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Satyricon, Frost a Blogo: “Vogliamo che il pubblico ci stupisca!”

La band black metal norvegese è in tour, ed invita i fan più “particolari” a salire sul palco per jammare con loro. Ecco la nostra intervista al batterista.

pubblicato 15 Aprile 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 06:27

Il nome dei Satyricon è da sempre legato al Norwegian Black Metal, e la storia della scena musicale è legata a quella dei Satyricon. Eppure, la band si è progressivamente evoluta, cercando strade sempre diverse per dar libertà alla propria creatività, ed il risultato, nel 2015, sono un live-album ed un tour decisamente fuori dai canoni del “black metal”.
Il nuovo album dal vivo si chiama “Live At The Opera”, e vede il gruppo sul palco con un coro di 55 elementi del Norwegian National Opera Chorus.
Il tour si chiamerà “Dawn Of A New Age”, attraverserà l’Europa per tutto il mese di Aprile (facendo tappa a Pordenone il 18 Aprile), e la peculiarità è che il gruppo ha deciso di invitare sul palco membri del pubblico per jammare dal vivo e rendere ogni sera un concerto unico.
Incuriositi da queste scelte, abbiamo contattato un indaffaratissimo Frost, batterista dei Satyricon, proprio pochi giorni prima dell’inizio del tour. Ci ha dato appuntamento (telefonico) fra una jam e l’altra, concedendoci del tempo mentre si riposava…

Ciao Frost! Come vanno le cose, a pochi giorni dall’inizio del vostro tour europeo?

“Stiamo preparandoci per il tour, facciamo lunghe jam, ma non solo ci esercitiamo come gruppo sulle canzoni del tour, ma stiamo studiando anche nuovi brani, ci piace portare avanti le due cose in parallelo, senza fermarci mai.
In molti hanno l’impressione che, all’improvviso, Satyr arrivi con le canzoni scritte e dobbiamo registrare un nuovo disco, ma ultimamente i dischi sono più il frutto di collaborazione e soprattutto di jam. Magari suoniamo dieci ora, ci divertiamo e rilassiamo finchè non spunta fuori un’idea, partendo ogni giorno da zero.”

Quel che mi dici si incastra perfettamente con l’idea che sta alla base di questo tour: invitare musicisti locali per ogni data, farli suonare con voi sul palco per una jam…

“Sì, esatto, c’è una sorta di spirito nuovo nella band, e vogliamo esplorare l’improvvisazione, come evoluzione (e rivoluzione) di un genere freddo e quadrato come il Black Metal. Cerchiamo vibrazioni diverse, una dinamica diversa all’interno della band stessa, che è spinta a dare il meglio di sè anzichè rilassarsi e suonare un po’ con il “pilota automatico”, come a volte succede.
E’ anche per questo che abbiamo chiesto, a chi volesse candidarsi per salire sul palco, di stupirci, di suonare uno strumento particolare, o di suonare in maniera particolare. Non ci serve un secondo chitarrista su Mother North, vogliamo qualcuno che accompagni Mother North con il flauto, o cose del genere. Potremmo scoprire nuove sonorità, nuove profondità per canzoni che hanno un decennio di vita sulle spalle.”

Ti stai occupando tu di ascoltare i “provini” di chi si offre come ospite?

“No, non sto seguendo io la cosa, ma ne parliamo fra di noi mentre siamo in studio a provare il tour. Ripeto: stiamo ricevendo tante offerte da chitarristi, è brutto dire di no a loro, ma non è quello che cerchiamo. Violinisti, cantanti lirici… tutto ciò che non abbiamo ancora provato con la band ci incuriosisce, e vogliamo che il pubblico ci stupisca!”

Avete ricevuto richieste dall’Italia, per il vostro concerto a Pordenone?

“Questi dettagli proprio non li conosco, mi spiace. Mi pare che comunque abbiamo ricevuto candidature per tutte le date in cui suoneremo, quindi direi che anche l’Italia sia compresa. Magari poi è solo un candidato, per ora… siete ancora in tempo per contattarci!”

Sempre rimanendo in tema di “spingersi oltre i limiti del genere”, sta uscendo proprio in questi giorni “Live At The Opera”, un live-album (e dvd) registrato nel 2013, che vi vede sul palco con un coro di matrice operistica. Vent’anni fa, avresti mai pensato che i Satyricon si sarebbero evoluti fino a questo punto?

“Vent’anni fa la nostra preoccupazione principale era trovare i soldi per pubblicare un disco e tirare a campare, quindi sicuramente non avremmo potuto ingaggiare un coro da opera lirica!
Detto questo, fin dall’inizio eravamo molto ambiziosi, e ci chiedevamo dove avremmo potuto portare la nostra musica. Poter registrare con un coro dal vivo, ha reso più epica la musica che comunque era già epica. Non abbiamo cambiato le nostre canzoni per poterle suonare con il coro: è il coro che si è adattato a noi, per creare qualcosa di memorabile, rendere ancora più complete le nostre canzoni di vent’anni fa.”

Perchè aspettare due anni, per pubblicare il live album?

“L’operazione di editing è stata lunghissima, perchè un paio di cose non sono state registrate come speravamo, ma ovviamente non potevamo ri-registrarle visto che è stato tutto ripreso dal vivo. Abbiamo dovuto trovare il modo, anche a livello video, di mixare varie tracce e renderle al meglio. Il risultato però è esattamente come speravamo, l’attesa è sicuramente valsa la pena.”

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