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The Cooper Temple Clause – Live

Siamo stati a Torino allo sPAZIO211, come promesso. Lo sPAZIO è uno di quei locali che vorremmo avere in Liguria ogni volta che suona un gruppo… un’area discreta, forse il palco è di dimensioni modeste, una buona acustica, personale simpatico e pubblico non omogeneo. I Cooper Temple Clause salgono sul palco con una lattina di

pubblicato 13 Febbraio 2006 aggiornato 1 Settembre 2020 03:30

Siamo stati a Torino allo sPAZIO211, come promesso. Lo sPAZIO è uno di quei locali che vorremmo avere in Liguria ogni volta che suona un gruppo… un’area discreta, forse il palco è di dimensioni modeste, una buona acustica, personale simpatico e pubblico non omogeneo.


Ben Gautrey I Cooper Temple Clause salgono sul palco con una lattina di birra moretti, le All Star ai piedi, camicia o maglietta, giacche in pelle: sono il tipico gruppo inglese dai piedi alla testa, sottolineando la testa per le pettinature da neo-beatles alternative (che se non ricordo male dalle parti di Candem Town sono molto regular).
La cosa più difficile è capire chi suoni cosa: tutti si alternano agli strumenti, tranne il batterista. Si divertono questi cinque ragazzi ed è un peccato non averli visti in sei, quando ancora avevano il bassista sosia di Paul McCartney con loro.
tom bellamy Ben Gautrey (voce) ha una voce ispirata, delicata dove serve e roca e graffiante in tutto il resto. Sguardo basso o al cielo, volto un po’ incupito mentre canta, ricorda un po’ Kurt Cobain e tutti quelli che son venuti dopo per quella via. Altro componente che risalta è sicuramente Tom Bellamy (chitarre), truccato come un figlio dei Cure.

Il pubblico sembra imbarazzato e si scalda solo dopo qualche pezzo. Dispiace che sia poco numeroso, dispiace al pensiero che altrove siano considerati l’anello mancante tra Muse e Radiohead e qui sembrino un gruppo emergente (complice anche la disponibilità di fronte a richieste di foto e di autografi).

tom signature Nei 70 minuti di concerto alternano track nuove a brani notissimi e molto apprezzati come Promises, Promises e Panzer Attack, che ha chiuso il tutto in maniera allegra e potente. Sono bravissimi, puliti, decisi, la voce non cede alla stanchezza neppure un istante, Tom sanguina l’impossibile mentre suona la sua chitarra e quando ci firma un autografo ha le dita disintegrate… lo strumento è un prolungamento del corpo, se senti la musica che emana si annulla tutto il resto.

Torneranno presto in Italia e li aspettiamo, dopo l’uscita del terzo album prevista per la primavera di quest’anno. Non perdeteli di vista, vi daremo una mano a non farlo.

Le foto sono di Samuele Silva, la clip è di WhiteComa. Un ringraziamento particolare allo sPAZIO211 per l’ospitalità e ai TCTC per la disponibilità.

Per approfondire:
sPAZIO 211
The Cooper Temple Clause (Dan Fisher, Tom Bellamy, Ben Gautrey, Kieran Mahon, JD Harper): sito e myspace.

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