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Francesco De Gregori a Blogo: “Sono indie (e ne vado fiero)” [Video]

Francesco De Gregori racconta a Blogo Vivavoce, il suo nuovo disco che raccoglie 28 delle sue canzoni più belle.

di grazias
pubblicato 10 Novembre 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 12:47

Francesco De Gregori ha presentato oggi a Milano il suo nuovo (doppio) disco, Vivavoce. Il cantautore ha raccolto ventotto delle sue canzoni più belle in questi due cd per regalarle al pubblico in una versione riarrangiata e più attuale. Su tutte spicca il duetto con Luciano Ligabue sulle note della storica Alice. A margine della conferenza, abbiamo fatto due chiacchiere con De Gregori per farci raccontare questo nuovo progetto. Innanzitutto, perché Vivavoce?

Il titolo è nato per gioco, è ispirato al vivavoce dei telefonini. Vorrebbe stimolare ad un ascolto collettivo, non individuale e privatistico. Il disco attraversa 40 anni di musica che ho fatto e anche molte generazioni del mio pubblico: ai miei concerti vedo che si raggruppano padri, figli e nipoti. Vorrei che lo ascoltassero tutti insieme nella stessa stanza come si faceva una volta. L’ho fatto perché sentivo di dove far sapere alla gente a che punto sono arrivato oggi. Spero che piaccia ma anche se non dovesse essere così, perché so che è difficile far staccare il pubblico da canzoni a cui sono così affezionati nella versione originale, lo rifarei comunque perché lo dovevo a me stesso. È una cosa che volevo fare per me.

Perché consiglia un “ascolto distratto” di Vivavoce?

Perché intanto queste sono ventotto canzoni, tantissime. Ascoltarle in modo disciplinato e compulsivo sarebbe farsi del male. Poi sono canzoni che il mio pubblico già conosce quindi non c’è bisogno di star lì a sentire cosa si è inventato questa volta De Gregori. Credo che l’ascolto distratto valga a renderle paradossalmente più ficcanti.

In conferenza ha detto: “Nessuno lo dice, ma io sono indie”. In che senso?

Perché mi produco i dischi da solo, pago io tutto quanto. Non ho alle spalle nessuna multinazionale fatta eccezione per questo caso in cui ho la Sony che distribuisce il mio disco, Vivavoce. La parte imprenditoriale è comunque mia, rischio in proprio. Sulla strada, l’album precedente, è stato totalmente prodotto da me e distribuito da un distributore indipendente. In un momento di crisi della discografia, potendemelo permettere, trovo anche giusto che un artista come me investa nel suo lavoro non soltanto dal punto di vista creativo ma anche da quello economico. Sono il produttore di me stesso e ne vado molto fiero.

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