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Diego Moreno, Singoli: “Il nuovo album rappresenta, per me, una sorta di tesi di italianità” (intervista)

Singoli è il titolo del nuovo album di Diego Moreno anticipato dal brano, bonus track, “Bella chao”. Ecco l’intervista al cantante

31 Ottobre 2020 15:16

E’ disponibile in digital download e su tutte le piattaforme digitali “Singoli” (Intermezzo/The Orchard), il nuovo album del compositore, cantante e chitarrista argentino (napoletano di adozione) Diego Moreno.

Prodotto da Roy Tarrant, “Singoli” nasce dall’idea di creare 12 tracce che esplorano tematiche all’apparenza semplici, ma fondamentali quali l’amore, l’empatia, il ricordo e la fantasia. Composto da Diego Lemmi Moreno e Gaia Eleonora Cipollaro con la produzione artistica di Salvio Vassallo, “Singoli” pulsa di sonorità nuove, talvolta metalliche e feroci talvolta acustiche, dolci e passionali, esprimendo anche l’amore verso due paesi e due tradizioni cari all’artista: quella argentine e quella italiana.

«Abbiamo scelto “Singoli” come titolo dell’album perché riassume in una sola parola tutta l’essenza del progetto: 12 singoli, quindi 12 storie, 12 arrangiamenti che nella mia interpretazione trovano il fil rouge. Sono 12 brani che mi rappresentano musicalmente con una componente di ecletticità sonora importante».

L’album è stato anticipato dall’uscita dei brani: “Bella Chao”, rivisitazione in lingua spagnola del celebre canto popolare italiano “Bella ciao” che, riconosciuta dalla SIAE come opera unica per testo e sonorità, ha totalizzando su YouTube oltre 40 milioni di visualizzazioni, “Bella Che incanta” un inno alle bellezze dell’Italia e “Sogno Sofia sul divano” una canzone estiva dal ritmo coinvolgente con un sound reggae che ricorda gli UB40.

Questa la tracklist: “Brivido nella bufera”, “Sogno (Sofia sul divano)”, “Casomai”, “Rosso d’amore”, “Mentre tutto passa”, “Piove (canzone allegra)”, “La corona”, “Da te o verso il mare”, “Bella che incanta”, “Bella Chao”, “Bella Ciao”, “Bella che incanta (Strings Version)”.

Abbiamo intervistato Diego Moreno in occasione dell’uscita del disco, Singoli. Ecco cosa ci ha raccontato:

Singoli, il tuo nuovo disco con 12 tracce, è uscito da poco

Sì, l’incoscienza di  mettere una creatura al mondo come un album di 12 brani, in questo anno (sorride). Penso che noi onoriamo il nostro lavoro e lo facciamo fino in fondo, con tutte le difficoltà. Siamo qua a tenere botta, come direbbe Fred Bongusto…

E mi aggancio direttamente a questo passaggio per chiederti proprio della vostra collaborazione, in passato…

Prende valore assoluto la frase che lui mi ha fatto scoprire a mare da sempre: “La vita è l’arte dell’incontro”. Io ho incontrato Fred tra i corridoi della Rai, a Roma. Mi trovavo per fare una performance in tv, anche lui. Quando ha saputo che ero argentino ha iniziato a cantare il ritornello di una canzone meravigliosa, Che bella idea, che è la hit di Fred Bongusto in Sud America. E’ quello il pezzo più famoso, non come in Italia “Una rotonda sul mare”. E’ stata scritto da Alberto Testa, autore anche di Grande Grande, Quando Quando, The Prayer… un immenso. Lui ha scelto me, è indubbio, mi emoziona sempre quando la racconto. Nei suoi ultimi 15 anni di vita artistica mi ha dato un ruolo importante. Non ho mai abbandonato il mio ruolo di solista ma ho collaborato con immenso piacere alle sue produzioni. Abbiamo girato la Russia, Sud America, Spagna e anche buona parte dell’Italia… con le sue trattorie! (sorride). Mi ha aiutato ad amare ancora di più le bellezze dell’Italia.

La tua è anche una divisione di anime tra Argentina e Italia…

Sì, sì, è così. “Il tempo passa”, come recita una delle mie canzoni, “Da te o verso il mare”. Il tempo passa, festeggio 30 anni con la musica, buona parte fatta qui in Italia. Non faccio piaggeria, non c’è luogo del Paese che non mi ha fatto sentire a casa. Poi, vivendo adesso in Campania, mi sento un napoletano d’adozione: ho vissuto a Pozzuoli, un posto bellissimo dove ho respirato la magia di questa zona. Da Merano a Sciacca mi sono sempre trovato bene.

Mi racconti la lavorazione del disco?

Ho iniziato l’anno scorso, 4, 5 mesi di lavoro. E’ nato da una idea di Roy Tarrant, il mio produttore. Ha voluto onorare la forma “canzone”, doveva essere per me molto importante, una sorta di tesi di italianità. E’ scritto in spagnolo ma adattato in italiano. A novembre, se Dio vorrà, vedrà la luce il progetto con un plus di 4/5 brani, tutto in spagnolo, a livello internazionale. Ora tocca al pubblico ascoltarlo o acquistarlo, la musica è tanta in questo decennio, è fondamentale capire che dietro l’album hanno collaborato almeno 25 persone, c’è tanta professionalità, amore e un investimento non indifferente. Mi ritengo un indipendente, un artigiano della musica ma stiamo lavorando a livello di una major. Speriamo arrivi al pubblico più vasto possibile.

E proprio i lavorati dello spettacolo sono tra le figure più citate e dimenticate in questo periodo storico difficile…

Una situazione tragica a dir poco. Viviamo senza alcuna garanzia. Mia moglie, che ha un altro mestiere, mi chiede “Come hai fatto per trent’anni?” Lo si fa, per amore, per passione. Qualcuno, che potrebbe fare qualcosa, dovrebbe farlo. Non dipende solamente dal Covid, ma coperture e garanzie ne abbiamo avute sempre poche.

Bella Chao è il primo singolo estratto dal disco. Un pezzo evergreen…

Ha una storia importante. E’ nata 15 anni fa questa produzione, in tempi non sospetti. L’ho fatta io, comprendeva produzioni latino americano, dedicata a varie rivoluzioni. Mi è venuta in mente di mettere mano a questo brano. E’ stata una bellissima intuizione, dopo “La casa di carta” è stata ancora sovraesposta ma, nei primi 5 anni, la versione che potete ascoltare -una sorta di bonus track- vede anche l’aggiunta di due strofe de “Il canto delle mondine”. La mia interpretazione ha avuto una interpretazione libera, il web l’aveva amata, con oltre 15 milioni di visualizzazioni anche prima de “La casa di papel”. Il pezzo è un canto di libertà, abbiamo aggiunto il pezzo in “Singoli”, con un videoclip su YouTube che potete recuperare. La cosa bella è che “Bella Chao” è un canto rappresentativa di libertà.

 

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