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Helloween, My God-Given Right: Andi Deris e Michael Weikath lo presentano a Blogo

Trenta anni di power metal tedesco: gli Helloween festeggiano con il loro quindicesimo disco in carriera.

pubblicato 30 Maggio 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 04:53

Trenta anni di onoratissima carriera. Nel 2015 gli Helloween raggiungono questo nuovo traguardo, e festeggiano con My God-Given Right, il nuovo disco in uscita l’1 Giugno.
Per chi si fosse fermato a “gli Helloween son solo quelli di Keeper”, ricordiamo che il precedente “Straight Out Of Hell” nel 2013 ha debuttato alla posizione #4 nella classifica di vendite in Germania (la più alta in carriera), nella top 5 delle classifiche europee e nella Billboard top 100 in US. Il tour di supporto all’album li ha visti protagonisti in 39 Paesi tra Europa, Asia e Nord America, con oltre 100 show sold out.
Insomma: alla faccia di chi li dà per “bolliti”, le Zucche di Amburgo sono riuscite a sfornare un nuovo disco fresco, che dà nuove spinte al power metal pur riuscendo sicuramente ad accontentare i fan di vecchia data, affezionati a certe sonorità.

Abbiamo incontrato Andi Deris e Michael Weikath per fare il punto sulla carriera degli Helloween, fra un sigaro ed una sigaretta accesi a catena..

L’uscita di questo disco festeggia anche i 30 anni di carriera per gli Helloween, costellati da una ammirevole costanza nella pubblicazione di dischi. La stanchezza creativa (e fisica) non vi ha mai colpito?
Andi: “Il rimedio contro la stanchezza, nei giorni in cui non siamo ispirati? Starcene a letto, ahaha!”
Michael: “Ok, non sempre possiamo dormire fino a mezzogiorno, ad esempio per presentare questo disco di persona stiamo girando tutta Europa, parlando per dieci ore al giorno, prendendo due voli al giorno, e dormendo quattro ore a notte. Ma che ci vuoi fare, basta poco per adattarsi anche a questi ritmi.”

Non vi sentite mai intrappolati nel ciclo “tour-album-tour-album-tour” che ha distrutto il morale di tantissimi musicisti?
Andi: “Questa volta siamo riusciti a prenderci una pausa, e non è stato male. Però quel che dico sempre, è che abbiamo iniziato come hobby – ognuno inizia a suonare per hobby, per passione. E noi ci sentiamo ancora così, come appassionati, senza particolari responsabilità. Se continuiamo a produrre musica, è perchè ci piace, non perchè qualcuno ci punta una pistola e ci obbliga a suonare. Collezioniamo idee, ci divertiamo a studiare nuovi modi di suonare, ed è ancora molto divertente per noi. Poi ci troviamo tutti insieme dopo una breve pausa, e ci divertiamo a suonare le idee che abbiamo raccolto. Lì inizia la parte di “lavoro vero”, e non ci dispiace per niente!”

L’altro giorno ho letto che i Def Leppard han detto che potrebbero non incidere mai più un cd e vivere in tour suonando solo i greatest hits. La cosa non vi tenta? Un Hellish Rock tour ogni paio d’anni, con Gamma Ray o Unisonic, e tutti i fan sarebbero contenti, anche senza musica nuova… o no?
Andi: “Voglio ancora dire che, alla base di tutto, è un hobby: devi godertelo, devi essere contento di comporre nuova musica, di essere creativo. Se vai solo in tour, diventa solo un lavoro e magari inizia a pesarti. Io non voglio sputare nel piatto in cui mangio, mi diverto ancora a fare tutto quello che facciamo, sia in studio che in tour.”
Michael: “Un tour significa anche lunghe attese in aeroporto, circondato da bambini che piangono, gente che scoreggia nel sedile davanti a te, pensi che sia tutto un casino. Poi però i giorni passano, visiti nazioni meravigliose, e pensi che vuoi farlo per sempre.”
Andi: “Quando finisce un tour, stai a casa a riposarti per un po’, ma dopo un paio di settimane inizi a cercare la chitarra, ti vengono delle idee… e se hai delle idee, devi poi metterle su cd! Siamo in una posizione fortunata per la quale nel mondo c’è ancora voglia di sentire nuova musica degli Helloween, e siamo felici di produrla. E questo ci dà la spinta per poi andare in tour… ma non è un peso!
Capisco quel che vogliono dire i Def Leppard, hanno un nome abbastanza grande da poter andare in giro a suonare senza nessuna “scusa” promozionale, e al contempo ormai con i cd non si fanno più soldi: tutto quello che incassiamo dalle vendite dei dischi, noi le reinvestiamo per il cd successivo, non ci guadagnamo niente a livello personale. Quind ok, potremmo risparmiarci la fatica. Ma finchè avremo delle idee, ci piacerà inciderle.”

Detto questo, il vostro album precedente vi ha dato la soddisfazione del più alto posto mai raggiunto da un vostro disco nella classifica tedesca…
Andi: “Dimostra che c’è ancora fermento in questa scena, ci sono sempre nuove influenze da indagare, nuovi modi di esprimersi. In trent’anni di carriera abbiamo sempre sperimentato un po’ ai margini del nostro genere, molte altre band non hanno questa versatilità e quindi i dischi sono sempre uguali. Visto che parlavamo dei Def Leppard, posso capire perchè a loro non interessa molto continuare a incidere dischi, perchè sembrano bloccati in una zona particolare del loro genere musicale, e quindi le cose si fanno noiose.”

Dove trovate l’ispirazione per spingere sempre avanti i vostri limiti?
Michael: “Dal bel tempo che troviamo in Italia, dal panorama intorno a noi, da qualsiasi cosa! Esperienze di tutti i giorni, che poi ti tornano in mente e ricreano un’atmosfera.”
Andi: “Tipo essere bloccati in aeroporto in Sud-America… da quell’esperienza è nata Lost In America, presente su questo disco.”
Michael: “Registro tantissimi appunti vocali sul mio iPhone, non solo a livello musicale, ma spiego anche a me stesso se si tratta di una strofa, di un bridge, o cosa. Se dopo qualche tempo riesco ancora a tirarne fuori un senso, vuol dire che è qualcosa di interessante da approfondire.”

Parlando di influenze, direi di essere abbastanza sicuro di aver sentito il tema del videogioco Tetris suonato con la chitarra in “Russian Roulè”…
Andi: “Tu dici? Di sicuro non era la mia intenzione. Secondo me il riff di “If God Loves Rock’n’Roll” suona più vicino a Tetris, allora… Forse hai ragione (canticchia), ma non ho quella melodia in testa, in questo momento.”
Michael: “Non l’ha scritto Sascha?”
Andi: “No no, l’ho scritto io! E ammetto, un tempo giocavo tantissimo a Tetris, quindi magari la melodia mi è rimasta in testa nel subconscio. Non so, forse hai ragione… o forse hai completamente torto! Ce lo diranno gli altri ascoltatori, immagino!”

Il tempo a nostra disposizione è già volato, ragazzi: la prossima domanda che sentirete sarà da parte di un cameriere , che vi chiede cosa volete per pranzo!
Andi: “E’ una domanda interessantissima! Faccela anche tu!”

Ok, cosa volete da mangiare, in questo meraviglioso Paese noto per il buon cibo?
Andi: “Non lo so!!! Domanda difficile!”
Michael: “Portaci un menu, per favore!”

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