Home MTV Headbangers Ball a Trezzo: foto-report dal concerto al Live Club, 5 Dicembre 2017

MTV Headbangers Ball a Trezzo: foto-report dal concerto al Live Club, 5 Dicembre 2017

Max e Igor Cavalera, Overkill, Insomnium e Deserted Fear hanno suonato alla grande, ma non sono riusciti a riempire il club. Cosa è successo?

pubblicato 6 Dicembre 2017 aggiornato 27 Agosto 2020 23:48

Proporre un tour con il nome di “MTV Headbangers Ball” è quasi anacronistico, e vuole puntare tutto sull’effetto-nostalgia dei tempi in cui c’era “il meta in televisione”. Chi l’avrebbe mai detto che, nel 2017, avremmo rimpianto i “bei tempi di MTV”? MTV, il nemico del popolo metal, la commercializzazione della musica!
E invece, eccoci qui: una band che davvero ha trovato nella programmazione heavy di MTV una chiave del successo, una band che è sempre stata beniamina degli amanti del thrash ottantiano, una band che è nata dopo la fine dell’Headbangers Ball classico ma che sicuramente ne sarebbe stata supportata, e una band “nuova” (con “soli” dieci anni di carriera alle spalle), per supportare i giovani. Un bel pacchetto massiccio, e la serata è stata veramente calda.
Quel che sono mancati, però, sono stati gli spettatori: il Live Club era pieno a metà – non una visione desolante, ma comunque una visione strana, soprattutto tenendo conto che meno di una settimana prima il club era strapieno per una lineup “affine”, con Testament, Annihilator e Death Angel. Forse è stata proprio questa vicinanza, a imporre una scelta al thrasher e proponedere per quello che è stato un vero thrash-fest.
Eppure, gli Overkill nel 2014 riempirono il Live, e anche i fratelli Cavalera nel Novembre 2016 stra-riempirono il locale con il loro concerto basato su Roots. E qui sta, probabilmente, il secondo motivo della scarsa partecipazione al concerto: il tour è ancora quello di Return To Roots, la scaletta ancora la stessa. Chi era curioso di sentire tutto il disco del 1996 suonato dall’inizio alla fine, si è già tolto la curiosità l’anno scorso (spoiler: i 20 anni si fanno sentire, sulle prestazioni di Max), e solo i fan super-appassionati si sono dedicati ad un secondo giro. Cinquanta minuti di Overkill, al contempo, non erano abbastanza per ripagare i thrasher oltranzisti.
In ogni caso, che dire: prestazioni elevate da tutte le band, con picchi di sublime. Chi c’era, di sicuro non si è pentito.

Su Deserted Fear e Insomnium ho purtroppo poco da dire: dei primi ho visto solo la chiusura del set, mentre i secondi non sono fra i miei ascolti abituali. Di sicuro hanno tenuto un concerto compatto, ma forse dei volumi più alti avrebbero giovato.
Il problema dei volumi alti non l’hanno avuto, invece, gli Overkill: arrivano, spaccano tutto, in 50 minuti lasciano morti e feriti sul campo, e tolgono il disturbo davanti ad un pubblico in delirio. Bobby Blitz è uno dei cantanti più carismatici in campo thrash, sa come attirare lo sguardo con le sue pose e come mimare i passaggi delle canzoni che canta. Sa introdurre nel modo giusto i pezzi (“Sorry if i don’t speak your language, my italian is rotten… rotten to the core!”), e soprattutto la sua voce non tradisce mai. Un muro di suono piacevolissimo, 50 minuti sono un’ingiustizia verso il dio del metal, ma tant’è.
Problemi di voce, invece, li ha da decenni il buon Max Cavalera, che si trova anche il compito ingrato di seguire, appunto, un set granitico come quello degli Overkill. Fortunatamente si parte con il vero pezzo forte della serata, Roots Bloody Roots, ed il riff immortale fa temporaneamente scordare la band che li ha preceduti. Tutti carichi, tutti esaltati… finchè Max taglia metà della prima strofa della canzone. Sono anni che Max sbaglia il testo di Roots, nonostante la inserisca nei concerti di tutte le sue band. Uno è pronto, caldo, carico, ascolta da vent’anni sul cd il testo… e arriva il cantante e la sbaglia clamorosamente. Uno scivolone in cui continua a cascare lui, e continuiamo a cascare noi.
Il resto del disco procede spedito, ma ovviamente il meglio è all’inizio. Non ci si annoia di sicuro, ma una volta che svanisce l’effetto-sorpresa dell’album suonato tutto di fila, rimane il sogno di ascoltare qualcosa del nuovo Cavalera Conspiracy, o qualcos’altro in generale.
Igor alla batteria rimane una macchina, questo sì. E questo conta.

Max & Iggor Cavalera in concerto a Milano: la diretta sui social

Oltre ad aver postato la classica foto seguita da commenti in diretta sulla pagina Facebook di MusicaMetal/Soundsblog, questa volta ho anche usato le Instagram Stories per postare qualche foto con commento direttamente dal Live Club: nel caso vogliate seguirmi su Instagram, mi trovate come @mister_metallo, e questo è quello che ho postato ieri – lo salvo qui, compreso di emoji, hashtag stupidi e tutto il resto, prima che le stories lo spazzino via scadute le 24 ore.

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