Home Festival di Sanremo Lorenzo Suraci a Blogo: “Gli artisti di Baraonda sono popolari e radiofonici, i numeri scatenano invidie”

Lorenzo Suraci a Blogo: “Gli artisti di Baraonda sono popolari e radiofonici, i numeri scatenano invidie”

Intervista a Lorenzo Suraci – Da Sanremo agli artisti di Baraonda, passando per Rtl 102.5.

pubblicato 18 Febbraio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 09:12

Senza girarci troppo attorno, Lorenzo Suraci è uno dei numeri uno della radiofonia italiana. Si può essere scettici, critici, snob. Ma, attraverso più di vent’anni di lavoro, l’imprenditore partito dalla Calabria è riuscito a mettere in piedi una struttura – Rtl 102.5, ora ‘supportata’ da Radio Zeta l’Italiana e Radio Freccia – che ogni giorno raggiunge 7 milioni di radioascoltatori e dà lavoro a 350 dipendenti. Nel frattempo, coltiva il suo amore per la musica investendo su artisti (per sua stessa ammissione) “popolari” con l’etichetta discografica Baraonda. Dai Modà ai Dear Jack, passando per The Kolors, Chiara Grispo e Bianca Atzei. Quest’ultima vista al Festival di Sanremo 2017 con il brano Ora esisti solo tu.

Com’è stato questo Sanremo?

“Dal punto di vista televisivo, mi è piaciuto molto. Dal punto di vista musicale, invece, non mi è sembrato che ci fossero dei siluri. Tutta musica radiofonicamente valida, sì, ma il problema è che ce n’è una quantità talmente abnorme che si rischia di penalizzare qualcuno. E’ difficile trovare gli spazi per tutti. Noi stiamo puntando particolarmente sui brani di Ermal Meta e Paola Turci, loro fanno la differenza per contenuti e musicalità. Gabbani si è meritato la vittoria, radiofonicamente sta andando alle stelle ma non so quanta vita possa avere. Personalmente, poi, ho lottato e lavorato tanto per Bianca Atzei nella speranza che questo Festival potesse servire a rivalutarla in maniera oggettiva”.

E’ stata la “resurrezione” di Bianca Atzei?

“Bianca è un talento vero e la sua voce è davvero particolare, altrimenti non ci avrei messo la faccia in tutti questi anni. I giornalisti l’hanno sempre massacrata; spesso ho letto sui giornali accuse che mi hanno anche infastidito. ‘Che ci fa questa per il secondo anno qua?’, si è chiesto qualcuno, come se fosse una che se la fa con i funzionari della Rai. Accuse di questo tipo, per una qualsiasi persona umana, sono psicologicamente dure da sostenere. Lei è una ragazza tranquilla, brava, innamorata. E fa la cantante di mestiere, non si trovava lì per caso”.

So che nella serata di venerdì si è commossa non per il fidanzato in prima fila ma perché non si aspettava gli applausi a metà esibizione.

“Mi ha fatto emozionare. Per fortuna è stata talmente professionale da riuscire a riprendersi e portare a termine il pezzo, altrimenti sarebbe stata una tragedia”.

L’esclusione di Chiara Grispo dalle Nuove Proposte l’ha delusa?

“Sì, è la dura legge della televisione. La macchina di Sanremo fa paura a tanti ed è imprevedibile, ma neanche un sordo si sarebbe comportato così. Chiara è stata penalizzata nonostante avesse proposto una canzone così bella, scritta da Federico Zampaglione proprio per Sanremo: è stata la prima canzone esclusa ma anche il primo successo radiofonico perché dopo Rtl altre 90 radio l’hanno messa in programmazione. Perché ho deciso di puntare su di lei? Mi sono approcciato a questo talento perché Kekko Silvestre, dopo averci duettato ad Amici, me ne aveva parlato come un portento. Così, pochi giorni dopo la sua precoce eliminazione, l’ho chiamata e me la sono portata in squadra”.

Gli artisti di Baraonda sono vittime di pregiudizi?

“Principalmente, Rtl è una radio generalista costruita, pietra su pietra, con oltre vent’anni di lavoro. E’ chiaro che noi siamo espressione di numeri e con il tempo questo ha scatenato gelosie, invidie, cattiverie, come se fossimo un fenomeno da baraccone. Abbiamo semplicemente fatto il nostro mestiere. Io punto sugli artisti perché mi diverte e appassiona, anche se spesso son stato accusato di conflitto di interessi. La verità è che son sempre stato nella musica: Laura Pausini è partita con la nostra etichetta e nessuno lo sa. Ultimamente abbiamo puntato anche su artisti usciti dai talent come i The Kolors, Dear Jack, Chiara Grispo. Quando ci accorgiamo che un artista potrebbe essere fruito per radio ed è popolare, ci puntiamo. I Modà sono popolarissimi e riempiono gli stadi, per esempio. Ma popolare non è sinonimo di bassa qualità”.

Secondo gli ultimi dati divulgati da RadioMonitor, Rtl si conferma ancora una volta la radio più ascoltata in Italia con 6.957.000 ascoltatori nel giorno medio, staccando di oltre due milioni le altre emittenti nazionali. Cosa la distingue dalle concorrenti?

“Rtl 102.5 non è solo la radio degli italiani ma nel tempo si è trasformata in qualcosa di decisamente imprevedibile anche per me: dai cantanti ai politici, dagli imprenditori ai pubblicitari, mondi diversi tra loro ci propongono quotidianamente partnership, collaborazioni e progetti da realizzare insieme. Ovviamente noi scegliamo di fare, promuovere e valorizzare solo idee che assomigliano alla nostra linea editoriale che si sviluppa così: musica in primo piano, informazione veloce e puntuale ad ogni ora ma soprattutto capacità, grazie alla nostra squadra di conduttori, tecnici e registi, di cambiare e rivoluzionare in tempo reale le nostre scalette per seguire e coprire la cronaca e i grandi eventi. Nessuno, nemmeno la Tv, riesce ad essere così tempestiva. Noi siamo oltre la radio di flusso e oltre le emittenti all-news: siamo la prima radiovisione all-inclusive. E il pubblico ci premia per questo. In noi trova tutti gli ingredienti che servono per rilassarsi, divertirti ed informarsi”.

Gli speaker del vostro network non sono delle star.

“Anche se apparentemente i nostri conduttori non sembrano grandi star, per me lo sono sin dal primo giorno. Qui non affidiamo la gestione di un microfono al primo che capita. I nostri conduttori sanno come parlare, con grande capacità di sintesi e professionalità, di quello che i nostri ascoltatori parlano nei bar, al lavoro, in palestra o in macchina. E’ così che si rispecchiano perfettamente nel valore che il nostro gruppo sente come il più prepotente: la normalità”.

Intanto Maurizio Costanzo è passato a Radio 105.

“Il Radio Costanzo Show è stata un’entusiasmante esperienza radiofonica degli ultimi due anni. Siamo orgogliosi di averlo avuto in squadra con noi e di avergli consentito di tornare a parlare in diretta con il suo pubblico. Grazie all’esperienza con Rtl, il maestro del giornalismo popolare è ritornato alla grande dentro il mercato radiofonico. Gli auguro di divertirsi ancora su Radio 105″.

Con i vostri quasi 7 milioni di radioascoltatori dettate l’agenda musicale della radiofonia italiana?

“Non dovrei risponderti io a questa domanda. Semmai abbiamo la possibilità di dire dei no, ma siamo aperti anche alle belle novità come Mannarino o Brunori. Siamo popolari ma anche aperti a prodotti che all’apparenza potrebbero sembrare di nicchia. Certo, dobbiamo stare attenti alla quantità di musica che si inserisce in programmazione. Ci vogliono delle regole”.

Intanto a Rtl si sono aggiunte Radio Zeta l’Italiana e Radio Freccia, un bell’investimento.

“Abbiamo sempre puntato e creduto sul monomezzo. Ora siamo stati costretti ad ampliare l’offerta per controbattere alla nuova concorrenza delle Radio di Mediaset. Zero L’Italiana non è nient’altro che il progetto al quale avevo iniziato a lavorare da mesi per R101. Quando poi i fratelli Berlusconi, dopo lunghe discussioni e trattative, mi hanno comunicato il mancato raggiungimento dell’accordo per quel progetto ho trasferito quell’idea su Radio Zeta. Ci siamo ritrovati un target molto adulto, direi over 80. L’abbiamo ringiovanita, puntando sulla musica italiana ma in una maniera diversa rispetto alle concorrenti, senza imitare Radio Italia. Il nostro motto è ‘Noi le cantiamo così'”.

E Radio Freccia?

“Ci stiamo divertendo come matti. Al di là dei blasonati conduttori delle grandi emittenti, non sapevo che ci potessero essere così tanti giovani bravi in giro. Abbiamo dato lavoro a più di 20 persone: ogni due ore cambiamo speaker, 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Ci sono anche cinque personaggi rock inside – come Paola Turci, Federico Zampaglione, Enrico Ruggeri, Andrea Laffranchi e Stefano Mannucci – che fanno dei programmi, ma vorrei puntare l’attenzione sulle nuove leve. A mezzanotte c’è una ragazza che si chiama Cecile, ha 22 anni ed è di una bravura straordinaria”.

Radio Mediaset è uno stimolo o una paura?

“E’ una grandissima preoccupazione dal punto di vista commerciale. Una grande organizzazione come quella di Mediaset propone dei mega pacchettoni pubblicitari, unendo la televisione alla radio e riuscendo a mettere insieme dei numeri importanti. Rischiano di viziare ed influenzare il mercato”.

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