Home Interviste Federica Abbate : “mi sono stancata di scrivere per gli altri, sono una cantautrice e adesso parlo di me” | INTERVISTA

Federica Abbate : “mi sono stancata di scrivere per gli altri, sono una cantautrice e adesso parlo di me” | INTERVISTA

Soundsblog.it ha intervistato Federica Abbate in occasione dell’uscita del suo primo EP In foto vengo male: ecco cosa ci ha raccontato.

pubblicato 18 Maggio 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 21:41

Esce oggi, 18 maggio, su tutte le piattaforme digitali “In foto vengo male” il primo Ep di Federica Abbate, fra le più apprezzate autrici del panorama italiano e, da adesso in poi, cantautrice a tutti gli effetti.

In foto vengo male contiene, oltre i singoli Fiori sui balconi, A me ci pensi mai, Mi contraddico e Pensare troppo mi fa male (insieme a Marracash) anche due brani inediti , intitolati Due Volte e Oggi è un bel giorno. L’intero disco è stato prodotto da Takagi e Ketra, il noto duo di producer che ha lavorato, insieme a Federica, alla mega hit Roma Bangkok.

Soundsblog.it ha avuto il piacere di incontrare l’artista poche ore prima della pubblicazione dell’EP. Ecco cosa ci ha raccontato a riguardo.

 

 

 

Ciao Federica, hai annunciato l’arrivo del suo primo EP. Parlacene un po’, che cosa ci dobbiamo aspettare?

Sul disco ho lavorato insieme a Takagi e Ketra che hanno prodotto tutte le canzoni, la tracklist è composta dai 4 brani già editi più due inediti. All’album ho lavorato anche insieme a Cheope, che è un altro autore con il quale mi sono trovata molto bene. Questo disco rappresenta me stessa, al 100%, con tutti i miei difetti e le mie imperfezioni. Sono lati di noi che è inutile nascondere e che anzi a volte , se usati nel mondo giusto, possono trasformarsi in pregi e punti di forza. Ho lavorato molto su me stessa per scriverlo.

Ci sono collaborazioni?

A parte Marracash assolutamente no, nel modo più assoluto. Dopo tanti anni di musica scritta per altri mi ero stancata e ho deciso di concentrarmi su me stessa, non ne potevo più. Si tratta di un disco molto personale.

Perché non ti sei messa in gioco prima come cantautrice?

Perché ora ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per tirare giù la maschere e fare vedere chi sono davvero. L’esperienza da autrice diventa “alienante” nel momento in cui tu scrivi per altri una canzone che, per forza di cose, dev’essere il più generica possibile. Non che questo voglia dire che siano state fatte brutte canzoni, ovviamente, ma semplicemente che quelle di In foto vengo male mi rappresentano molto di più.

Ti mai successo in questo senso di dover dare ad un altro una canzone che sentivi tua?

No, mai. Come ti dicevo, se scrivo una canzone che parla di me ed è personale e nata da una mia esperienza non la posso regalare a chiunque. Sarebbe come perdere un pezzo di me stessa. Per questo ho sempre scritto per gli altri nel modo più generico possibile e per questo non mi sono mai scontrata con nessun artista a cui ho dato un mio pezzo per un’interpretazione “sbagliata”.

Stai scrivendo per qualcuno adesso?

No, mi sto focalizzando solo me stessa e sul mio progetto. Ero un po’ stufa di fare l’autrice per gli altri.

Mi stai quasi dando l’impressione che tu ti sia sentita in un certo senso sentita “sfruttata”. Mi sbaglio?

Ma no, in realtà scrivere canzoni per gli altri era il mio lavoro. Io faccio semplicemente il mio lavoro e lo so fare bene.

Una curiosità: la copertina del disco è ispirata al film IT?

No, mi piaceva semplicemente l’idea di coprirmi il viso e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata un palloncino. Anche l’idea del rosa mi piaceva molto. Ho voluto ricreare in qualche modo una copertina che rappresentasse un po’ il mio essere come “Amelie”.

In che senso?

Nel senso che se mi vedi, io sono un po’ fuori, fuori dal mondo, fuori contesto. Ne parlo anche in Fiori sui balconi, è un po’ quello il senso, anche se il pezzo alla fine parla di gran parte dei giovani d’oggi.

Il sound del disco, in effetti, è abbastanza rischioso e fuori dagli schemi rispetto ad altre canzoni mega hit come Roma Bangkok.

Si, perché ho fatto e scritto quello che volevo fare io. Non quello che volevano gli altri. Io adesso la hit che funziona te la potrei pure scrivere, è il mio lavoro come ti dicevo, lo so fare. Ma sto cercando altro.

Prendi ispirazione da qualcuno? Io nella tua musica ho sentito molto forte l’influenza di .

Certo, assolutamente, ma anche Lana del Rey e Sia.

Quali appuntamenti promozionali hai in programma da qui ai prossimi mesi?

Il 25 maggio sono al Mi AMI Festival, mentre ci sono altri eventi in arrivo che per il momento non ti posso confermare.

Un’ultima domanda. Tu hai scritto pezzi per gli altri per tanto tempo, loro li hanno presi e li hanno trasformati in un hit radiofoniche e commerciali. Non credi che, alla fine, la musica vista da questo punto di vista sia un po’ troppo “business” e che si perda un po’ quella che è la vena e l’ispirazione artistica della musica stessa?

Si, assolutamente si. Alla fine, da certi punti di vista, la musica in questo senso diventa un po’ una catena di montaggio.

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