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Maroon 5 Overexposed, la recensione

Le recensione di Overexposed dei Maroon 5 con il leader Adam Levine, versione standard e deluxe leggila su Soundsblog

di nathan
pubblicato 30 Giugno 2012 aggiornato 30 Agosto 2020 14:56

A quasi 2 anni da “Hands All Over” è uscito il 26 giugno 2012 il nuovo lavoro dei Maroon 5 intitolato “Overexposed“. Un album prodotto da Max Martin, Shellback e Ryan Tedder che, insieme al gruppo, hanno creato un prodotto sperimentando le sonorità pop,dance-pop ed electropop senza però tralasciare nulla al caso.

“Quest’album è il nostro lavoro più commerciale ma non per questo è di bassa qualità”

Cosi disse tempo fa Adam Levine (la voce del gruppo). Parole sante, perchè è davvero così. Ma è un male? Non necessariamente. Perchè fare gli snob e rifiutare a priori canzoni che vogliono essere ascoltate, masticate e canticchiate? E allora ascoltiamo e giudichiamolo sotto questa ottica. Non avremo magari un lavoro che stupisce e sorprende per avere osato, ma una serie di brani ben prodotti e curati. Abbiamo più versioni di questo cd. La standard con all’interno 13 pezzi e la versione Deluxe con all’interno 15 pezzi.Per la recensione di tutti i pezzi cliccate dopo il salto:

01. One More Night: Secondo singolo ufficiale rilasciato da pochi giorni e accompagnato dal video con Adam Levine versione boxeur. Canzone che convince sempre più grazie agli ascolti successivi e risulta poco meno convincente e accattivante del primo singolo. Voto: 7-

02. Payphone: Il classico esempio di singolo rilasciato per vendere e convincente fin dal primo ascolto. Il video on the road poi diverte e rende ancora più leggere il tutto. Dopo “Moves Like Jagger” il rischio di non fare centro era alto, ma ci sono riusciti. (Con)vincente. Voto: 7+

03. Daylight: Si cambiano atmosfere per una canzone dal ritmo più lento, per un brano che ha tutte le carte per poter essere, nei prossimi mesi, come singolo, per il suo sapore malinconico e d’atmosfera. Voto: 7 e 1/2

04. Lucky Strike: Si torna ad un suono più simile ai primi due brani, sia per la voce utilizzata da Adam Levine, sia per la leggerezza del risultato finale. Pezzo che fa ballare i piedi mentre sei seduto ma che allo stesso tempo risulta già sentito. Voto: 6 e 1/2

05. The Man Who Never Lied: Energico e fresco quinto pezzo dell’album con un ritmo che aumenta nel corso dell’ascolto e che, alla fine, riesce nello scopo di conquistare. Voto: 7

06. Love Somebody: Fin dal primo ascolto, questo brano si adatta a quelle canzoni da ascoltare -nell’immaginario- in auto mentre guidi con i capelli al vento (anche se li ho corti…). Da uscita con amici, efficace come scelta di un successivo singolo da estrarre. Voto: 7+

07. Ladykiller: Ok, qui si rischia l’overdose della vocina ‘modificata’ di Adam Levine e risulta un po’ anonima, poteva essere scelta come eventuale B side da singolo, ma in questo album- fino a questo punto d’ascolto- risulta la più debole. Voto: 5/6

08. Fortune Teller: Si risale un po’ rispetto alla traccia precedente, il pezzo convince un po’ di più anche nei successivi ascolti, diventando decisamente orecchiabile: Voto: 7

09. Sad: Un titolo, un programma. Si arriva alla ballad dell’album, accompagnata dal pianoforte e della voce di Levine che incide un brano intimista, senza particolari orpelli musicali, per concentrarsi maggiormente sulla voce. Voto: 7 e 1/2

10. Tickets: Decima traccia di Overexposed, ma non basta un “lala lalala” buttato lì per farlo diventare tormentone. Poco efficace, uno dei pezzi da “skippare” senza troppi rimpianti: Voto: 5

11. Doin’ Dirt: sapore iniziale un po’ anni ’80 per questo pezzo che si fa ascoltare, senza infamia e senza lode. Voto: 6

12. Beautiful Goodbye: Per l’ultima canzone dell’edizione standard si chiude con un pezzo che rallenta il ritmo iniziale dell’album, concentrandosi sul tema dell’amore tra occhi pieni di luce e che piangono. Voto: 7-

13. Wipe your eyes: prima traccia della deluxe version, rimane in testa fin dal primo ascolto, poteva essere inserita anche nella versione comune per poter essere scelta come canzone da lanciare come singolo (tra i tanti potenziali già ascoltati). Voto: 7 e 1/2

14. Wasted Years: un passo indietro per un pezzo che non aggiunge nulla alle canzoni fino ad ora ascoltate. Voto: 5

15. Kiss: Ecco la “famosa” cover di Prince. Già il rifacimento di canzoni classiche come queste è a rischio suicidio per la maggior parte dei cantanti, ma in questo caso i Maroon 5 hanno solamente reso ancora più evidente la particolarità della versione originale. Come rendere ancora più classifico un pezzo facendo salire la voglia di ascoltare il brano classico. Senza più traccia della sensualità voluta in Kiss, in questo modo, il pezzo sembra totalmente anonimo e quasi da serata karaoke tra amici. No, evitabile. Voto: 3

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