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Carmen Consoli: “Elettra” – La Recensione

A 3 anni dal discusso predecessore “Eva contro Eva” , Carmen Consoli ha rotto gli indugi e pubblicato il 30 ottobre (su etichetta Universal) “Elettra”, settimo album di una carriera oramai votata alla ricerca stilistica.Meno di 40 minuti, tanto durano le tracce (10) che compongono l’opera. Sembrano poche, eppure…terminato l’ascolto si ha la sensazione di

di piero
pubblicato 1 Novembre 2009 aggiornato 31 Agosto 2020 06:34

A 3 anni dal discusso predecessore “Eva contro Eva” , Carmen Consoli ha rotto gli indugi e pubblicato il 30 ottobre (su etichetta Universal) “Elettra”, settimo album di una carriera oramai votata alla ricerca stilistica.

Meno di 40 minuti, tanto durano le tracce (10) che compongono l’opera. Sembrano poche, eppure…terminato l’ascolto si ha la sensazione di aver fatto un lungo, emozionante viaggio. Sonorità mediterranee, atmosfere arabeggianti, ritmi incalzanti. Drammi personali e questioni collettive raccontati con rara lucidità e forza espressiva (quasi) senza pari.

Mix molto riuscito di gioie e dolori, lieve sarcasmo e dura spietatezza, “Elettra” non è immediato e ruffiano nei ritornelli. E’ un percorso emozionale articolato per ascoltatori disposti a lasciarsi guidare. E’ un gran bel disco, bentornata cantantessa.

Mandaci una cartolina: apertura affidata al ricordo del padre da poco scomparso, Carmen pare voler mettere subito in chiaro quello che ci riserverà. Tenero, commovente, stridente in un costesto generale fatto di “buttane in calore e cafoni”. Voto 7,5

Perturbazione Atlantica: più ‘facile’ e rilassata della precedente, un ritratto di folklore locale che ancora resiste alla modernità globale. Santi e processioni, questua e preghiere. Ci si può divertire ad interpretare le numerose metafore presenti. Voto 6,5

Non Molto Lontano da Qui: singolo scelto per il lancio, abbiamo avuto tempo per metabolizzarlo come si deve. Canzone ordinaria nella struttura, la più adatta (a ragione) alla rotazione radiofonica. Voto 7

Mio Zio: storia di violenze domestiche, incesto, di vergogna ed omertà. Un tabù infranto con parole ora ironiche e allusive, ora dirette e violente. Un pugno nello stomaco, impossibile non esserne colpiti. Voto 8,5

Sud Est: viaggi ed amori (finiti). Denota bene la capacità descrittiva della Consoli nei testi. Le musiche hanno un tocco gradevolmente retrò. Voto 6,5

Marie ti Amiamo: testo cantato in italiano, arabo e francese. Musiche enigmatiche in salsa orientale. Lo zampino di Franco Battiato (co-autore e co-interprete) impreziosisce il brano, lo rende ancora più suggestivo. Voto 8

A’Finestra: il ritmo prosegue sostenuto, il testo è in dialetto siciliano. Qualcuno si accosta alla finestra di casa e descrive l’umanità che si trova ad osservare. Gli amanti della musica popolare apprezzeranno tanto, gli altri forse un po’ meno. Voto 6,5

Col Nome Giusto: “Sai, la lontananza, è come il vento…”; la citazione a Modugno è inequivocabile in questo pezzo romantico e struggente. Testo molto bello, un paio di versi starebbero benissimo in una lettera d’amore…o nella carta dei famosi cioccolatini! Voto 7

Elettra: ecco la title-track, ecco l’ennesima figura femminile raccontata egregiamente dalla Consoli. Una donna che pur nell’indignazione generale per il mestiere che fa, la prostituta, prova sentimenti ed è mossa da passioni autentiche e non “pagate ad ore”. Testo (al solito) sofisticato, musica incalzante. Voto 7,5

Ventunodieciduemilatrenta: sogni bizzarri, specie aliene che vengono da un futuro prossimo, manierismo stucchevole. Forse una critica ai modi finto-borghesi imperanti nella società? Sarà che è in coda, sarà la lentezza….non prende granchè. Voto 6-

Vostri commenti, impressioni, critiche e quant’altro sono le benvenute, naturalmente.

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