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Decibel, concerti il 24 ottobre a Torino e il 6 novembre a Milano – Enrico Ruggeri a Blogo: “Probabile un altro disco con i Decibel”

Ultimi due concerti della stagione dei Decibel, il 24 ottobre a Torino e il 6 novembre 2017 a Milano. Leggi su Blogo l’intervista a Enrico Ruggeri.

pubblicato 11 Ottobre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 01:47

Saranno due party durante i quali il pubblico sarà chiamato a diventare protagonista, con varie indicazioni che Enrico Ruggeri e soci daranno al momento opportuno…Sarà un continuo alternarsi tra brani storici e canzoni del fortunato album “Noblesse Oblige”.

Questi sono gli ingredienti chiavi dei due ultimi concerti della stagione dei Decibel, il modo migliore per festeggiare il successo avuto in questo 2017 con il loro nuovo disco. I “DECIBEL PARTY” si terranno il 24 ottobre al LE ROI di Torino e il 6 novembre al FABRIQUE di Milano. I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone e nelle prevendite abituali.

Sul palco, oltre a Enrico Ruggeri, Silvio Capeccia e Fulvio Muzio ci saranno Paolo Zanetti (chitarre) Fortu Sacka (basso) e Alex Polifrone (batteria). Non mancheranno ospiti legati alla band e a un periodo storico più attuale che mai, per un concerto vero, senza sequenze pre-registrate e suoni virtuali. Un appuntamento unico e imperdibile.

Intanto, è in rotazione radiofonica “Universi Paralleli”, il nuovo singolo dei Decible estratto da “Noblesse Oblige”, l’album uscito a marzo, che ha segnato la reunion dello storico gruppo. Il disco è arrivato a 40 anni dalla nascita dei Decibel, fondati tra i banchi di scuola del Liceo Berchet di Milano nel pieno della diffusione del punk in tutto il mondo.

Abbiamo chiacchierato con Enrico Ruggeri, a pochi giorni dagli ultimi concerti, per un bilancio e qualche nuovo progetto all’orizzonte.

Decibel Party, due concerti, il 24 ottobre a Torino e il 6 novembre a Milano. Si tratta degli ultimi due appuntamenti della stagione, cosa ci puoi anticipare?

E’ l’occasione per salutare gli amici che vorranno venire dopo un 2017 davvero imprevedibile. Non ce lo aspettavamo, 40 concerti, il disco… Siamo stati bene con la gente, con noi. E’ un’occasione per salutare tutti, due concerti, due modi per ritrovarsi tutti quanti.

L’album è uscito a marzo 2017, Noblesse Oblige. Ma non si tratta di una operazione nostalgica…

Ci sono pezzi completamente nuovi, era il modo di riprendere il lavoro da dove lo avevamo lasciato.

L’idea di questa reunion ti ha mai “preoccupato” o ha sempre avuto la meglio l’entusiasmo?

E’ nata per caso, volevo fare qualcosa per i 60 anni. Una volta scartata l’idea di fare un album di duetti che hanno fatto tutti, ho pensato “Almeno un pezzo con i Decibel sarebbe carino farlo”. Poi mi sono reso conto che loro, di pezzi, ne avevano un sacco. E allora è partita la seconda parte dell’idea… Non so, un vinile giallo da regalare agli amici… 50 copie. Abbiamo iniziato a lavorare, io ho uno studio, non avevamo problemi. Però tutti quelli che lo sentivano -amici e discografici- dicevano “Ma questo è una materiale che è un peccato lasciar lì così!”. E così l’idea è diventata mainstream senza che ce ne rendessimo conto.

Il prossimo passo quale sarà? Un disco solista oppure magari un altro album con i Decibel?

Sono sempre abbastanza abituato a navigare a vista. Però con il fatto che io ho lo studio e che veniamo a trovarci e buttare già delle idee, non è escluso che ci sia un altro album con i Decibel. Mi sembra la cosa più probabile.

Torneresti da solo o insieme ai Decibel a Sanremo 2018?

Io non ho mai fatto una malattia per andarci o per non andarci. Dipende dai tempi, dai tempi di lavorazione. Vorrebbe dire che noi, entro un mese, decidiamo di fare un disco e quindi non so se avremmo il tempo. Ma l’idea, per sé, non è scartata a priori.

Ultima domanda. Hai avuto un’esperienza nel 2010 come giudice a X Factor. Ti piacerebbe tornare in giuria in un talent show?

Non mi hanno mai più chiamato, probabilmente perché ero un giudice che cercava di tutelare i ragazzi, aveva empatia, anche con quelli delle altre squadre. Temo che a X Factor funzionino di più i giudici che cercano di portare avanti loro stessi più che i ragazzi. Non mi hanno più chiamato, un altro giro l’avrei fatto.

Photo Credit | Riccardo Ambrosio

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