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Taylor Swift, Reputation: recensioni del nuovo album e sondaggio

Reputation di Taylor Swift: il disco della cantante è uscito. La critica ha promosso o bocciato il nuovo lavoro?

pubblicato 11 Novembre 2017 aggiornato 16 Ottobre 2020 15:00

E’ tornata alla grande Taylor Swift con Reputation, il nuovo -attesissimo- album, disponibile in vendita dal 10 novembre 2017 (ma non in streaming, ancora assente per due settimane circa). Dopo il boom ottenuto con il primo singolo, Look what you made me do, e i successivi estratti -Gorgeous e Ready for it- le cifre legate alle vendite dell’album promettono di essere da record, con circa due milioni di copie in appena sette giorni dalla pubblicazione, solo in Usa.

Ma la critica come valuta il nuovo disco della cantante? Leggiamo insieme le prime recensioni estere sul disco. E votate qui sotto, nel sondaggio:

Consequence of Sound: Con Reputation, la Swift ha idea che essere più grande, più ampia e più forte sia necessariamente una cosa migliore, ma la dopamina che la musica pop moderna può produrre in modo affidabile non arriva mai.

Sputnikmusic: Reputation è un miscuglio di stili che girano intorno al mainstream da anni, riconfezionato in un veicolo lucido e costoso nei testi e un cospicuo culto di personalità.

Chicago Tribune: Ma la Swift che era solita trattare i suoi fan come confidenti, invece di una commercializzazione demografica, appare solo mentre l’album si snoda verso la sua conclusione.

The New York Times: Reputation è fondamentalmente diverso da qualsiasi altro dei suoi precedenti album in quanto prende in considerazione – prioritizza, in realtà- il tempo e il tono della sua concorrenza. Il disco è una rinegoziazione pubblica, che impegna la musica pop alle sue condizioni, non a quelle della cantante.

Boston Globe: Da un punto di vista puramente musicale, è un album molto bello – anche quando butta molte idee contro il muro, la Swift ha troppo talento come cantautrice per poter perdere il suo obiettivo più di un paio di volte, nel disco.

Spin: L’album è un ritorno a quel suono pop-artigianale e, oltre a tutto il materiale da pettegolezzo presente nei testi, un’interessante esplorazione della vita imperfetta della Swift come una donna di 27 anni.

Entertainment Weekly: Reputation è una creazione stranamente bifurcata, per metà ossessionata da un duro scontro verso quotazioni e celebrità per metà incentrata su un amore che la toglie e la allontana da tutto questo.

Slant Magazine: È la volontà quella della Swift di rappresentarsi non come una vittima, ma come la cattiva della sua storia ed è questo che rende Reputation una spettacolare e spinosa occhiata nella mente della principessa regnante del pop.

The Indipendent: Swift non ha bisogno che il suo amante la salvi, come si nota notato dalla traccia “Call It What You Want”, che è, probabilmente, la migliore canzone che Swift abbia mai fatto. I suoi testi sono più aperti e vulnerabili di tutto quello che ha mai fatto prima d’ora.

Rolling Stone: Reputation è il suo album più intimo – una serie di canzoni su come ci si sente quando si interrompe la ricerca del romanticismo e si inizia a lasciare che la vita inizi. Come una dei grandi maestri pop di tutti i tempi, sta provando qualcosa di nuovo e, come sempre, le riesce.

The Guardian: Nel cuore di Reputation c’è una sequenza di canzoni che tracciano l’ascesa e la caduta di una relazione fugace e offrono una masterclass nella scrittura pop.

The Telegraph: l’album è una grossa, brusca, arma da fuoco che combatte con la vulnerabilità del cuore umano mentre è sconvolta dalla fama del ventunesimo secolo.

Los Angeles Times: lo definirò il suo album più focalizzato, più coesivo.

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