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Horace Silver è morto, il ricordo di Soundsblog

Il pianista jazz, esponente dell’hard bop, è morto stamattina all’età di 85 anni.

pubblicato 18 Giugno 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 17:33

È morto Horace Silver, compositore e polistrumentista jazz, scomparso a 85 anni a New Rochelle, nello stato di New York, la mattina di mercoledì 18 Giugno 2014 per cause naturali, come ha rivelato il figlio Gregory ai media.

Horace Silver è stato un valido strumentista della scena jazz della East Coast: nato nel 1928, iniziò a suonare formatosi come sassofonista tenore nel natio Connecticut e fu scoperto dal compositore e musicista Stan Getz nei primi anni Cinquanta; su suo consiglio si trasferì a New York per farsi conoscere nel circuito del jazz underground.

A New York Horace Silver iniziò a sperimentare col pianoforte, ispirato dal pianista Bud Powell, e formò il suo primo trio di musicisti, coi quali iniziò a suonare esibendosi anche al celeberrimo Blue Note. Nel 1951 formò i Jazz Messenger, gruppo-cooperativo con il batterista Art Blakey, rimpiazzato nell 1956. Divenne uno dei pilastri dell’etichetta Blue Note, influenzando moltissimo anche le produzioni discografiche.

Il suo brano più famoso è Song For My Father, in portoghese Cantiga para o meu pai: il padre di Silver era infatti di origine capoverdiana, ex colonia portoghese in Africa, e alcune infuenze musicali di origine lusofona, tra cui anche la bossanova brasiliana, entrarono a far parte delle composizioni di Horace Silver. Non è difficile seguire il battito bossa che anima Song For My Father: potete ascoltarla in apertura di post nella versione registrata con l’Horace Silver Quintet nel 1968: oltre al piano di Horace Silver si ascoltano Bill Hardman alla tromba, Bennie Maupin al sassofono tenore, John Williams al basso e Billy Cobham alla batteria.

Pioniere e principale ispiratore del jazz hard bop, definizione di quel sottogenere jazzistico che, quale estensione del bebop, faceva proprie delle influenze rhythm&blues, gospel e blues, specialmente per il modo di suonare il pianoforte o i fiati come il sassofono, Horace Silver ne fu fondatore assieme ad Art Blakey e i Jazz Messengers, ispirando in seguito alcuni lavori di Miles Davis e John Coltrane nei primi anni Cinquanta. Fu lo stesso Horace Silver a darne una definizione perfetta:

Direi che è bop con un po’ più di energia dentro. C’erano il polite bop (educato) e poi l’hard bop. Il polite bop era più sofisticato… l’hard bop è un’autentica musica che ti dà un ceffone e un calcio nel c*lo.

Tra i brani più famosi composti da Horace Silver si ricordano, oltre a Song For My Father, The Preacher e Señor Blues; delle sue composizioni, il bassista jazz Christian McBride ha detto

La musica di Horace Silver ha sempre rappresentato ciò che i musicisti jazz pregano di avere ma non necessariamente si preoccupano di praticare, ed è la semplicità. Resta in testa: è cantabile. Ti entra facilmente nel sangue, la puoi comprendere facilmente. È radicata, è piena di anima.

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