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Annalisa: “Mentre tutto cambia”, la recensione

Annalisa: la recensione di “Mentre tutto cambia”

pubblicato 29 Marzo 2012 aggiornato 20 Febbraio 2021 14:07


Annalisa, ex di “Amici” e prossima alla gara tra i big che caratterizzerà il serale di questa ultima edizione dello show, ha da poco pubblicato “Mentre tutto cambia”, album composto da 12 inediti pregni d’amore e di questioni sentimentali.

Il retrò è diventato oramai il suo marchio di fabbrica ed è la stessa strada che la musica italiana, o meglio il suo versante “rosa”, ha deciso di scegliere per cercare di lasciare il segno non solo nel nostro paese ma anche all’estero (vi dice qualcosa Nina Zilli?).

Ma con questo disco Nali non vuole solo dimostrare di prediligere la sua parte più “classica”: quelle piccole incursioni elettroniche rinvenibili nel progetto, lasciano intendere, o meglio immaginare, la volontà di un’evoluzione futura in qualcosa che sia completamente agli antipodi del mood vecchio stampo, vera costante dell’intero lavoro. A seguire la recensione di “Mentre tutto cambia”.

1. Senza riserva. Pezzo dall’enorme potenza radiofonica che gioca sui cambi di registro in falsetto del ritornello. Purtroppo non c’è evoluzione nel corso del brano: l’utilizzo di un cambio armonico, di arrangiamento o di controcanti ad hoc avrebbe potuto giovare all’intera struttura. “Senza riserva” può considerarsi, rispetto alle altre tracce, quella più avulsa dal contesto “classic”. Voto: 7+

2. Non cambiare mai. La dolcezza della voce di Annalisa si adagia su una linea di pianoforte molto fiabesca, atmosfera rievocata anche dai falsetti della cantante e da quel suo fare a mo’ di ninna nanna. Buona la scelta di fare entrare in sordina la batteria: una sua incursione più forte avrebbe potuto rovinare il mood del brano. Voto: 7 meno

3. Lucciole. Quelli che sembrano rumori di vetri rotti si incastrano perfettamente, nella parte iniziale del brano, con la sessione d’archi la quale, in un secondo momento, procede parallelamente ad una dimensione retrò determinata dal ritmo. Carino il bridge che poi cede il passo ad una salita di tonalità ad effetto. Voto: 6+

4. Per una notte o per sempre. Un giro di accordi iniziale che ricorda quello della più famosa “Sei Bellissima”. Incisivi i cambi di tono, un pò meno la loro conclusione scontata. L’armonia poteva comunque essere sfruttata meglio. Voto: 6

5. Tutto sommato. La canzone ricorda molto, soprattutto nella parte del pianoforte, “Love song” di Sara Bareilles (e perchè no, anche “Radio star” di L’Aura). Molto divertente il finale del ritornello in cui subentrano i fiati. Annalisa, col suo fare vocale sincopato, si adatta benissimo ad un pezzo scanzonato di questo tipo. Voto: 6+

6. Bolle. Una strofa con un’atmosfera intima da club ed un ritornello incalzante. Molto radiofonica. Voto: 6 e mezzo

7. Ottovolante. Contesto rockeggiante che fa molto Italia anni ’70. Annalisa sembra essere di più a proprio agio in altri luoghi musicali. Voto: 5

8. Ancora un’altra volta. Archi e pianoforte, protagonisti di questo album assieme alla cantante, fanno il loro bel lavoro in un nuovo pezzo che parla della monotonia in cui si può incappare in un rapporto d’amore. Voto: 5 e mezzo

9. Tra due minuti è primavera. Retrò ed elettronica si incontrano in uno dei brani più affascinanti dell’album. Ricorda un pò “Solo”, vecchia conoscenza di Annalisa. Il ritornello di facile presa può avere buone possibilità per essere ricordato qualora la canzone fosse proposta come singolo. Voto: 7 meno

10. Per te. Ancora una volta si sceglie l’influenza elettronica (nella strofa) che potrebbe aprire, in futuro, buone prospettive di evoluzione per la cantante. Nella canzone però c’è qualcosa che fa perdere l’appeal. Voto: 6+

11. Non ho che questo amore. Lei gioca a fare l’innamorata che decanta il suo uomo. Coretti retrò e cambi armonici sono le caratteristiche principali della canzone. Voto: 6 meno

12. Prati di orchidee. Classica bella melodia italiana che fa del violino il suo migliore amico e della batteria il suo peggior nemico. Voto: 6

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