni, con una mela che fa da trade union. Le guerre e il terrorismo non lo lasciano indifferente. Cita l’11 settembre ma anche la Siria e l’Iraq. Spara dei colpi di pistola. Un testo sterminato (il più lungo), che ti cattura.
Canteremo: “Se la strega è in Iraq, Biancaneve è con i sette nani e dorme in Siria”

Raphael Gualazzi – Carioca
Oh, hanno svegliato Gualazzi. Non sembra nemmeno lui. Stavolta lascia da parte il piano, Gualazzi propone un pezzo molto ritmato. Come se fosse una salsa. Era ora.
Canteremo: “Bastava un sogno carioca”

Riki – Lo sappiamo entrambi
Riki non porterà i suoi ritmi latini sul palco di Sanremo, ma un brano molto classico. Molto sanremese (qualunque cosa voglia dire). Racconta un rapporto che non è all’inizio ma neanche alla fine. La voce (nella versione che abbiamo ascoltato) è piena zeppa di effetti, sentiremo come sarà live.
Canteremo: “Ti scrivo e dopo cancello, non ti scrivo che tanto è in”

Rita Pavone – Niente (Resilienza 74)
Ammazza, che pezzone. Lasciate da parte le polemiche, che qui c’è una Rita Pavone più grintosa che mai. Il pezzo è al passo coi tempi. Stupisce. Parla di un uomo (addirittura violento) che non è riuscito a spezzarla. “Picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi”
Canteremo: “Meglio caderci sopra un’isola o un reality, che qualche stronzo voterà”

Tosca – Ho amato tutto
Tosca porta l’eleganza e la classe. Come sempre. Il pezzo è molto sanremese (forse uno dei pochi), ma sembra che non parta mai.
Canteremo: “Se tu mi chiedi in questa vita cosa ho fatto, io ti rispondo ho amato”

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