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The Voice 2016, la storia di Kimia Ghorbani: “Arrestata e picchiata in Iran”

The Voice 2016, la biografia di Kimia Ghorbani, la ragazza che arriva dall’Iran.

pubblicato 2 Marzo 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 20:09

Mercoledì 2 febbraio il talent The Voice of Italy, edizione 2016, accoglie il ‘caso umano’ dal passato difficile. Si tratta di Kimia Ghorbani, 31 anni, nata a Teheran, in Persia. “Ho iniziato a cantare da piccola, ricordo bene che ogni anno che crescevo era sempre più difficile, mia mamma e mia nonna mi avvisavano, ‘canta a voce più bassa, canta piano che ti sentono i vicini'”. Cantare è stato quasi impossibile per lei, così come lo è per chiunque altro abiti nell’Iran moderno. “Per tanti musulmani radicali una donna che canta è una cosa brutta perché la considerano erotica. Quando sono diventata più grande ho cominciato a suonare per strada: volevo dare un segnale forte per far uscire allo scoperto anche altre donne”, ha dichiarato al giornalista Renato Franco sul Corriere della Sera.

La reazione, però, è stata dura: “Mi hanno picchiata, mi hanno preso a calci e insultata, hanno sequestrato il mio strumento, mi hanno portato via i soldi che avevo raccolto. Ho avuto paura, però piano piano l’ho persa. Sono stata molto forte, ho pensato che dovevo farlo: mi dicevo, non succede niente, se anche muoio… Dovevo farlo, una deve per cominciare, dare l’esempio. Dopo due anni però ho dovuto rinunciare, ho capito che da sola non potevo fare niente, le altre donne non mi hanno seguito perché avevano paura. Ogni volta che ci ripenso mi sento triste”. Qualche anno prima era stata “bendata e arrestata con la pistola puntata. Mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato. Sono stata una settimana in prigione”.

Ma Kimia voleva un’altra vita. Nel 2012 si iscrive alla scuola italiana di Teheran per imparare la lingua. Ottiene così il visto per l’Italia, arriva a Bologna e realizza il suo sogno. Essere libera. Qui si è sposata e adesso aspetta addirittura un figlio. Ma soprattutto, qui, può cantare. Arriva a The Voice con il velo verde per “dare un messaggio, per smuovere le acque, per fare una campagna, per chiedere al governo di lasciare le donne cantare, devono capire che la religione è una cosa molto privata e non può diventare legge […] Questo verde è vivo, è come un albero che fiorisce in primavera quando spuntano le foglie”.

Come canterà? Seguite il live su Soundsblog.

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