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Intervista a Marracash: “Auspico che la musica sia gratuita e finanziata dalla pubblicità”

Dopo la prima parte di ieri, pubblichiamo la seconda ed ultima porzione di intervista a Marracash. Oggi parleremo di musica e televisione, lateralmente anche di Giusy Ferreri, del suo rapporto con la cultura e del download illegale. In chiusura, i progetti per il futuro.Era prevedibile che un ritornello come quello di “Badabum cha cha” diventasse

di aleali
pubblicato 13 Agosto 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 20:22

Dopo la prima parte di ieri, pubblichiamo la seconda ed ultima porzione di intervista a Marracash. Oggi parleremo di musica e televisione, lateralmente anche di Giusy Ferreri, del suo rapporto con la cultura e del download illegale. In chiusura, i progetti per il futuro.

Era prevedibile che un ritornello come quello di “Badabum cha cha” diventasse un tormentone di successo…

No, è difficile. Non si può programmare che il tuo pezzo diventi hit dell’estate, che vada fortissimo in radio. Sì, puoi dire che è un pezzo forte, che ha un bel tiro. Ma era una vera scommessa ed è andata ben oltre le aspettative.

Cosa pensi degli artisti che nascono dai programmi televisivi?

E’ un fenomeno tutto nuovo, vedo che va molto. Mi hanno chiesto in una vecchia intervista se sapevo chi era Giusy Ferreri, e io non lo sapevo. Ora l’ho scoperto perché è entrata prima in classifica. Non guardo completamente la televisione e non seguo queste cose. Non so dirti se dietro c’è qualità. Come tutte le cose che però sembrano costruite a tavolino, fatico a dare loro credibilità.

Dei brani del passato emerge una ricchezza culturale e un rapporto un po’ conflittuale con essa.

Io non vengo dalla cultura istituzionale, ho fatto un ITIS e sono stato bocciato due volte. La mia cultura viene dalla mia passione e dall’interesse e dalla curiosità. Mi sono auto acculturato. Non nutro rispetto per la cultura istituzionale. Ho provato a fare un anno di Università a Lettere, le meccaniche sono sempre un po’ quelle: c’è chi si ammazza di studio e non capisce niente, c’è chi non studia e passa gli esami lo stesso.

Un sacco di gente che conosco studia, si laurea e diventa una formica più specializzata ma non per questo più esperta in quello che vuole fare. E’ un espediente per migliorarsi socialmente? Io non credo. Se sei costretto a lavorare, devi studiare di più perché non frequenti, non sai quali sono i professori migliori e gli esami più facili, sei un po’ emarginato.

Qual è la tua posizione rispetto al download illegale?

Io ho un lungo percorso underground. Internet e il download illegale fanno parte del mio percorso e non lo rinnego. Anche io ne usufruisco, lo dico senza ipocrisia. Non penso che sia giusto, quando una cosa è disponibile ed è lì è come se ti portassero la spesa a casa senza pagarla. E’ una situazione molto spinosa: c’è crisi forte nelle case discografiche ed è una cosa che mette fuori l’underground.

E’ auspicabile che la musica diventi gratuita e finanziata dalla pubblicità. Anche la Siae mi sembra indietro perché paga i passaggi radio e tv che comunque sono sempre più lontane dai giovani. Se pagassero i passaggi su internet, molti ne gioverebbero. Prima che questa gente capisca le cose, ci vorrà del tempo.

Aspettative per l’album e progetti per l’autunno?

L’aspettativa per l’album è di restare in questa musica italiana e di non essere una meteora. Nell’autunno, a fine settembre, comincerà un tour e poi inizierò a preparare nuovo materiale per un disco nuovo. Penso che a fine agosto uscirà un nuovo singolo. Anzi due: uno per il web e uno mainstream per la radio e la tv.

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